ANDREA TASSINARI

Tassinari in palleggio (foto tratta da www.virtus.it)

nato a: Pescara

il: 12/06/1996

altezza: 182

ruolo: play

numero di maglia:

Stagioni alla Virtus: 2013/14 - 2014/15

statistiche individuali del sito di Legabasket

 

LE MIE GIOVANILI

di Andrea Tassinari – 28 Maggio 2015

 

Probabilmente quest’anno è finita la mia avventura nelle Giovanili. Ho passato 9 anni in Virtus, passando dall’andarci accompagnato dalla mamma, all’andarci in treno, ad andarci in macchina da solo. Perchè in fondo la Virtus è casa mia, dove sono cresciuto, dove sono cambiato e anche dove mi hanno educato, dove capisci che “da solo” non esiste, esiste solo la squadra. Ad alcuni sembrerà ridicola questa cosa che scrivo, ma non importa.
Ho visto molti giocatori, molti amici passare da qui, alcuni che hanno smesso, alcuni che hanno cambiato squadra, volevo solo ringraziare TUTTI quelli con cui ho avuto la fortuna di giocare.

Ho molte persone da ringraziare, a partite da Giordano Consolini, un allenatore dentro e fuori dal campo, grazie.

Marco Sanguettoli (murphy), quest anno allenatore dell’Under 19, lui che mi ha allenato 4 anni su 9, che mi conosce forse meglio di me, mi ha aiutato a crescere insieme a Giordano.

Mattia Largo è stato quello più vicino sempre, ascoltava e capiva anche quando avevo dei problemi fuori dal campo diventando un amico più che un allenatore, ed è per questo che ti ringrazio.

Voglio ringraziare anche Giorgio Valli che mi ha permesso comunque di provare l’esperienza in Serie A, e anche Cavicchi e Fedrigo, che come tutti in Virtus mi hanno cresciuto, grazie.

Devo ringraziare un altra grande persona, Andrea Rizzoli, che purtroppo è venuta a mancare, ringrazio anche lui e il perchè l’ho spiegato tempo fa.

Scusate se ho dimenticato qualcuno.

In bocca al lupo,

Grazie a tutti.

ANDREA TASSINARI: SONO TIFOSO VIRTUSSINO FIN DA PICCOLO, CI TENGO A FAR BENE E SPERO UN GIORNO DI TORNARE

tratto da bolognabasket.it - 06/10/2016

 

Andrea Tassinari, nato e cresciuto nel settore giovanile Virtus, ora è un giocatore dell’Andrea Costa (in prestito) e domenica ritroverà i bianconeri da avversario.
Riccardo Rossi su Stadio ha intervistato il playmaker centese, classe 1996.
Ecco le sue parole:

Domenica non l’abbiamo persa all’ultima azione, sì li abbiamo sbagliato, ma i veri errori li abbiamo commessi prima e quasi tutti in difesa. Stiamo lavorando duro sull’uno contro uno difensivo e su come contenere il pick n’ roll altrui, però ad Ancona non siamo riusciti a mettere in pratica quando studiato. E poi abbiamo sofferto davvero troppo a rimbalzo, una differenza del genere si paga. Sì, sappiamo di essere più piccoli degli altri, che ci manca un 4 di ruolo e ora anche Borra, però dobbiamo tio-vare il modo di compensare questo gap e, comunque, per come giochiamo in attacco, i rimbalzi sono fondamentali, rappresentano la benzina di tutto.

Inevitabile che il prossimo incrocio con la Virtus rappresenti qualcosa di particolare per Tassinari, visto che oltre a tifarci in curva, per i colori bianconeri, il giovane emiliano li ha anche portati al titolo tricolore durante le stagioni del vivaio: E’ chiaro che la sento, ma cerco di non pensarci. Alla Virtus ho giocato per 9 anni, vivendo là e svolgendo tutta la trafila delle giovanili, insomma è un po’ come casa mia. La sfiderò per la prima volta in una partita ufficiale e ci tengo a fare bene. Se sogno di tornare lì? Beh, io sono tifoso virtussino fin da piccolo, andavo in curva a Casalecchio e mio fratello ha giocato alla Virtus, certo che sogno prima o poi di arrivare in prima squadra lì, però il mio presente è l’Andrea Costa e conta solo dare il massimo per lei. Mi piacerebbe ripetere quanto fatto da Penna, uno dei ragazzi nel roster di coach Ramagli che conosco bene ma, ripeto, per questo ci sarà tempo, in futuro.

L’impatto con l’A2 è stato duro, specie a livello d’intensità. Un conto è correre su e giù per il campo in B, un altro farlo in A2 e a maggior ragione con una squadra costruita come la nostra, ovvero con 4 esterni e un lungo. In difesa credo di aver fatto vedere che ci posso stare, evitando quegli errori tipici della gioventù che ogni tanto sono portato a commettere.