VONTEEGO CUMMINGS

nato a: Thomson (USA)

il: 29/02/1976

altezza: 191

ruolo: playmaker

numero di maglia: 5

Stagioni alla Virtus: 2003/04

 

CUMMINGS, LA FUTURSTELLA: "BOLOGNA, LA MIA VERA NBA"

di Marco Martelli - La Repubblica - 04/10/2003

 

La lunga estate della Virtus aveva fatto passare tutto in secondo piano. Anche e soprattutto Castelmaggiore, che oscurato dalle Due Torri c'era sempre stato. Ma quando, a fine luglio, il Progresso si presentava alla stampa, tutti gli addetti ai lavori erano sobbalzati sulla sedia al nome della nuova guardia americana. Ai tempi, i tifosi della Virtus avevano altro a cui pensare: non certo a quel colored, che di lì a poco sarebbe diventato la loro prima punta, con tanto di sacro numero 5. L'uomo che guiderà l'esodo, anche domani: dopo i seimila di Casalecchio, ne sono annunciati da duemila in su, verso Faenza, casa dell'Imola.

Vonteggo Marfeek Cummings è nato in un giorno particolare: un 29 febbraio 1976. Ne ha quindi 27, età nella quale si giunge alla piena maturità cestistica. Ma Vonteego (mix tra Volkswagen e Monteego, le auto preferite da mamma Carrie) non la vivrà nella NBA: un passaggio fulmineo da "The Big Show" a Casa Virtus fu Bignami che non ha le radici classiche di un americano uscito dalla NBA per questioni extrasportive. Il massimo palcoscenico se l'era meritato, eccome, coi quattro anni a Pittsburgh College: uscito nel '99, Vonteego è tuttora l'unico Panther di sempre fra i primi 10 nei punti e tra i primi 5 in assist e rubate. Il meglio, l'anno da junior: viene nominato nel quintetto ideale della Big East e fu l'unico giocatore della Conference tra i primi tre in punti (19,5), assist (154) e recuperi (66). "Guida l'attacco, controlla il gioco: gioca come un veterano. Un vero go-to-guy": così i Coach NCAA che l'affrontavano, tra cui Tubby Smith campione con Kentucky nel '98. I Pro non se lo fecero scappare. Scelto con numero 26 da Golden State, via Indiana, Cummings firmò un quadriennale da 3,4 milioni di dollari globali: nell'anno dell'esordio, 75 gare e 9,4 punti in 24'. Dopo la seconda stagione (23' e 7,3 punti in 66 partite), finì però in uno scambio con Philadelphia: da sesto uomo, nei Sixers sommò 58 partite a 3,3 punti (ma un high di 28) in 9' di media. Fu un rapido declino.

Chiamato da Cleveland al training camp di ottobre, Vonteego fu escluso. "Non riesco ancora a rispondere al perché. Forse cercavano uno più giovane". O diverso da lui, il tipico play-guardia "via di mezzo" che l'NBA guarda di sghembo. Lo chiamarono i belgi di Ostenda: "Credo sia la soluzione migliore per me: non so nulla del basket Europeo, ma farò di tutto per Ostenda". Il giorno dopo lasciò perdere: "Non mi piace il Belgio", dice tuttora. E finì nelle leghe minori americane: Westchester Wildfire nella Usbl, "Solo perché mi allenava John Starks". Ed ecco arrivare la chiamata di Ticchi e Santucci. Un impegno enorme (90mila dollari) per "quella" Castelmaggiore, e anche una scommessa: vinta, finora, perché oltre la pallacanestro, Cummings pare adorare anche il nuovo ambiente, se finora non ha dato alcun sintomo da "cavallo pazzo". Anzi: affabile, divertente e soprattutto uno dei primi ad arrivare in palestra. "Domenica i tifosi mi hanno gasato - dice oggi - e in fondo devo solo giocare a basket. Se a metà stagione l'NBA mi richiamasse? Sto alla Virtus. Fino alla fine".

 

FUTURVIRTUS, C'È UN CASO CUMMINGS?

di Marco Martelli - La Repubblica - 10/01/2004

 

Nasce nella Virtus una questione Cummings. Non un vero e proprio caso, come tiene a precisare la società, ma è indubbio che nelle prossime ore le vedute possano diametralmente cambiare. Ieri il giocatore ha detto che a Montecatini non ci sarà, lamentando il dolore al ginocchio che lo tormenta da settembre. Oggi è un altro giorno e domani un altro ancora, ma per vederci più chiaro serve una cronistoria.
Si parte dalla spedizione in Belgio, cui Vonteego non partecipa, rimanendo a Bologna per una visita dal dottor Lelli. La diagnosi parla di un’infiammazione al tendine rotuleo, aprendo due scenari, a scelta del ragazzo: uno stop di un mese, per poi monitorare la situazione, o una diminuzione dei carichi di lavoro in vista dell’impegno domenicale. Su questo punto, giovedì sera, tra Virtus e giocatore c’è la rottura.
S’arriva quindi a ieri mattina, quando il procuratore di Vonteego, Bergamaschi, e Claudio Sabatini parlano a lungo, coinvolgendo anche il dottor Lelli: la frattura pare ricomporsi, sbandierando da entrambe le parti l’assenza di alcun problema Cummings e, anzi, sottolineando la collaborazione dell’atleta. Ma ieri pomeriggio, poco prima dell’allenamento, Cummings arriva all’Arcoveggio senza borsa e senza neppure andare in spogliatoio punta sugli uffici, dov’è riunito lo staff tecnico. Quattro parole con Bucci, qualche chiarimento su una possibilità di taglio uscita sui giornali, poi l’ex Sixers si ferma coi cronisti. «La situazione del mio ginocchio? dice - la conoscete tutti: la sa il mio agente, la sanno i dottori, la sa la Virtus. Ci sono diverse opzioni: la prima è operarsi, ma non intendo farlo; la seconda è fermarsi un mese; la terza è rallentare gli allenamenti e giocare la domenica, ma non credo proprio che la situazione migliorerebbe». La conclusione è perentoria. «No, a Montecatini non giocherò. Penso che fermarmi sia la cosa migliore: ho 27 anni, un futuro da giocatore e un contratto da guadagnarmi per la prossima stagione». Poco dopo scende Bucci, la cui versione non collima: «Sia lui che Williams (problemi al gomito, fermo fino a domenica, ndr) vogliono giocare: giocando sul dolore, facendo un sacrificio, ce la farebbero, ma decideranno loro». Quando poi la squadra inizia ad allenarsi, c’è anche una telefonata tra Bergamaschi e il ds Santucci, che poco dopo fa il punto: «Spero che entrambi possano esserci: stamattina (ieri, ndr) Vonteego ha dato la massima disponibilità e, anzi, pensavo s’allenasse. Magari a Montecatini ci sarà. Di certo, dopo la partita valuteremo la situazione, pensando che Lelli, a noi, ha detto che con minori carichi la domenica può andare in campo». La società si riserva quindi ogni decisione: difficile escludere un taglio, accelerando le mosse di mercato, anche se aspettare l’epilogo del caso Messina pare un passaggio obbligato. Ieri infine Trieste ha rispedito qui Masieri, dopo un provino evidentemente negativo. Domani Leo giocherà in bianconero. Magari servirà.

 

BIANCONERI A MONTECATINI, RIENTRA IL CASO CUMMINGS

di Marco Martelli - La Repubblica - 11/01/2004

 

Come ci si aspettava, nonostante il più o meno convinto ottimismo della società, Vonteego Cummings non sarà questa sera a Montecatini. Tra la sua volontà, ovvero fermarsi, e quella della società, che lo voleva in campo, l’ha spuntata quella di Vonteego: a colloquio col suo agente americano, Dave Gasman dell’agenzia Bell Management di Joel Bell, Cummings ha scelto di non forzare più e valutare fra quattro settimane le condizioni del suo ginocchio.
Ma se in un primo momento pareva che le due parti, su questo punto, potessero giungere a una rapida rottura, il caso si è ora notevolmente sgonfiato: nessuna fretta per la Virtus, che ha deciso di attendere il giocatore, avendo anche dalla sua una regola sugli extracomunitari diventata più magnanima rispetto all’avvio di campionato. In principio fu il «3+1»: ovvero, la firma di un nuovo americano implicava il taglio di uno degli altri tre sotto contratto. Ora la formula è diventata di un puro e semplice «4»: è quindi possibile mantenere quattro extracomunitari, sempre a condizione di schierarne tre a referto. La Virtus potrebbe quindi scegliere di ingaggiare un nuovo USA, mantenere Cummings in naftalina e decidere il da farsi al rientro di Vonteego, detto che pure Williams non ha finora estasiato la platea, e detto che il mercato della squadra, già in fermento prima dell’ultima vicenda, prescindeva dalla posizione dell’ex Warriors. La pedina che manca alla squadra riguarda un playmaker: se la prima opzione è Busca, infatti, striderebbe l’arrivo di un regista statunitense in luogo di Cummings. Qualcosa si muoverà la prossima settimana, in particolare venerdì, quando a Messina sapranno se vedranno i soldi oppure no.

 

IMPUTATO CUMMINGS, SI DIFENDA: «LASCIATEMI GIOCARE COME DICO IO»

di Marco Martelli - La Repubblica - 25/02/2004

 

Da stella del Progresso che fu a giocatore entrato nel tunnel. Come giudica finora la sua stagione, Vonteego Cummings?

La squadra è andata ad alti e bassi: vinciamo una o due partite, poi ne perdiamo un'altra. Personalmente, stavo giocando bene all'inizio, poi ci sono stati dei cambiamenti: io pure mi sono infortunato, e ora, dopo essere tornato, per qualche motivo ho giocato male le ultime due. Ma non sono preoccupato: tornerò a giocare bene. E poi m'interessa solo se la Virtus vince o no.

Le si imputa il fatto di non essere playmaker. Ruolo che, nella NBA, è piuttosto differente.

In America, se giochi point guard, la squadra la controlli tu e nessun altro; il coach ti dà le dritte, ma alla fine conduci tu. Qui è diverso, tutto nelle mani dell'allenatore e dello staff: nella NBA no, perché se vuoi correre corri, se vuoi fare qualcosa la fai. C'è molta più libertà. E quando dico libertà intendo fiducia in te.

Pensa che manchi la fiducia dello staff?

Credo che non ci sia mai stata la fiducia che ho io in tutti i giocatori. Fin dall'inizio ci sono stati giocatori cui veniva chiesta una cosa, e loro la facevano. In generale, qui si è molto incatenati (fa il gesto delle manette, ndr). Mi spiego: se sono in una squadra, non ti volto le spalle solo perché giochi male due partite. Devo sempre averti vicino. Questa è la differenza con gli States. Io mi sento una point guard, ma voglio libertà. Non voglio qualcuno che mi dica continuamente nell'orecchio cosa devo fare: so come si gioca a pallacanestro.

È cambiato qualcosa con l'arrivo di Bucci per Ticchi?

Il record è simile: ne vinciamo due, poi ne perdiamo una. Ora dobbiamo lavorare e fare ciò che è giusto per la squadra, non per noi stessi: io gioco per il nome che ho davanti, non per quello che ho scritto dietro. Sarebbe facile fregarmene della squadra e fare 20 punti a sera, ma non è così che si gioca e non è quello che mi chiedono di fare. Ma io non cambio il mio gioco per nessuno: io vado in campo e gioco per la squadra, non gioco per Vonteego. Gioco per vincere il campionato, cosa che possiamo assolutamente fare.

Pensa che serva un'aggiunta?

Forse sì, forse no. Ogni giocatore è differente, ogni giocatore ha un carattere diverso: per essere onesto, prendere qualcuno adesso potrebbe solo far male alla squadra. Mancano tre partite, poi c'è l'orologio: lavoriamo sul materiale che c'è, facciamo gruppo, capiamo gli errori per non ripeterli. Forse ci serve qualcuno, ma aggiungere non significa trovare la chimica.

Domenica, quando ha giocato un brutto primo quarto, il pubblico l'ha fischiata.

Non direi che ho giocato male: ho perso una palla, il coach mi ha levato e il pubblico mi ha fischiato. Non mi preoccupa. I tifosi pagano e hanno il diritto di criticare: non è la prima volta. Lo è per me, e magari non sarà l'ultima. Ma non posso dire che non mi piacciono i tifosi solo perché m'hanno fischiato. Mi inciteranno la prossima volta.

 

DENTRO WILLIAMS, FUORI CUMMINGS: «TORNO A CASA»

di Marco Martelli - La Repubblica - 04/04/2004

 

Stavolta s'è arrabbiato Cummings. Come Williams, più di Williams. Stesso guaio: restare fuori squadra. Vonteego non giocherà oggi a Jesi, escluso per scelta tecnica, e ieri sera minacciava di tornarsene a casa, negli Stati Uniti. È davvero un turn over esplosivo, quello che ha per le mani la Virtus: ormai c'è da aspettarsi di tutto. Oggi, intanto, ci sarà da capire se Cummings ha fatto le valigie davvero, oppure no.

Cronaca di un altro giorno più lungo, allora. Ieri mattina la Virtus s'allena all'Arcoveggio, per raggiungere le Marche in serata. Tony Williams, che martedì scorso aveva stizzosamente incrociato le braccia, è bello disteso: giocare mette di buonumore tutti, lui si ferma pure a far qualche tiro in più, anche se poi preferisce non parlare coi cronisti. Stavolta sta fuori Cummings, anche perché, senza Brkic né Li Vecchi infortunati, a Jesi va puntellato il reparto alto. L'ex Sixers si allena comunque regolarmente e quando Bucci l'informa dell'esclusione non mostra segni d'insofferenza. Ma alle 17.30, quando la squadra parte per Senigallia, Tigo non si presenta. Lo staff prova subito a cercarlo: telefonino staccato. Poi, intorno alle 19, Santucci gli parla e informa Sabatini. Quella che segue è la ricostruzione del presidente. «Cummings ci ha detto: sto tornando in America, tanto non avete più bisogno di me. Da non credere. Ora, anche Williams aveva fatto un'alzata di capo, ma dopo ha rigato dritto, anche grazie alla mediazione del suo procuratore. Sono stupito dalla scarsa professionalità mostrata da Cummings: noi contiamo su di lui e teniamo i 4 americani per non correre il rischio di trovarci con uno in meno nei playoff. Poi, non era mica detto che a Jesi non avrebbe giocato. Mi auguro che ci ripensi, ma sono molto incazzato: se ci lascia, parte una causa per danni. E comunque, ecco l'ennesima lezione: paghi puntualmente gli americani, e vedi cosa succede».

Oggi ci sarà un epilogo, dopo una nottata di intuibili contatti, anche attraverso l'agente Luigino Bergamaschi, mentre ieri, fino al divampare del caso, la giornata era stata idilliaca. Di Anthony Williams, dopo averlo catechizzato in un'oretta di chiacchiere a fine seduta, tra un allungamento e l'altro, aveva parlato il capitano Andrea Niccolai. «Per loro non è facile - aveva detto Nick -, e in questa situazione di turnover credo vadano supportati: sono tutti orgogliosi e star fuori in partite ogni volta più importanti non è affatto facile. È giusto parlargli, fargli sapere che per la squadra conta pure chi sta fuori, perché ogni giorno lavora col gruppo. Martedì Tony c'era rimasto male, ha reagito altrettanto male, ma è stato un gesto istintivo: a freddo ci ha ragionato e sa che quando sarà chiamato, come lo sarà ora, dovrà rispondere per il meglio».

 

SABATINI CITA CUMMINGS: 2 MILIONI

La Gazzetta dello Sport - 06/04/2004

 

Deflagra il caso-Cummings alla Virtus. La guardia, dopo aver boicottato la trasferta di Jesi, ieri non si è allenata adducendo problemi fisici. Il patròn Sabatini ha deciso di citarlo per danni, per 2 milioni di euro. «Col suo comportamento - spiega - ha gravemente leso l’immagine della società. Non aggregarsi alla squadra è un atteggiamento proprio di chi non viene pagato. Cummings invece riceve puntualmente lo stipendio». Coach Bucci è più morbido: «Parlerò con Vonteego: vogliamo recuperarlo. Certo, lo spogliatoio non l’ha presa per niente bene».

 

CARISBO, L'EQUIVOCO DI VONTEEGO CUMMINGS

SuperBasket - 14/04/2004

 

Si è risolto tutto come un banale equivoco. Mal gestito, ma pur sempre un equivoco. Eppure, ad un certo punto l'atmosfera era divenuta davvero pesante tra la Virtus Bologna e Vonteego Cummings. Tutto è nato alla vigilia della trasferta a Jesi. Senza gli infortunati Li Vecchi e Brkic, coach Bucci aveva deciso di schierare Tony Williams, lasciando Cummings in tribuna. Vonteego, che in un primo momento aveva mostrato di accettare la scelta, si è invece rifiutato di seguire la squadra a Jesi, disertando sia la partenza con la squadra del sabato pomeriggio che, il mattino successivo, il viaggio insieme al medico sociale. La rottura appariva scontata, Cummings sembrava sul piede di partenza (si era parlato addirittura di un trasferimento al BC Kiev di Renato Pasquali che invece prenderà il novarese Sean Colson), ma i colloqui tra il ds Marco Santucci, Vonteego Cummings e l'agente americano Dave Gasman hanno sistemato la situazione. Cummings non si è allenato il giorno dopo la partita, presentandosi con una borsa del ghiaccio sul ginocchio destro, prima di tornare a lavorare regolarmente il martedì mattina.

Nel mezzo, però, il patron Claudio Sabatini, che aveva sempre smentito le voci di taglio del giocatore aveva tuonato: "Abbiamo inviato all'agente americano di Cummings una causa da due milioni di dollari per danni all'immagine. Cummings si è comportato come un giocatore che non viene pagato, e invece qui paghiamo puntualmnte". Una decisione che non ha avuto seguito, visto che Vonteeego è tornato ad allenarsi: "Mi sono arrabbiato perché il club ha convocato me, Smith e Williams, spiegandoci che sarebbe arrivato un quarto americano, ma non che uno di noi tre sarebbe stato in tribuna. Sarebbe arrivato un giocatore di scorta, per cautelarsi da infortuni". Una tesi confermata dall'agente italiano di Cummings, Luigino Bergamaschi, ma non dal ds virtussino Santucci: "Gli americani sapevano che sarebbe arrivato il quarto straniero, e che coach Bucci avrebbe deciso di volta in volta chi schierare".