STAGIONE 1993/94

 

La Virtus di inizio campionato: Bucci, Morandotti, Carera, Binelli, Brigo, Levingston, Frattin

Nadalini, Coldebella, Savio, Moretti, Danilovic, Brunamonti, Orsoni

 

Buckler Bologna

Serie A1: 1a classificata su 16 squadre (24-30)

Play-off: CAMPIONE D'ITALIA  (7-10)

Coppa Italia: semifinalista (6-8)

Coppa dei Campioni: eliminata ai quarti (10-17)

Open: finalista (2-3)

 

N. nome ruolo anno cm naz note
4 Roberto Brunamonti P 1959 192 ITA  
5 Predrag Danilovic A 1970 201 JUG  
6 Claudio Coldebella P 1968 196 ITA  
7 Giampiero Savio G 1959 190 ITA  
9 Paolo Moretti G/A 1970 200 ITA  
11 Augusto Binelli C 1964 211 ITA  
12 Cliff Levingston A/C 1961 203 USA fino al 04/12/1993
13 Riccardo Morandotti A 1965 200 ITA  
14 Flavio Carera C 1963 206 ITA  
15 Damiano Brigo C 1973 209 ITA  
16 Russ Schoene A 1960 205 USA dal 01/01/94
  Alessandro Romboli P 1975 185 ITA dal 09/01/94 al 24/05/94
  Andrea Giacchino   1975   ITA dal 19/12/93 al 13/03/94
  Daniele Soro   1975   ITA dal 22/12/93 al 13/02/94
  Gianluca Porfiri A 1974 200 ITA dal 16/10/93 al 22/12/93
  Christian Barzanti   1974 204 ITA dal 28/11/93 al 28/11/93
Solo allenamenti: Joe Harvell
             
  Alberto Bucci All     ITA  
  Lino Frattin ViceAll     ITA  
   Roberto Nadalini  ViceAll     ITA  

 

Partite della stagione

Statistiche di squadra

Statistiche individuali della stagione

Giovanili

IL FILM DELLA STAGIONE

di Ezio Liporesi per Virtuspedia

 

Partito Messina ad allenare la Nazionale, ritorna sulla panchina Virtus Alberto Bucci, l'allenatore della stella e di quei 10 ritrova Brunamonti e Binelli. Arriva Savio, specialista nel tiro pesante e al posto di Wennington arriva da Salonicco Cliff Levingston, che vanta in NBA 852 partite e due titoli con Chicago. Binelli e Danilovic convalescenti: Gus dopo l'operazione estiva ai legamenti del ginocchio destro, Sasha per una frattura allo scafoide patita nella summer league americana, che almeno gli consente di mantenere il tono fisico in ritiro. Nessuno dei due parte per il primo torneo a La Coruna e non parte neppure Levingston sofferente a causa di una sciatalgia. Sconfitta di 27 punti nella prima gara dal Cibona, le Vu nere si rifanno battendo il Real. Torneo a Limoges, senza Danilovic, rimasto a Bologna, e senza Morandotti, costretto a rimanere in albergo per un malanno gastrointestinale. Sconfitta all'esordio contro Amazonas Franca, poi il doppio confronto della seconda giornata (non gradito all'allenatore delle Vu nere), bella vittoria contro Leverkusen, 89-75 con 21 punti di Levingston e una buona prova di Binelli, reduce dall'operazione, per lui 13 punti in 16 minuti con 6 su 10 al tiro, infine la sconfitta con un canestro allo scadere contro l'Olimpiakos Pireo; il giorno dopo finale per il 3° posto, nuovamente contro il Bayer e nuova gara sfuggita per un canestro sulla sirena. Il coach bianconero aveva ragione di lamentarsi, Binelli torna con un risentimento al tendine sinistro, quello non operato, Coldebella con una caviglia in disordine. Esordio in Coppa Italia contro Padova, che seppure con un solo straniero, Fox, Baker è infatti in borghese, resiste per tre quarti di gara, approfittando delle amnesie difensive della Virtus per piazzare parziali notevoli. Con Binelli non al meglio, toccherebbe a Carera avere più spazio, ma Flavio commette 3 falli dopo 4 minuti, sul 12-6 e il quarto appena rimesso piede in campo, al 22', sul 51-46. Così tocca a Morandotti giocare a lungo da post e ci sono minuti anche per Brigo. Primo tempo chiuso sul 47-45, poi la Virtus alla distanza prende il largo, 96-75. Nel ritorno gioca Levingston, in dubbio alla vigilia per una tendinite, ma soprattutto è il giorno del debutto stagionale per Danilovic, che firma 19 punti. Gara senza storia, dopo il divario dell'andata, ma la Knorr onora l'impegno, 35-47 all'intervallo e 81-90 al termine. Qualificazione per gli ottavi, con in programma il derby.

Prima gara in casa della Fortitudo. Sontuoso primo tempo delle Vu nere, 31-47 al 18'30, poi la F piazza un parziale di 5-0 e chiude il tempo 36-47; continua la rimonta nella ripresa, opera il sorpasso e al 34' è sul 72-67, con un parziale a cavallo dei due tempi di 41-20. Reagisce la Virtus, guidata da Moretti, 24 punti con 7 su 10 dal campo e 7 su 8 dalla lunetta: parziale bianconero di 3-16 e Virtus di nuovo al comando 75-83. La Fortitudo non ci sta e finisce con un 6-0, fissando il punteggio sull'81-83. Vince la Virtus, ma la qualificazione resta da giocarsi nel ritorno, dove troviamo una Virtus straripante; mentre in tribuna c'è tensione tra Palumbi e Cazzola, quest'ultimo ha liberato dei posti degli abbonati, per concederli ai tifosi ospiti, ma essendosi questi presentati in numero largamente superiore al previsto, si è creato disagio per gli abbonati, un lavoro supplementare per le forze dell'ordine e un clima di scontento tra i presidenti. Tutto questo in campo non si avverte, per le Vu nere è una cavalcata trionfale. 20-4 al 10', con la Fortitudo che ha segnato un solo canestro dal campo con Esposito, l'unico a provare a limitare la disfatta, ma ottimamente marcato da Danilovic e, soprattutto, Morandotti; 35-12 al 15', 56-23 all'intervallo, più 40 nella ripresa con un libero di Brigo, più 44 al 36', sul 93-49 e più 41, 101-60 alla sirena, massimo distacco mai registrato in una stracittadina. Tutti i giocatori della Knorr su ottimi livelli, una citazione per Savio, 4 su 5 e un'azione da 5 punti. Strapotere bianconero, tecnico e fisico, ben evidenziato anche dai 24 rimbalzi offensivi. Fa discutere l'atteggiamento di Brunamonti, che ad un certo punto indica il tabellone ai compagni, ma il capitano spiega che è un segno di rispetto per gli avversari impegnarsi fino all'ultimo. Terminata la sbornia, bisogna affrontare il turno successivo contro Pistoia, per l'accesso alla final four. In Toscana gioca Danilovic, che dopo il derby è stato fermo due giorni per una botta al polso fratturato. Nullo Binelli, opaco Carera, Levingston ancora non perfettamente inserito nei giochi, Brunamonti appannato, i migliori sono Danilovic, sempre presente nei momenti difficili, Coldebella, protagonista di un ottimo avvio, Morandotti e Moretti. Parte forte Bologna, 0-7 al 2', poi 8-17, con le penetrazioni di Coldebella e Danilovic e le conclusioni di Levingston e Morandotti. Poi la Kleenex rimonta e passa a condurre, 42-35 al 17', chiudendo il tempo sul 49-45. Con quattro piccoli e Carera, Bucci trova l'assetto che permette alle Vu nere di tornare sopra, 64-65 al 29'. Qui accade il fattaccio dell'espulsione di Webb e Morandotti, i locali approfittano del clima e volano sul più 10, 83-73 al 36'. Ci pensa Sasha a riportare sotto i suoi, l'ex Righi, pur autore di una buona gara, butta via due palloni e così i bianconeri perdono solo 85-83 e Levingston ha anche il tiro pesante per vincere, ma lo fallisce. La qualificazione rimane tutta da decidere al ritorno. A Bologna ci sono anche Coldebella e Binelli seppure acciaccati. Come già nell'andata, Gus e Carera accumulano falli, per Flavio sono già tre al 9', quindi ci pensano Morandotti e per 14' Brigo ad appoggiare un grande Levingston, 22 punti in 37', con 8 su 12 al tiro e 13 rimbalzi, di cui 4 offensivi tutti trasformati in canestro e un +41, che stavolta non è il distacco delle squadre, ma la sua valutazione. La Virtus fa fatica a staccarsi di dosso i pistoiesi, 25-20 al 9', quando escono Morandotti e Carera per Moretti e Binelli, 50-43 all'intervallo, 63-53 al 26'30", ma di nuovo Kleenex vicinissima, 64-62 al 29'. Quando frena un po' Danilovic, 31 punti con 11 su 16 dal campo e 7 su 9 dalla lunetta, esce fuori Levingston, profittando anche dei 4 falli di Binion e Webb, così con un parziale di 19-2 la Virtus chiude il conto; a 1'40" dalla fine il punteggio è a +21 sul 95-74 e il finale di 97-83 porta la Virtus alla final four. Bene, oltre ai due stranieri, Coldebella, molti minuti di qualità e Moretti, con canestri importanti. Esordio in campionato in casa contro Roma, in anticipo televisivo: è una Virtus tutta intensità difensiva e velocità, i capitolini resistono meno di un tempo, i bianconeri arrivano fino al più 28, sul 95-67 e chiudono vittoriosi 99-74. A Reggio Calabria, per resistere all'aggressività dei giocatori della Viola, Bucci fa ruotare molto i suoi, al 13' sono già entrati in nove, quando la Virtus raggiunge il massimo vantaggio fino a quel momento, 26-30. All'intervallo si va sul 39-41, grazie all'ultimo canestro di Coldebella, ma a inizio ripresa calabresi di nuovo avanti. Al riaggancio a quota 45 ci pensa Danilovic, che opera anche l'ultimo sorpasso a 2'25" lasciando la Viola a 69; Poi con due palle perse e un facile canestro sbagliato la Pfizer alza bandiera bianca e non segna più punti. I liberi di Morandotti e Brunamonti e l'ultimo canestro di Coldebella fissano il punteggio sul 69-77. Alle porte ci sono 4 partite a Bologna: l'anticipo della quinta giornata contro Verona, per l'impegno che in ottobre vedrà la Virtus impegnata nel McDonald’s Open, le gare contro Pistoia e Caserta, con in mezzo la trasferta...nel derby.

Contro la Glaxo dell'ex Bonora, Levingston ha la schiena a pezzi, Binelli è in serata storta, ma Danilovic e Moretti sono in vena di prodezze. Tra il 14' e il 16' i bolognesi operano un allungo, dal 24-22 al 33-24. I veneti, però non si arrendono mai, al 35' sono in parità, 64-64, qui le Vu nere hanno l'accelerazione decisiva, Danilovic segna 5 punti filati e Bologna si trova sul 73-67, per chiudere poi 81-71. Scongiurato il pericolo ernia per Cliff, arriva anche la buona notizia del sorteggio di Eurolega, un girone abbastanza agevole per la Buckler. Contro Pistoia, non c'è storia: i toscani sono sorretti da Binion, 35 punti, 21 rimbalzi, 4 recuperi e 51 di valutazione e in parte dall'ex Righi, 14 punti, ma nulla possono fare contro lo strapotere bianconero: dal 34-32 del 13', un primo parziale di 11-2 apre il divario; all'intervallo si va sul 58-41 e, all'inizio della ripresa un nuovo strappo di 18-6 porta la Bologna sul 76-49. La Virtus chiude 114-83 con 154 di valutazione (era stato 133 nel derby del più 41), contro il 61 della Kleenex (51 solo per Binion). Danilovic segna 24 punti in 26', con 7 su 7 da due, 2 su 2 da tre e 4 su 5 ai liberi, 4 rimbalzi e 2 assist. Coldebella, Moretti e Binelli vanno con la nazionale, i primi due giocano contro la Lettonia, segnando rispettivamente 3 e 14 punti, Binelli s'infortuna in una prova da sforzo e non può giocare il derby; Moretti gioca una stracittadina imbarazzante, un po' meglio Coldebella, ma la settimana azzurra è stata deleteria. Parte fortissimo la Fortitudo, 38-26 al 16'; primo vantaggio Virtus 50-52 al 28'30", con una tripla di Danilovic; a 6'28" dalla fine sul 66-62 per la Fortitudo, Morandotti e Carera sono già scesi per falli, Bucci affianca a Levingston Brigo, ma gli avversari invece di dare la palla a Comegys e Gay, sparacchiano da fuori e la Buckler fa subito un parziale di 6-3, poi si porta avanti 69-73 con Danilovic dalla lunetta. La Fortitudo segna solo un altro canestro, la tripla di Esposito a 2'48" dalla sirena, poi lunga serie di errori, Danilovic sbaglia l'1+1 (comunque per lui 14 su 18 dalla linea del tiro libero, 4 su 8 da due e 3 su 6 da tre, per 31 punti totali), ma dall'altra parte prima e dopo commettono lo stesso errore Casoli due volte, Comegys e Dalla Mora; a 1'51" dalla fine Gay sorpassa, ma commettendo il suo quinto fallo, quindi il canestro viene annullato. A non fallire i liberi a 8" dalla fine è Brunamonti conducendo le V nere al sofferto successo 72-75. Si va all'Open ed è tutta un'altra Virtus; 129-88 all'Amazonas Franca, con 27 punti di Danilovic. Al 3' è già 12-4, 21-9 al 7', 32-12 al 10', Morandotti segna per il 68-41 all'intervallo lungo, quando Binelli ha tre falli, tutti commessi in attacco. Dopo 3'30" della ripresa punteggio sul 78-45 e gara ampiamente finita. Contro il Limoges è Levingston a giganteggiare, 26 punti, 15 rimbalzi, ma sei virtussini sono in doppia cifra. Il 31-17 del 10' fa presagire una gara simile alla precedente, ma i francesi rimontano e passano a condurre 41-44 con un parziale di 4-15. Pronta risposta dei bolognesi, che si riportano avanti 64-50, grazie soprattutto a Binelli e Levingston.  A fine terzo quarto 76-63 e finale di 101-86, prima finale raggiunta da una squadra italiana all'Open. Cliff è strepitoso anche contro i Phoenix Suns di Barckley, Cliff è strepitoso anche contro i Phoenix Suns, ma bene giocano anche Danilovic e Binelli; i bianconeri resistono a lungo, poi cedono 122-90. Secondo posto per la Virtus dietro i "mostri" dell'NBA. Ha impressionato Danilovic, considerato pronto per varcare l'oceano, e Levingston, già ampiamente conosciuto da quelle parti. L'americano è il migliore rimbalzista del torneo, il migliore stoppatore e il migliore tiratore da sotto; nei marcatori è terzo a un solo punto da Danilovic che è secondo.

Esordio nel girone di Eurolega avversario il Cibona, contro cui l'anno prima  fu giocata la partita della paura e, a Bologna, ci fu la festa del più 40, con i tifosi a mimare aeroplanini. Questa partita assomiglia molto a quella, con tre canestri di Morandotti la Virtus vola sul 15-4 e, sorretta dai lunghi, Levingston 13 rimbalzi e 2 recuperi, tiene sempre le diastanze. All'intervallo 53-36, al 25' timida reazione slava, 66-53, ma poi entra in scena anche Danilovic, al 34' siamo sul più 34 e il finale registra un divario di 28 punti, 114-86. Ottimo il 4 su 5 nelle triple di Brunamonti. Intanto il riconoscimento della pallacanestro come sport professionistico, nell'ambito della legge Bosman, fa partire un contenzioso tra la Virtus e Villalta, che vorrebbe riconosciuto il suo statuto di lavoratore dipendente. Contro Caserta non c'è Morandotti, fermato da una tonsillite; l'asse play- pivot della Onyx, Bonaccorsi - Shacklefors prodice 63 punti, quello bolognese, Coldebella - Binelli solo 4. Inizio 4-12, ma poi la Virtus si riprende, grazie anche a Bonaccorsi che consegna nelle mani di Coldebella una rimessa; poi con Moretti e le bombe di Brunamonti, subentrato a Coldebella, la Virtus si stacca; primo tempo chiuso con Bologna avanti 52-44 e vantaggio che si allarga a più 10 a inizio ripresa. Le poche palle ai pivot, un tiro Binelli, sette Levingston e due Carera sono indice di poca pericolosità, come troppe sono le 26 triple tentate. Caserta rimonta, con Bonaccorsi che segna 22 punti in 17' e passa a condurre, due volte anche di 7 punti, comunque Danilovic a 18" dalla fine pareggia con una tripla, poi Bucci ordina il fallo, ma Caserta muove veloce la palla e i bolognesi non riescono a fermare il gioco, così a 2" dallo scadere Bonaccorsi segna subusce fallo, mette i due liberi e campani vittoriosi 93-97. In Spagna, sempre senza Morandotti, contro il Badalona, dal 24-24 di metà tempo, si passa, con un parziale di 27-10 sul 51-34 e bisogna ringraziare due canestri di Binelli se le cose non vanno peggio. Nella ripresa Virtus a zona, ma al 27' spagnoli sempre avanti 66-44 e partita decisa. Finale 80- 66. A cavallo dell'intervallo Danilovic commette terzo e quarto fallo. A Pesaro la Scavolini con un parziale di 17-2 al 7'30" si porta sul 19-6 e a fine primo tempo conduce 43-34. Danilovic è ben limitato da Myers, Moretti dai suoi problemi fisici e così Pesaro per tre quarti di partita conduce le danze, poi, sotto la regia di Brunamonti, con Coldebella a guardia di Myers, Morandotti a braccare McLoud, Bologna dal 62-47 del 28', rimonta fino al 66-63 del 38'03", ma senza mai dare la sensazione di poter vincere, infatti finisce 76-68 per i locali. La Virtus che in due mesi aveva perso solo a Pistoia e contro i Suns, perde tre volte in sei giorni. Fortunatamente si va alla pausa, all'inizio della quale Bucci ha solo 6 giocatori da allenare, Binelli e Coldebella sono via con la nazionale di Messina, Danilovic con quella serba e Moretti è fermo per il problema al piede. Poi Levingston e lo stesso Danilovic sono all'all star game di Roma tra i migliori stranieri del nostro campionato e quelli del torneo spagnolo, vinto dai primi 135-131, con i due bianconeri entrambi a quota 16 punti, ma sono regolarmente presenti due giorni dopo al torneo di Novara, dove mancano sempre Coldebella, Binelli e Moretti. I due stranieri sono protagonisti della agevole semifinale contro Varese, Sasha con 25 punti e Cliff con 20. Nella finale contro Venezia, altro nitido successo, con ancora Danilovic sugli scudi, 34 punti, ben supportato da Carera, 26 punti; i veneti, molto rimaneggiati, difendono sempre a zona, il che permette a Bucci di sperimentare attacchi alla difesa collettiva. Nell'anticipo televisivo del sabato, contro Livorno, salta la sfida contro Richardson, perché Sugar è squalificato. Vittoria per 82-71, ma la manovra bianconera è poco fluida, la Buckler è nervosa, ma difende bene e trova un ottimo Savio, immesso da Bucci solo nella ripresa, per cercare di tenere in campo il più possibile i giocatori meno in forma per poterli recuperare. Purtroppo c'è da registrare, per Binelli, la distorsione della caviglia sinistra.

In coppa arriva l'Orthez, senza il playmaker della nazionale Demory e la stella Catledge, fuggito in USA. Vigilia tormentata, con l'infortunio di Gus e l'influenza che colpisce Danilovic e Brunamonti, per il serbo un forte mal di gola, per il capitano la cosa sembra più pesante, ma alla fine, seppure in non ottime condizioni i tre sono presenti. 6-0, 12-4, 20-7 con Carera e Morandotti bravissimi nelle incursioni e Riccardo anche nello sfruttare il contropiede, poi i transalpini passano a zona e ci rimarranno per 30'. Opaco Levingston e Bucci lo sostituisce per qualche minuto con Binelli, che però non riesce a giocare a lungo a causa dell'infortunio, poi mette in panchina tutto il quintetto e l'Orthez, con un parziale di 3-10 si porta sul 23-17 all'8'30". Riparte la Virtus e gara già chiusa nel primo tempo, chiuso sul 43-19, con i francesi che tirano solo con il 17% da due punti (sarà il 35% alla fine), mentre la Virtus tira nella prima frazione col 74% da due e vince la gara a rimbalzo, 22-13. Nella ripresa da ricordare solo una grande schiacciata di Levingston e una piroetta di Morandotti, con gli avversari che rimontano parzialmente, perdendo alla fine 76-61. Ancora lontano dalla forma migliore Moretti. Bucci apprezza l'ottima difesa della sua squadra per 23' e la capacità di correre, almeno finché il Pau ha difeso a uomo. A Reggio Emilia, con Binelli recuperato e, finalmente un Moretti implacabile al tiro, partita in discesa, dopo un'iniziale 7-2 della Reggiana; con un parziale di 16-3 la Virtus indirizza la gara, al 13' siamo sul 20-35, all'intervallo il punteggio è 37-54. Nella ripresa sul 40-60 Reale piomba su Levingston e Morandotti: l'americano si rialza subiro, Riccardo viene invece portato a braccia negli spogliatoi, con una distorsione alla caviglia sinistra, che si rivelerà meno grave del previsto. 36 punti per un ottimo Danilovic, che Porelli alla fine definisce la cosa più bella dell'attuale basket italiano. Morandotti parte regolarmente per Lisbona, per affrontare i portoghesi ancora a digiuno di vittorie nel girone. Partita forse presa alla leggera, Levingston addirittura ha messo in valigia due scarpe destre e si deve affrettare a comprarne un paio. Subito 9-0 al 4' per i lusitani e 15-8 al 6'30". Levingston non tiene Conceicao e allora Bucci lo dirotta sul trentacinquenne Plowden e sull'angolano ci va Binelli; proprio Augusto e Morandotti sono i protagonisti della rimonta, che porta Bologna sul più 5 al 16'. All'intervallo Buckler avanti di uno sul 42-43, ma la ripresa è un pianto, i bolognesi concedono troppi secondi e terzi tiri, subiscono 60 punti e perdono 102-90. Ci si rituffa in campionato per cercare il riscatto, di sabato, contro la Benetton, reduce da tre sconfitte consecutive. Parte forte Bologna, 12-3, poi controlla il primo tempo, chiuso sul 46-39, determinato, soprattutto, dal predominio a rimbalzo, 24-9 (al termine sarà 40-26), con i veneti che non ne catturano in attacco. Nella ripresa Treviso rientra prepotentemente in gara e sorpassa al 27'30", sul 53-55; immediata la reazione della Buckler, un 11-0 firmato da due triple di Moretti, la prima appena entrato, intervallate da un canestro acrobatico di Binelli e per finire un altro canestro pesante, questa volta di Savio. Così la Virtus si porta sul 64-55 e riesce anche ad assorbire il quarto fallo dei due stranieri e chiude vittoriosa 88-76. Ottimo Danilovic, 30 punti, chirurgico Moretti nel break decisivo, benissimo Binelli, 16 punti, con 6 su 10 al tiro, 4 su 4 dalla lunetta e anche 10 rimbalzi, secondo nella valutazione solo a Sasha, bene Morandotti in difesa su Mannion e Pittis, sul quale si è cimentato anche Levingston e importante anche Coldebella, che dopo un avvio stentato, nella ripresa ha costretto in 100 secondi Garland al terzo, quarto e quinto fallo. Una vittoria costruita sulla difesa dopo i 102 punti subiti in Portogallo.

La preparazione della sfida europea con l'Efes, in testa al girone con 4 vittorie in 4 incontri, è caratterizzata dai dubbi sulla presenza di Binelli, che lamenta un colpo al ginocchio, e Levingston, vittima dell'influenza; la vigilia è funestata dalla scomparsa per un infarto, a soli 40 anni, di Lamberto Monari, addetto agli arbitri. La gara con i turchi non vede in campo Cliff, ma Augusto, non solo ha recuperato, ma è tra i grandi protagonisti, con 19 punti, frutto di un 9 su 12 dal campo, 11 rimbalzi, 5 recuperi e 2 assist. Fino al 12', quando sul 21-13 commette il quarto fallo Richard c'è partita, e Morandotti e fin qua ha marcato il 2.10 Oyguc. Bucci si deve affidare molto agli esterni, Brunamonti, Moretti, Coldebella e Savio, autore di 14 punti con il 100%, 3 su 3 da due, 2 su 2 da tre, 2 su 2 ai liberi e 2 assist, e utilizza anche un quintetto con Carera e quattro piccoli. Nonostante l'assenza di Levingston, La Virtus domina ai rimbalzi, 20-9 all'intervallo e 35-19 al 40', e nel punteggio, 46-27 alla pausa, 78-51 al 37', massimo vantaggio, per poi chiudere 85-65. Grande prova di Danilovic, 23 punti, 7 su 13 al tiro e 7 su 7 ai liberi, 4 rimbalzi e 4 assista, ma soprattutto una superba prova difensiva sull'emergente Sarica, tenuto a un solo canestro e 4 punti, talento che era stato capace di segnarne 34 nella vittoria dell'Efes ad Atene contro il Panathinaikos. Intanto cresce la preoccupazione per il dolore alla schiena di Levingston. A Mestre contro la Reyer ancora Danilovic sugli scudi, 33 punti con 13 su 15 al tiro, 11 su 12 da due e 2 su 3 nelle triple, 5 su 7 ai liberi, 2 rimbalzi, 5 palle recuperate e tre assist. Partita subito indirizzata verso Bologna, 2-16 all'8', poi i lagunari si riavvicinano con la zona 2-3, ma al 12' un tripla di Moretti porta la Virtus sul 24-32. Nonostante i 3 falli di Binelli già al 5', Carera se la cava benissimo. La Buckler vola fino al più 19, ma Venezia, con un parziale di 9-0 si riporta sul meno 10, prima che Danilovic e Brunamonti, con gli ultimi canestri del tempo, fissino il punteggio alla pausa sul 33-48. Nella ripresa continua la marcia delle Vu nere, più 29 al 31', poi i bolognesi si siedono un po', Reyer a meno 18 al 35', per poi ripartire con la volata finale, che vede Bologna raggiungere il massimo vantaggio di 32 punti sul 98-66 e superare quota cento sulla sirena con Brunamonti: 72-101.

Intanto si pensa a una possibile sostituzione di Levingston, partito per gli Usa dopo avere ottenuto dalla Virtus di potere farsi visitare oltreoceano; difficile, però, individuare un possibile sostituto: Wennington, in forza ai Chicago Bulls, è trattabile solo nella seconda metà di gennaio e inoltre i tori hanno due pivot infortunati e l'apporto di Bill è imprescindibile per il momento; un'altra opzione sarebbe Schoene, già protagonista in Italia, impegnato nella CBA, ma ancora con i diritti di proprietà di Verona e Cazzola è restio a fare altri affari con la Glaxo dopo i già costosi fatti di recente. Nel frattempo occorre affrontare la Clear in trasferta, per la coppa. L'influenza stavolta colpisce Binelli, 38,5 di temperatura, che il dottor Rimondini riesce a fare abbassare, ma Augusto è in grado solo di andare in panchina. I canturini sono invece privi di Winslow. Danilovic blocca il temuto Tonut, che si ferma a 3 su 12, limitato anche dai falli. Al 9'30" Virtus avanti 6-15, poi Cantù rimonta e impatta 20-20 al 12', ma con i 4 piccoli Bologna torna avanti 31-40 all'intervallo e 33-43, massimo vantaggio, dopo 90 secondi della ripresa. Subito dopo Tonut commette il quarto fallo e le Vu nere nel desiderio di chiudere i conti vengono presi dalla foga, che però è cattiva consigliera e così Montecchi con una tripla al 29' porta avanti la squadra di casa, 48-46, dopo un parziale di 15-3. Immediata reazione della Buckler, con una fiondata di Savio, che apre un parziale di 6-18, chiuso da Danilovic, e in pratica la partita finisce qui, anche se siamo solo al 36', Punteggio finale 60-71. Intanto la vittoria del Benfica a Badalona, dimostra che la Virtus perse contro una squadra capace comunque di tenere il campo. Arriva la diagnosi dell'indisposizione di Binelli: ha contratto dal figlio la varicella e alle porte c'è la classica sfida contro Milano da affrontare con un reparto lunghi decimato. La Virtus non sembra accorgersene, la Recoaro segna il primo canestro dopo 5'43" e Bologna, con un parziale di 16-1, al 12' è sul 33-12. Bisogna sotto canestro affidarsi soprattutto a Carera e Flavio risponde presente: 12 punti, 19 rimbalzi, di cui 13 nel primo tempo contro i 10 di tutta la Recoaro, 6 recuperi e 7 falli subiti. All'intervallo Virtus sul 49-29 e nel secondo tempo vantaggio ancora dilatato al 27'30", quando il terzo tiro pesante a bersaglio di Moretti su tre tentativi, fa registrare il massimo vantaggio, 72-39. Poi le Vu nere si risparmiano un po' e il finale di 96-87 è generoso per l'Olimpia. Danilovic, 27 punti, e Moretti, 25 i migliori realizzatori. Rientra Levingston dall'America e portando con sé lastre e referti, esprime l'intenzione di farsi operare, mentre la Virtus, esibendo i pareri dei propri medici, lo ritiene in grado di giocare. A questo punto Cazzola decide di tagliare l'americano per inadempienza contrattuale. Un lodo della giustizia sportiva darà ragione alla società bolognese, ma il pretore del lavoro, oltre due anni dopo condannerà la Virtus a pagare tutto il restante stipendio (una parte Cliff l'aveva già ricevuta), più altre spese varie.

Si torna al Pianella, dopo sei giorni, per la gara di campionato. I padroni di casa recuperano Winslow, mentre la Virtus deve sempre fare a meno dei due lunghi titolari. Parte fortissimo la Clear, 8-0 in 80 secondi. Al 15' Morandotti, in serata storta, zero punti e un tiro in 30 minuti, spinge Tonut e manda a quel paese gli arbitri, collezionando secondo e terzo fallo, quando già Brigo era sul cubo dei cambi. La Virtus comunque regge, grazie a anche a due palloni d'oro di Brunamonti e sorpassa con Savio sul 44-45 negli ultimi secondi del primo tempo. A inizio secondo tempo la Clear torna avanti di 5-6 punti, poi 15 punti consecutivi di Moretti e Danilovic riportano sopra la Buckler 63-64, quasi a metà tempo. Sono ancora loro, con due triple nel finale a decidere l'incontro: a un minuto dalla fine Sasha firma quella del 79-83 e Paolo a 9" quella della sicurezza, 81-86. Piccoli protagonisti, con 75 punti su 86: Danilovic 27 punti con 9 su 18 dal campo e 7 su 9 dalla lunetta, Moretti 21 punti, con 8 su 16 e 2 su 2 ai liberi, Coldebella 13 punti, con 5 su 7 e 2 su 2 dalla linea della carità, Savio 9 punti con 3 su 5 e 2 su 2 nei personali e Brunamonti 5 punti con 2 su 3 dal campo. Gli altri 11 punti sono di un grande Carera, 4 su 7 al tiro e 15 rimbalzi, dopo i 19 della gara precedente. In otto entrano in campo, con minutaggi tutti in doppia cifra, ma solo in 6 producono tiri e punti, a parte l'unico tiro fallito da Morandotti, nessun tiro in 11 minuti per Brigo. Cinque vittorie su 5 gare senza Levingston, ma ora bisogna sostituirlo. Arriva Schoene, che il suo procuratore riesce a liberare dai legami con Verona; Russ, due scudetti, una Coppa Korac e una Coppa Italia con Milano e una Coppa Italia con Verona, del periodo scaligero ritrova un'ampia colonia: Bucci, Frattin, Morandotti, Moretti e Savio. Esordirà a Trieste per la sfida al vertice di Capodanno. La Virtus concede ai suoi giocatori di portare in trasferta le famiglie, potranno così in albergo, la sera prima della gara, brindare al nuovo anno con mogli, figli e fidanzate. L'esordio di Schoene è sbalorditivo, 30 punti, con 11 su 17 da due punti e 2 su 3 nelle triple, 12 rimbalzi, ma Brunamonti è dolorante a un ginocchio e Danilovic non è in serata. A supportare Russ un ottimo Savio, 13 punti in 28 minuti e così la Virtus sembra avere la partita in pugno al 30' sul 47-56; poi però Trieste rimonta e sorpassa. Pur nella partita infelice, Sasha sprigiona l'acuto, una schiacciata che a 60" dalla sirena porta Bologna avanti 71-70. La Stefanel ha tre occasioni per vincerla, ma le fallisce, non approfittando neppure di un'infrazione di passi di Savio quando mancano 11 secondi. Quando sull'ultimo pallone si getta Binelli e lo cattura sembra vinta, ma gli arbitri fischiano un fallo a favore di Gus quando il cronometro segna ancora un secondo da giocare. Liberi per Augusto e Morandotti si fa il campo di corsa per suggerirgli di sbagliare, ordine impartito da Bucci, per fare ripartire sull'errore il cronometro e vincere la gara. Binelli invece cercando di sbagliare infila entrambi i liberi e sulla rimessa Gentile riceve e fa un canestro incredibile a tutto campo. Supplementari. La Virtus mette ancora una volta la testa avanti su una tripla di Schoene, ma poi cede 86-93, anche perché concluderà l'incontro senza Coldebella, Moretti, Danilovic, Schoene, Morandotti, tutti fuori per falli. Riccardo e Sasha vengono anche espulsi, il primo sbattendo il pallone a terra per protesta sul quinto fallo di Schoene, il serbo quando era già in panchina per raggiunto limite di falli. Diversa la sanzione del giudice, semplice deplorazione per Morandotti e squalifica per Danilovic, che pagherà la cauzione e sarà disponibile per la gara con la Bialetti Montecatini.

Prima, però, c'è la gara di coppa contro il Panathinaikos, da affrontare senza Brunamonti e con un solo americano, essendo Schoene non tesserabile per la coppa. Parte forte la Virtus, 19-8, ma, al primo cambio, fuori Morandotti e dentro Carera, i greci mettono Volkov su Danilovic e in 6' confezionano un parziale di 3-18. Galis è il trascinatore dei suoi, con 32 punti, 12 su 18 da due, 1 su 2 da tre e 5 su 7 ai liberi e 7 assist elargiti nel periodo in cui la Virtus si schiera a zona. Coldebella prova a limitarlo e ad imitarlo in attacco, mettendo a segno 20 punti, ma Galis, non marca Claudio che potrebbe attaccarlo dopo il suo terzo fallo al 18'30", bensì Moretti e Savio che preferiscono sparare da lontano con esiti scarsi, rispettivamente 3 su 11 e 1 su 3. Il primo tempo si chiude sul 34-42, con le Vu nere che segnano solo 5 canestri negli ultimi 12'30". Nella ripresa Coldebella anima la rimonta, con il sorpasso ottenuto al 27'30" sul 53-54, prima di lasciare spazio a Savio. Senza Claudio e Binelli, i bolognesi patiscono un parziale di 2-12, che chiude i giochi, anche se la Buckler riesce ancora a riportarsi a meno 6 con 3' da giocare. La panchina corta, però la obbliga a difendere a zona e quindi i greci hanno buon gioco a gelare il gioco e chiudere vittoriosi. Sempre assente il capitano, contro Montecatini la Virtus soffre molto. Il 27-62 al tiro e la lotta ai rimbalzi persa 29-39 nonostante un buon Binelli, ecco come spiegare il fatto che la Bialetti al 24' sia sul 45-60, con un Boni scatenato; dopo i 10 punti del primo tempo, nel quale era stato ben controllato dalla gabbia bianconera con Coldebella e Savio che si sacrificano nel cercare di limitarlo disputando una buona gara, coperta corta che lasciava però molta libertà a McNealy, il giocatore toscano trascinava i suoi nella ripresa, segnando 28 punti, 6 su 9 con 4 triple e 12 su 15 ai liberi. Le triple di Savio e Moretti provano a dare la scossa, ma al 31'30" Vu nere ancora sotto 55-69 e ancora 66-75 al 35'. L'auto-canestro di Lock a 2'30" dalla sirena per il 78-80 alimentava le speranze bolognesi. Sull'81-83, a 1'10" tiro forzato da Montecatini e Danilovic in contropiede prende fallo e segna i due liberi della parità, 83-83. Su liberi verranno segnati anche tutti i punti successivi, fino a quelli dell'85-87 realizzati da Boni a 10 secondi dal termine. Parte in palleggio Danilovic, si arresta dietro la linea dei tre punti e fa partire il tiro pesante, anzi pesantissimo della vittoria 88-87. Dopo la beffa di 7 giorni prima, la sirena premia i bianconeri, ma, come dice Bucci nello spogliatoio, la vittoria della Virtus non è frutto di un tiro della disperazione, come quello di Gentile, ma di uno ad alta percentuale una tripla di Sasha. Il serbo, dopo i 15 punti nel primo tempo, sta a secco nei primi 13 minuti del secondo, per poi segnarne 13, di cui tutti gli ultimi sette della Buckler, compresa naturalmente la gemma finale. Virtus di nuovo al comando, grazie alla sconfitta della Stefanel Trieste a Venezia, insieme agli stessi triestini e alla Glaxo Verona.

A Zagabria Vu nere ancora orfane di Brunamonti, ma Danilovic, in dubbio alla vigilia, è presente, voglioso di riscattare la gara di 14 mesi prima, in cui i fischi incisero sul suo rendimento. In questa occasione soffre nel primo tempo, ma la sua classe esce alla distanza. Il Cibona, con un parziale di 12-0, passa dallo svantaggio 15-17 al 7', al +10, 27-17 del 13'. All'intervallo il punteggio è di 42-33, con Binelli già gravato di 3 falli dal 16'30". La ripresa continua con i croati saldi al comando fino al 32'30", poi un Moretti molto preciso dall'arco, 20 punti per lui, un Carera arcigno, autore di 13 punti, e un Danilovic caparbio a guadagnarsi tiri liberi, cominciano la rimonta. Al 35' Alihodzic commette il quinto fallo ed è un respiro di sollievo per Bologna, infatti il lungo del Cibona aveva provocato danni a una Buckler molle a rimbalzo sotto il proprio canestro e, quando i bolognesi al 25', sul 55-40, si erano messi a zona, era stato abile ad aprire il gioco per gli esterni. La sua uscita permette subito a Carera di realizzare 4 canestri in faccia a Kovacic, poi Sasha, in campo da secondo lungo quando Carera va in panchina,  realizza la tripla del 75-68. Nel finale Bucci ordina ai suoi il fallo sistematico e la tattica ha successo, perché dei tre croati che vanno in lunetta, solo Zuric realizza un punto; quando a sbagliare tocca a Mrsic la Virtus è a meno due, ma mancano solo 4" e Coldebella non riesce nel miracolo. A Roma, contro una squadra in striscia negativa da 9 turni dopo le 4 vinte nelle prime 6, si presenta una Virtus al competo, anche se le condizioni del rientrante Brunamonti non sono ottimali. Un parziale di 24-6 ribalta l'iniziale vantaggio bolognese, 2-6, in un 26-12 al 9', con una pioggia di triple ad opera di Niccolai, English, Premier e Dell'Agnello. Il meno 14 permane anche all'intervallo e nella ripresa le cose peggiorano anche, la Buckler cede nettamente 103-81, nonostante i 38 punti di Danilovic. Unica nota positiva della giornata la notizia che Abbio, in forza a Torino, ma già destinato a vestire il bianconero l'anno successivo, nella vittoria contro la capolista di A2 Desio, segna 45 punti con 6 su 9 da 2, 6 su 6 da tre e 15 su 18 ai liberi. Contro Badalona Morandotti ha una leggera influenza ma è in campo, dal quale uscirà presto con un ginocchio malconcio, giusto il tempo per rubare due palloni a Villacampa e lanciare la fuga dei suoi, che al 10' conducono 20-7. I bianconeri, con un Brunamonti claudicante, ma che fornisce il suo contributo per 21', all'intervallo sono avanti 39-20. Carera è su ogni pallone, Brigo gioca 20', Sasha converte in punti tutto quello che tocca (23 totali) e così la marcia bolognese continua, 45-22 al 23'. Sul 65-46 deve però uscire a braccia Danilovic, con sospetta lesione del legamento della caviglia destra e allora gli spagnoli rientrano, sfruttando anche l'uscita per falli di Carera e Binelli; riescono così a perdere solo 73-65 e a mantenere il vantaggio nel doppio confronto, avendo la Virtus perso in Spagna di 14. Danilovic si ritrova con un legamento rotto e uno lesionato, dai 30 ai 40 giorni il recupero previsto dai medici della Virtus, ma Sasha si affida al 30enne istriano Stanislav Peharec che, tra lo scetticismo dei medici bolognesi, promette di riportarlo in campo entro 20 giorni. La società pensa anche ad un sostituto a gettone, un problema in più in un momento in cui la Virtus si trova anche a dover affrontare il contenzioso con Verona per il pagamento di Morandotti e Moretti. I veneti reclamano le ultime rate, Cazzola si appoggia su una legge che gli garantirebbe di vedersi restituita l'IVA finora versata, detraendola così dalla cifra ancora da corrispondere alla Glaxo. La Buckler deve incontrare Pfizer Reggio Calabria senza potere contare su Danilovic, con Carera e Morandotti malconci, il primo trascinandosi una caviglia gonfia come un melone che sconsiglierebbe un suo utilizzo, il secondo con problemi ad un ginocchio.

Il "mago" istriano fa pensare a Cazzola di assumerlo, infatti Danilovic è già in piedi in parterre ad assistere all'incontro, ma la Virtus è sfilacciata, senza una guida, ha una prima fiammata che al 13' la porta la +6, 21-15 e al 37' a recuperare fino al 73-76, ma resta per lo più in balia dei calabresi. All'intervallo il punteggio è di 31-36, ma nel secondo tempo Bologna subisce addirittura 58 punti ed esce sconfitta 86-94. Moretti segna 21 punti, ma con 6 su 13 al tiro. In Francia contro l'Orthez, Virtus costretta a vincere per continuare a sperare nella qualificazione, ma bisogna fare i conti con i soliti acciacchi di Carera e Morandotti e considerare che Levingston e Danilovic sono sostituiti a referto da Soro e Giacchino e che Brigo è il primo cambio dei lunghi. Considerato che Lourdes dista solo 40 km, viene accolta con entusiasmo l'idea di un pellegrinaggio pomeridiano. In campo si vede la capacità di reazione delle Vu nere, che partono subito avanti 1-7; Binelli e Carera in due segnano 30 punti e catturano 23 rimbalzi, la Virtus vola a +14 e quando i transalpini si avvicinano a 9 punti vengono rispediti nuovamente a 14 all'intervallo, Nel secondo tempo Bologna sta 3 minuti senza segnare, poi una tripla di Brunamonti spezza il digiuno e una di Moretti lancia la Buckler al massimo vantaggio 34-50. Con un parziale di 7-0 i padroni di casa si riportano a meno dieci, 51-41, ma, dopo il time out di Bucci, Binelli segna i punti dell'ossigeno, poi Coldebella quelli della sicurezza. Finisce 70-79. A Pistoia la Virtus parte bene, ma al 9' i toscani impattano 20-20, poi al 12' sorpassano per la prima volta, 25-24 e allungano; il primo tempo termina 43-34. Brunamonti, che gioca nella seconda parte 15' ad alto livello, impatta 47-47 al 25' e Moretti, 5 su 6 nella ripresa dopo l'1 su 7 del primo tempo, porta Bologna avanti 52-53 al 27'. La gara sta in equilibrio fino al 34', quando un'accelerazione propiziata dal capitano Brunamonti, permette alla Buckler di piazzare un parziale di 3-12, decisivo per decretare il successo dei bianconeri 83-95. Arriva in prova, in vista di un eventuale contratto a gettone per sostituire Danilovic già dal derby della domenica successiva, Joe Harvell, attualmente in Spagna al Badayoz, guardia ala dalla grande fisicità, che nell'estate precedente aveva effettuato due camp NBA con i New Jersey Nets e con i Denver Nuggets, ma dopo un paio di giorni di allenamenti la Virtus rinuncia all'idea.

Contro il Benfica, che all'andata aveva nettamente sconfitto i bianconeri, non c'è storia: nel primo tempo dominano i lunghi, Binelli, Carera e Morandotti segnano 23 dei 43 punti segnati dai bolognesi contro i 32 dei portoghesi; a inizio ripresa un break di 26-9 chiude definitivamente i conti, Finisce 97-57. Nel derby, con assenti Danilovic da una parte ed Esposito dall'altra, la Fortitudo ha un massimo vantaggio di 5 punti e conduce di 3 al 9'30", quando entra Brunamonti e svolta la gara. 41-32 all'intervallo e 59-44 al 30' con le Vu nere che a cavallo dei due tempi hanno infilato 10 triple su 12 tentativi (sarà comunque un buonissimo 50% alla fine, 10 su 20). Unendo alla precisione al tiro una solida difesa, la resistenza della Filodoro è presto domata. Finisce 78-70, con grande protagonista Moretti, 4 su 7 sia da due che da tre punti, ma ottime gare disputano anche Schoene con 17 punti e un intenso secondo tempo e Binelli, autore di 15 punti. In doppia cifra anche il capitano Brunamonti con 10. A Istanbul la Virtus italiana si trova di fronte al solito pubblico caldissimo, infatti l'Efes ha un seguito in campionato di 1000 spettatori mediamente, che in coppa diventano dai 13 ai 15 mila. I bolognesi pagano soprattutto la sconfitta ai rimbalzi, 29-17 per i turchi (14-4 nel primo tempo), con il solo Richard che ne cattura 16, uno solo in meno di tutta la Buckler. Il primo tempo termina 43-37 e i sei punti di divario rimangono anche al termine, 83-77. A Verona, nuovamente una grande difesa delle Vu nere, che conducono praticamente sempre, a parte l'attimo nel quale, con due triple, la Glaxo recupera lo 0-5 iniziale. Bucci indovina tutte le marcature, Moretti su Bonora, Coldebella su Williams, Morandotti su Gray, costretto ad un 2 su 16 al tiro. La Buckler ripropone anche la grande precisione nel tiro pesante, 8 su 12, 1 su 1 per Savio, Brunamonti e Coldebella, 2 su 5 Moretti e 3 su 4 Schoene, contro l'1 su 14 dei veneti. All'intervallo il punteggio è 31-35, ma il break decisivo avviene nella ripresa con un parziale di 0-10, merito soprattutto di Morandotti e Moretti, la Buckler raggiunge il 30-41 al 30', poi è Brunamonti con 8 punti a sedare le ultime velleità della Scaligera, portando Bologna sul 54-67 a 2'30" dalla fine; il pressing finale della squadra di casa riduce solo lo scarto, 69-77 il finale di una partita spigolosa con ben 54 falli fischiati. Importante l'apporto della panchina, 21-4 per i bolognesi, la Virtus ha saputo dominare sia contro la uomo che contro la zona, con Coldebella e Schoene nel primo tempo e Savio, Moretti e Brunamonti nel secondo. In coppa contro Cantù è assente Brunamonti per influenza, ma rientra dopo 28 giorni di assenza Danilovic. I momenti più intensi sono l'inaspettata partenza sprint dei brianzoli, 0-6, subito rintuzzata con un parziale di 18-2, e appunto, subito a seguire, l'ingresso di Sasha. Partita molto tranquilla, solo 13 falli fischiati nel primo tempo, che si conclude su un già decisivo 49-22, con Moretti già a quota 14, frutto di un 5 su 7 al tiro. Il divario poi si allarga fino al +34 e il finale è di 88-57. Un dominio bianconero che sta più nella differenza a rimbalzo, che non nelle altre cifre, deludenti per entrambe le squadre, con una percentuale di tiro sotto il 50% e molte palle perse. Da segnalare i 7 punti di Brigo, l'8 su 8 ai liberi di Morandotti, con anche 5 rimbalzi e lo score del rientrante Danilovic, 12 punti, 2 su 4 da due, 2 su 2 da tre e 2 su 2 ai liberi, 2 rimbalzi e 1 assist. A Caserta la Virtus non gioca bene, ma porta a casa un importante successo. Le guardie sono deficitarie al tiro, 1 su 9 Coldebella, 1 su 8 Brunamonti, 1 su 6 Danilovic, che si limita alla prima tripla realizzata in faccia ad Ancillotto al 9', poi non segna più; Binelli parte forte, al 10' 12 punti dei 21 bolognesi sono suoi, ma poi non segna più. Schoene è sufficiente, 6 su 12 al tiro con 7 rimbalzi ma anche 6 palle perse. Così, dopo il vantaggio di 16-21 al 10', la gara resta in equilibrio fino all'intervallo, 27 pari al 15' e 33-33 alla pausa, ma nella ripresa i campani prendono il largo, 57-44 al 29'. Schoene dà il via alla rimonta con la tripla del 57-47 e al 35' la Buckler è già a ridosso dell'Onyx, 64-62, grazie all'apporto di Carera e Moretti, alla fine 10 punti con 4 su 5 al tiro per Flavio e 15 con 5 su 8 (3 su 4 nelle triple) per Paolo. A 1'08" dalla fine Marcovaldi segna per il 70-68, ma sbaglia l'aggiuntivo, a 46" dalla sirena Coldebella pareggia trasformando l'1+1, Wood perde palla e Moretti, quando mancano 7 secondi segna i liberi del successo, anche perché Wood, stretto in angolo si fa rubare palla dai bolognesi e così la Virtus vince 70-72. Giusto che sia Paolino, il più positivo dei suoi a centrare i punti decisivi.

Ultima del girone di coppa ad Atene contro il Panathinaikos, vincendo la Virtus sarebbe sicura della qualificazione, con qualche remota possibilità di secondo posto, perdendo dovrebbe sperare nei risultati favorevoli dagli altri campi. Bucci parte con Binelli e Carera in quintetto e Morandotti a marcare Galis. Sul 16-12 Carera commette il terzo fallo, esce ed entra Danilovic. Con la difesa e la velocità Bologna sta in contatto, ma un parziale di 13-2 a fine tempo manda le squadre al riposo sul 44-33. Partita in salita, anche perché al 22' Binelli e Carera hanno 4 falli, ma nei primi 14 minuti della ripresa i greci realizzano solo 9 punti di fronte all'agguerrita difesa della squadra bianconera, che, grazie anche al gioco in velocità recupera e torna in vantaggio, dopo esserci stata solo una volta nel primo tempo. Al 36', quando Morandotti, afflitto da dolori alla schiena, ma stoicamente tra i protagonisti, esce per 5 falli, la Buckler conduce già 59-63 e continua nella sua marcia verso il successo per 68-75. Tutti i bianconeri scesi in campo hanno dato il loro contributo, ma Moretti è stato senza dubbio il trascinatore della squadra con i suoi 26 punti. Quattro squadre terminano a 18 punti, dietro l'Efes che ne ha 20: le vittorie nei confronti diretti decretano il secondo posto del Panathinailos e il quinto del Cibona, per stabilire il terzo di Badalona e il quarto della Virtus occorre ricorrere al conteggio dei punti, ma quello che più conta è che le Vu nere sono qualificate ed affronteranno un'altra squadra greca, l'Olimpiakos. Bucci torna dalla Grecia con l'influenza, ma si rimette presto in piedi per guidare i suoi contro Pesaro. Con questa vittoria, che segna anche per Brunamonti il raggiungimento dei 5000 punti con la maglia della Virtus, la Buckler rimane sola in testa al campionato, grazie alla sconfitta della Stefanel a Pistoia. Virtus sotto 0-2, poi sempre al comando, 49-36 all'intervallo, 57-40 dopo meno di 5' della ripresa, con 4 canestri di Binelli e, quando la Scavolini rientra sul 67-61, 12 punti in 5 azioni, con due triple di Savio, lanciano Bologna sul 79-63, dopodichè la gara non ha più storia e termina 107-98. Ottimo il 39 su 44 ai liberi, ne segnano senza errori 4 Binelli, Coldebella e Moretti, 7 Schoene e 2 Brunamonti, 6 su 8 Danilovic, 3 su 4 Carera e 9 su 11 Morandotti. Decisivo l'apporto della panchina, 34 punti, 12 Moretti (4 su 6 da due) e 3 recuperi, 11 Brunamonti con 3 assist, 6 Savio (2 su 2 da tre) e 5 Carera con anche 9 rimbalzi. Dall'altra parte Bianchini può contare solo su due punti di Gracis e due di Costa. Segna molto anche il quintetto, Schoene migliore realizzatore con 23 punti, poi Danilovic 19 punti in 28' con 6 su 11 dal campo, Binelli 14, Morandotti 13, il solo Coldebella si ferma a 4 punti. In settimana intanto i giudici della Lega affrontano il lodo Levingston, mentre la squadra deve disputare la final four di Coppa Italia  a Casalecchio.

Nella semifinale conto Verona, Danilovic rientra in quintetto, ma non entra mai in partita. 10 a 10 al 6'30", poi 16 punti di Williams portano il punteggio sul 26-14 all'11'30". La Virtus prova a reagire con un buon primo tempo di Binelli, ma all'intervallo Virtus ancora sotto 30-36. Nella ripresa grazie a Schoene, 3 su 7 nelle triple, e Moretti, che realizza il primo dei suoi 16 punti al 27' portando i suoi vicino agli avversari 43-41, torna in gara. Brunamonti impatta, ma poi resta gli ultimi 6 minuti in panchina. L'ultima parità la firma Moretti, ma poi Bonora, il ragazzo di Porta San Vitale cresciuto nella Virtus firma i 5 punti del 62-67. Nel finale Bologna deve subire anche i punti di Frosini e i 5 liberi di Torri e perde 72-73, fallendo l'obiettivo della Coppa Italia, nella quale partiva favorita. La Virtus per la stagione successiva si é già assicurata Abbio, preferendolo al ritorno di Bonora, risutato decisivo nella semifinale di Coppa Italia. Bucci difende la scelta affermando che ha Coldebella, play della nazionale, che dieci giorni prima ha guidato la squadra per 39 minuti nella vittoria di Verona, limitando anche Williams. Finale per il terzo posto con 5000 spettatori, contro la Stefanel. Morandotti assente con un piede in ghiaccio e gli altri attenti a non farsi male. Partita poco intensa, ma l'arbitro Grossi riesce comunque a far arrabbiare il pubblico. Bologna prova a scappare 14-5 con una tripla di Moretti, poi la Stefanel rimonta e passa anche a condurre. Il primo tempo si chiude sul 36-35 per la Buckler. Al 30' i bianconeri tentano nuovamente la fuga 56-49, ma Trieste piazza uno 0-10 e torna avanti. Al 37' Bodiroga segna il 64-68 per la Stefanel, ma negli ultimi minuti sale in cattedra Danilovic, ottimo il suo secondo tempo, e porta la Virtus al successo 76-71. Per Sasha alla fine 27 punti e per la sua squadra un terzo posto sicuramente inferiore alle aspettative, mentre la Coppa va alla Benetton. A Livorno contro Sugar, un parziale di 6-14 permette alla Buckler di portarsi sul 20-24. Morandotti è in panchina indisponibile, ma Coldebella si occupa di Richardson con efficacia, dopo 2 falli commessi subito, uno dei quali intenzionale dopo 57 secondi; Binelli subisce Brown, ma scardina la difesa toscana, Danilovic è su Attruia e il serbo domina con 30 punti, 11 su 17 al tiro con l'unica tripla tentata a bersaglio , 7 su 11 dalla lunetta e 7 rimbalzi; Schoene con De Piccoli dà vita a uno scontro spigoloso. Quando entra Brunamonti, il capitano realizza i punti che affossano definitivamente i labronici. Il primo tempo si chiude 30-46 e al 27' lo scarto è ancora aumentato, 40-60. Vittoria fatta di concentrazione e difesa. Contro l'Olimpiakos un grande Danilovic, 20 punti, e un ottimo Morandotti, 13 punti, una attenta marcatura su Paspalj e una illuminata distribuzione di palloni ai compagni. Così all'intervallo la Virtus conduce 36-30, con i greci che hanno già perso 13 palloni nell'inestricabile difesa bianconera. Ci si attende nella ripresa la reazione ellenica, invece arriva subito un parziale di 15-2 sulle ali di Danilovic e Morandotti, così al 25' il punteggio è di 51-32. La squadra del Pireo prova a imbastire una rimonta, ma Binelli cancella Fassoulas alla distanza, Carera contiene Tampley e così Bologna riesce a contenere la sconfitta a rimbalzo, 30-38 alla fine. Finisce 77-64, con gli elogi dell'allenatore della nazionale Messina a Coldebella, 14 punti  e autore di un grande match, dopo le critiche post final four di Coppa Italia. In doppia cifra anche Binelli e Moretti con 12 punti. Contro Reggio Emilia il turno sembrerebbe agevole, nonostante Savio sia assente causa febbre, in verità gli ospiti conducono per 37 minuti e ci vuole un supplementare ai bolognesi per prevalere. Il successo consente ai bianconeri di prendere 4 punti di vantaggio sulla Stefanel, sconfitta a Reggio Calabria. All'intervallo si va sul 46-46, grazie a Danilovic che segna 8 punti e permette alla Buckler di ricucire un distacco di 10 punti. Per Sasha 21 punti, meglio di lui fa Moretti, 27, con 7 su 7 dal campo e 7 su 8 dalla lunetta con anche 3 recuperi. Paolino si dedica anche ad Avenia, trascinatore dei suoi nella prima parte, poi scomparso per un tratto di partite e riapparso nel finale per consentire alla Campoginese di raggiungere l'overtime. Protagonisti con 17 punti anche Brunamonti e Binelli. Il capitano che subisce per tutto l'incontro Londero, è il migliore rimbalzista delle Vu nere con 10 palloni catturati, due dei quali, decisivi, nel supplementare. Gus è colui che ha il destino dei suoi nella mano a 1" dalla fine dei 40 minuti, ha infatti a sua disposizione due tiri liberi sul meno 1, segna il primo, ma sbaglia il secondo. Così si finisce 92-92, con gli stessi esatti punti segnati nei due tempi, e servono altri 5 minuti per sancire il vincitore, che alla fine è Bologna, 102-95.

Dal 23 gennaio, sconfitta casalinga contro Reggio Calabria, nel primo incontro senza Danilovic, La Virtus ha disputato 15 incontri, 9 in trasferta, vincendone 13. Delle 3 gare giocate senza stranieri ne ha vinte 2, le 4 giocate senza il solo Sasha le ha vinte tutte; si è guadagnata il passaggio in Coppa e ha battuto l'Olimpiakos in gara 1, ottenendo 5 vittorie in 6 gare, in campionato è passata dal meno 4 al più 4 rispetto a Glaxo e Stefanel in sole 7 gare tutte vinte. Il solo rammarico è la sconfitta in Coppa Italia. Comunque è una Buckler in forma che si presenta al Pireo. In gara due Bologna parte 0-5, poi all'8' Tarpley ha già 14 punti, con tre triple, e 8 rimbalzi e per la Virtus non c'è scampo, finisce 89-69, ma era già 53-30 all'intervallo. Sigalas schianta Danilovic, si salvano solo Morandotti, positivo su Paspalj, e Binelli, punto di riferimento in attacco con 12 punti, prima dell'infortunio al ginocchio sinistro che gli impedirà di alzarsi dalla panchina in gara 3 e che dovrà sottoporsi a tac appena rientrato a Bologna. Si va alla sfida decisiva: dopo 11'30" Morandotti ha già 4 falli, di cui il terzo un intenzionale e il quarto un tecnico, tira brutta aria (nella ripresa Tarpley spingerà fuori dal campo Morandotti in possesso del pallone...rimessa greca). Bucci ci prova con la fantasia, dentro 4 piccoli con Moretti ad affiancare Danilovic, come bocche da fuoco. Coldebella dirige da par suo e in difesa aggredisce Paspalj, Morandotti e Carera fanno a sportellate con Tarpley e Fasoulas. Brunamonti è la solita guida sicura, ma al 16' il punteggio è 30-15 e le speranze diminuiscono. Morandotti è a sedere, ma Brigo in 12' lascia un solo canestro a Tarpley, così all'intervallo il divario è meno gravoso, 37-29. Rimonta nel secondo tempo, sotto la regia di Brunamonti, Danilovic e Moretti trovano punti, al 27' bolognesi vicinissimi, 45-44, poi con Bologna in possesso di palla e sotto di due, a Coldebella viene fischiato il quinto fallo, l'unico blocco in movimento sanzionato in tutta la gara; negli ultimi minuti la Virtus vede fischi solo avversi, Bakatsias recupera un pallone palesemente fuori dal campo, gli arbitri lasciano correre e i greci segnano due punti. Nonostante questo la Buckler si ritrova col pallone in mano sul 64-62 per l'ultima azione e avrebbe la possibilità di compiere l'impresa e di ammutolire i greci che erano partiti sicuri di farcela agevolmente, come due giorni prima, tanto da avere stampati già i volantini con il programma di viaggio per la final four in Israele. Purtroppo Moretti si fa stoppare, parte il contropiede greco, ma il pubblico invade il campo quando mancano 3" alla fine, ne nasce una bolgia, nella quale viene strappata anche una scarpa ad un arbitro, che se la vede restituita solo quando il pubblico ha la certezza che i liberi saranno tirati dalla squadra di casa. Ne segna uno solo Paspalj e finisce 65-62. Una bellissima Virtus che, nonostante un solo straniero e l'assenza di Binelli, lotta da pari a pari, subendo un arbitraggio vistosamente casalingo e la solita gestione del cronometro penalizzante per la squadra ospite. Purtroppo deve però uscire dall'Europa. Ci si rituffa nel campionato, unico obiettivo rimasto.

A Treviso dopo 10' è Danilovic a lanciare i suoi, che all'intervallo conducono 37-45. Nella ripresa è Moretti a prendere le redini delle Vu nere, segna 14 dei primi 16 punti bianconeri, mantenendo la Buckler saldamente al comando, 52-61 al 29'. La rimonta trevigiana non ha esito, se non quello di limitare il passivo, 79-83. Bucci, per ovviare alla normale stanchezza dei suoi dopo la doppia gara infrasettimanale, fa ricorso più del solito alla zona. Primo giovedì senza coppa, dedicato al campionato. Arriva a Bologna il fanalino di coda Venezia, 32 punti in meno delle Vu nere, ma in campo non si vedono. I bolognesi soffrono, come dieci giorni prima contro Reggio Emilia, ma stavolta prevalgono nei 40', senza bisogno di tempi aggiuntivi. Binelli prova a risvegliare il torpore prendendo secondo fallo e tecnico, Danilovic tenta di far scappare la Buckler con due penetrazioni, 27-19 al 12', poi gli emiliani aumentano un po' il vantaggio, 38-27, ma Venezia rientra fino al 40-38, prima di chiudere il tempo sotto 42-38. Nella ripresa non si segna per due minuti, poi la gara riprende in equilibrio. Ci prova ancora Sasha a fare il break con 7 punti filati, ma la Reyer non molla. La Virtus segna l'ultimo canestro su azione a più di due minuti dal termine, ma negli ultimi 120" realizza un 14 su 14 ai liberi e vince 86-82. Il migliore è Danilovic, 10 su 13 da due punti, bene Carera, 3 su 4 e 6 rimbalzi, Schoene, 15 punti con 6 su 9 da due, 3 su 3 ai liberi e 8 rimbalzi, buono anche l'8 su 8 dalla lunetta di Brunamonti. A Milano la Buckler passa in testa per la prima volta al 13', 25-26, poi sembra involarsi con la tripla di Morandotti subito dopo, ma qualche leggerezza la fa ridiventare inseguitrice, 46-41 all'intervallo. Al 25' con Binelli, 7 su 10 alla fine e 7 rimbalzi avvia la fuga che porta alla vittoria per 85-97. Decisiva la marcatura di Djordjevic e la grande gara di Danilovic, 34 punti, 10 su 11 da 2, 1 su 1 nelle triple, 11 su 13 ai liberi, 2 rimbalzi, 4 recuperi, 2 assist. I 6 punti di vantaggio sulla coppia Scavolini-Glaxo, a tre giornate dal termine garantiscono alle Vu nere, grazie alla vittoria in 3 dei 4 confronti diretti contro i due successi di Pesaro e l'unico di Verona e il +9 del ritorno contro Pesaro rispetto al meno 8 dell'andata, la matematica certezza della prima piazza al termine della stagione regolare.. Contro Cantù, come in coppa, sono i brianzoli a partire meglio, allora 0-6, in questa occasione 0-5, ma in campionato come era stato in Eurolega, è un fuoco di paglia; la Buckler risponde con un parziale di 26-9 e all'intervallo conduce 54-40. Piccola reazione della Clear a inizio ripresa, fino al 59-52, poi cavalcata bianconera che si conclude sul 98-76. Per la Virtus un ottimo 10 su 16 da tre e gli uomini di Bucci segnano da vicino praticamente solo in contropiede o sui rimbalzi d'attacco di Schoene e Carera. L'allenatore bolognese dà fiducia a Savio per 13', due triple, e a Brigo, canestro più addizionale senza errori, in 4' giocati. Ottima gara di Schoene, dopo quella pessima di Milano dove segnò solo due punti in 27 minuti, in quest'occasione, invece, 7 su 12 da due, due su due da tre e 4 su 4 ai liberi e 8 rimbalzi, per 24 punti totali. Meglio di lui Danilovic, che invece conferma il suo ottimo momento dopo la grandissima prestazione in Lombardia, 7 su 10 da due, 2 su 2 da tre e 5 su 6 ai liberi, 25 punti. Capitan Brunamonti si fa notare per i 5 assist, ma alla fine è tutta la squadra che gira, 56% al tiro, 24 recuperi, 13 assist, senza neppure sforzarsi troppo. Il sabato di pasqua arriva la Stefanel che domina per oltre un tempo; 35-47 alla pausa, avanti di 15 quando Danilovic commette il quarto fallo al 24', 43-59 al 27'. Ai triestini viene concesso molto, Lampley, De Pol e Bodiroga al 30' hanno zero falli, Morandotti, Binelli e Danilovic 4, ma non è solo una questione arbitrale, evidentemente anche i bianconeri non sono molto pericolosi e inoltre perdono molti palloni. Dal 27', comunque nasce la riscossa bianconera: Carera segna 5 canestri su 6 tentativi e ferma Lampley, fin lì dominante, Schoene diventa immarcabile (7 su 7 da due e 2 su 3 nelle triple alla fine), Coldebella infila una tripla, unico canestro della sua gara (1 su 7 complessivo) e a rimbalzo Carera e Morandotti arpionano palloni, mentre Binelli è sparito dopo il 3 su 3 iniziale. Flavio in tap-in segna il 57-63, Moretti la tripla del 62-63 e il libero del 69-68, concludendo un parziale di 26-9. Gentile, un fatto personale con la Virtus nei secondi finali in questa stagione, acchiappa i supplementari con due liberi, ma questa volta è solo un allungare l'agonia triestina e il parziale Virtus che diventa 45-21 sull'88-80. Finisce 92-87. Ancora una grande gara di Danilovic, 7 su 10 da due, 1 su 1 da tre, 11 su 13 ai liberi e 28 punti, ma la Virtus vince anche tenendolo in panchina 9 minuti, a causa dei falli; vince con Moretti e Coldebella che tirano 3 su 16 in due, ma riescono comunque a essere decisivi; vince anche quando i due punti non sono strettamente necessari. Dodicesima vittoria consecutiva per le Vu nere in campionato. Ultima gara di stagione regolare a Montecatini, contro la Bialetti che cerca il successo lasciapassare per i playoff. Parte forte Bologna, 4-11 con Danilovic scatenato, ma al 9' è parità, 18-18; al 15' toscani che tentano la fuga, 32-25, ma rispondono i due stranieri della Buckler, 36-36, poi due giocate di McNealy mandano la squadra di casa al riposo sopra 42-38. Si riprende e la Bialetti fugge, 49-40 al 23', ma Moretti e Schoene ricuciono lo strappo e proprio una tripla di Russ riporta Bologna avanti 49-50, completando il parziale di 0-10. Vantaggio effimero, al 17' è nuovamente 62-59, pareggia Danilovic con un tiro pesante, segna McNealy per il 64-62, sbaglia la Buckler e Zatti segna i due liberi del 66-62.

I playoff iniziano dai quarti contro Treviso: Virtus a +7 dopo 5', poi a +9, ma dall'11' al 17', quando Iacopini pareggia, 37-37, Bologna segna solo 2 canestri. Coldebella fornsce la spinta per riportarsi a +9, con una tripla di Schoene, prima di chiudere il tempo sul 46-39. Le Vu nere però perdono troppi palloni, tirano solo con il 46% e devono fare i conti con la precisione della squadra veneta nei tiri da lontano, 12 su 27, e così, nonostante un Danilovic da 29 punti (9 su 17 dal campo, con 6 su 11 da due e 3 su 6 da tre, e 8 su 9 ai liberi), 17 dei quali nei primi 11' di ripresa, la Benetton sorpassa per la prima volta e si porta sul 56-60. A questo punto la Buckler chiude la difesa e con Binelli, autore di 12 punti con 5 su 7 al tiro e attento guardiano di Rusconi, Coldebella, che oltre a frenare Garland, tira con un buon 4 su 7, e gli ultimi sprazzi di Danilovic torna a guidare la gara. Nel finale una palla rubata di Brunamonti e i tiri liberi della sicurezza di Schoene permettono ai bolognesi di vincere 86-82. La Virtus si è fatta preferire nell'arco dell'incontro, ha tirato meglio i liberi, 87% contro 64% e ha prevalso al rimbalzo, 43 a 30. Ritorno a Treviso. A 8'46" dalla fine del primo tempo Rusconi commette il terzo e il quarto fallo gli è sanzionato con un tecnico (due dei quattro falli commessi in attacco); il punteggio è di 17-17, ma la Benetton ne ricava la forza di reazione per allungare: Al 15' sul quarto fallo di Binelli conduce 32-26 e chiude il tempo sul 41-34. I veneti hanno prevalso in questa prima frazione andando poco in area e segnando soprattutto dal perimetro, infatti dei primi 37 punti 20 sono stati realizzati da Iacopini e 17 da Garland. Inizio ripresa e al 30" Pittis schiaccia il 43-34, ma Bologna con Brunamonti e Schoene reagisce e proprio con un canestro dell'americano completa un parziale di 1-11 si porta sul 44-45. I padroni di casa tornano però subito in controllo del match e allungano 68-59, ma la Virtus ha la forza per rientrare e giocarsi il finale punto a punto di una gara nervosa, con Vianini, Rusconi, Morandotti e Carera fuori per falli. Dopo un coast to coast di Coldebella con canestro sul rimbalzo d'attacco di Brunamonti per la Buckler e per la Benetton una tripla di Pittis a 40" dalla fine che sembra decisiva, sul 75-73 i bolognesi hanno il pallone per pareggiare o vincere. Nella ripresa le Vu nere non hanno realizzato tiri pesanti e Danilovic, braccato da Pittis, ha tirato 5 su 10 da due e 0 su 4 da tre ed è quindi a secco di triple in tutta la partita, ma a 8" dal termine Sasha realizza quella decisiva, Treviso non riesce a replicare e Bologna vince 75-76. Per il secondo anno consecutivo gara due dei quarti sancisce la qualificazione della Virtus con un canestro finale di Danilovic, dopo Pistoia, Treviso. Arriva anche la bella notizia del rinnovo per un altro anno di Danilovic, alle stesse condizioni della stagione in corso.

Gara 1 di semifinale contro Verona, che parte fortissimo, con la velocità e il dominio sotto i tabelloni di Alessandro Boni, Gray e Dalla Vecchia a cui si oppone il solo Binelli con Morandotti troppo impegnato nella difesa su Gray, computo dei rimbalzi 14 a 25 nel primo tempo e 30-37 alla fine. Punteggio di 22-33 al 15', quando Brunamonti rileva Coldebella; il capitano, 4 su 4 da due punti, 2 su 2 ai liberi, una stoppata inflitta a Bonora in entrata, 3 recuperi e 3 assist, una difesa che riesce a sporcare un'infinità di palloni, un'intensità che trascina i compagni, uscirà sul +7, dopo avere ribaltato la partita, 8 dei 17 punti a cavallo dei due tempi sono suoi, con serpentine verso il canestro, ma anche lanci per Danilovic e Binelli e la marcatura su Bonora e Williams All'intervallo la Buckler ha quasi completato la rimonta, 35-37, con Morandotti secondo lungo e una grande intensità difensiva che le permettono un parziale di 12-2 in 4'. Una parola va spesa anche per Coldebella, alla guida della squadra nel momento peggiore, moderato nei tentativi di tiro, 3 su 5 dal campo, ma efficace su Bonora, su cui passerà poi il capitano; il play della Glaxo è costretto dai due playmaker bianconeri a un desolante 0 su 8 al tiro e 5 palle perse. Danilovic, braccato ad ogni passaggio sui blocchi dalla difesa scaligera e comunque capace di segnare 20 punti con 6 su 11 da 2, 1 su 1 nelle triple e 5 su 6 ai liberi, 4 rimbalzi e 3 assist, riesce a limitare Williams ad un solo canestro nella ripresa, ma tutta la Glaxo fatica, tanto che nei secondi venti minuti centra il paniere dal campo solo 6 volte. La triple di Morandotti e Savio, per il +9, sembrano affondare i veneti, che però rientrano a meno 3, allora Bucci negli ultimi 5' fa di nuovo ricorso a Brunamonti. Sul 74-68 a 39" dalla fine un fallo apparso a tutti di Gray su Danilovic a rimbalzo, viene rovesciato dagli arbitri, Sasha s'infuria e prende tecnico, dovendo andare in panchina per raggiunto limite di falli. Segna due liberi Gray, poi i due per il tecnico Williams e Verona torna a meno 2, 74-72. Schoene, fino a quel momento solo 3 tiri effettuati e sbagliati in 27 minuti, segna dall'angolo, prende fallo e realizza anche l'addizionale, per la giocata che vale la vittoria, 77-72, poi a tempo scaduto Moretti segnerà gli ultimi due liberi (23 personali tirati da Verona nella ripresa, solo 7 da Bologna, 37 contro 18 in totale) per il 79-72. Per la Virtus è la decima vittoria consecutiva nei playoff, dopo la striscia di 7 dell'anno prima, le 3 di quest'anno. In gara due in trasferta, la Buckler parte bene, 0-6, ma subito un parziale di 14-2 la costringe a rincorrere, 14-8. I padroni di casa sfruttano soprattutto la supremazia a rimbalzo, 41-24 alla fine, con Gray primattore che ne cattura 7 dei 14 offensivi della sua squadra nel primo tempo. Entrano Brunamonti e Carera per Coldebella e Schoene e Bologna si riavvicina 16-14, ma è un fuoco di paglia, perché i bolognesi sprofondano a meno 17, prima di trovare una reazione, un parziale di 0-7 che li riporta 32-23 al 18'. Il tempo si chiude sul 38-29, Nella ripresa subito tre siluri di Schoene, poi la Virtus riesce anche a sorpassare, 44-48. Al 27' Gray commette il quarto fallo e, dopo avere fin lì preso 12 palloni sotto le plance, ne riuscirà a strappare solo 2 nei restanti minuti, ma la Glaxo non si arrende, al 30' Dalla Vecchia pareggia e al 37' sorpassa, 63-61. Escono sia Gray che Danilovic per falli, la Virtus torna avanti, ma Morandotti fallisce un 1+1 e a 44" dalla fine Williams, fino a d allora un punto solo nella ripresa, comincia una sequenza di 6 liberi a segno; il quarto libero della serie decreta il sorpasso, Binelli sull'azione successiva fallisce il canestro della vittoria, Williams cattura il rimbalzo e realizza gli ultimi due liberi, 72-69 e si va alla bella.

Con Bucci preoccupato per i primi tempi di sofferenza della sua squadra si affronta gara 3. Stavolta Bologna prevale ai rimbalzi, 35-29, 11 per Carera contro i 9 di Gray che ne arpiona solo uno in attacco. L'aggressività della Virtus si evidenzia anche nel bilancio attivo di + 6 tra palle recuperate e perse e 7 sono i contropiedi che finalizza Danilovic (21 punti) aprendo il divario tra le due squadre. Carera surclassa Gray, Bonora, che accusa una contrattura, perde il confronto con Coldebella e Brunamonti e al 3' prende anche un intenzionale. Ma non c'è solo la forza fisica, la Buckler segna anche 26 liberi su 27 (6 a segno per Moretti e Danilovic, 4 per Brunamonti e Schoene, 2 per Coldebella, Morandotti e Carera, l'unico a commettere un errore), Schoene segna da fuori oltre a prendere 8 rimbalzi e a controllare Alessandro Boni e Dalla Vecchia. La Virtus parte 13-4 al 5', al 10' Verona è sotto però di soli 3 punti, che diventano 6 al 15' e 12 all'intervallo. Nuovo riavvicinamento al 25', 45-39, poi parte la progressione bianconera, 54-43 al 30', 61-47 al 35' e 77-55 il finale. Gara maschia, con 56 falli fischiati e 56 liberi tirati, espulsi Boni e Coldebella e il tecnico veneto Marcelletti alla fine nega la stretta di mano a Brunamonti. Virtus in finale e qualificata per l'Euroclub. Per gara 1 di finale Brunamonti recupera dai malanni muscolari e dall'altra parte Magnifico giocherà con nove punti di sutura. Un grande Brunamonti è il protagonista di gara 1, 3 su 5 da due punti, 3 su 3 da tre, 7 su 7 ai liberi, 26 di valutazione e 22 punti in 16'. E' una gara per combattenti, oltre al capitano, spiccano i 20 punti di Danilovic, anche se con medie inferiori alle solite, ma con la giustificazione di problemi alla caviglia, tanto da aver passato molta parte del riscaldamento nello spogliatoio, i 18 di Schoene, 3 su 5 da due, 3 su 6 da tre e 3 su 4 ai liberi, con 10 rimbalzi, i 9 di Morandotti con 5 rimbalzi e gli 8 rimbalzi di Carera. Binelli invece ha tre falli dopo 4'30" e alla seconda palla a due, persa, commette il quarto fallo dopo soli 8". Molto nervoso Coldebella, in campo dopo avere pagato la penale ad annullare la squalifica: commette un fallo intenzionale di reazione dopo un fallo di Labella, quasi ne nasce una rissa con Magnifico. Il primo tempo si chiude sul 40-33, ma la Scavolini reagisce e sorpassa, 42-45 al 25' dopo un parziale di 2-12. Al 29' pesaresi avanti 50-55 quando Myers da sotto sbaglia il +7. Sul 78-78 McLoud fallisce due triple, poi a 30" dalla fine Morandotti realizza l'1+1 importantissimo dell'82-78; i marchigiani si riportano sull'82-80, poi non commettono fallo e così Brunamonti può scoccare la tripla dell'85-80 che chiude definitivamente i giochi. Giusto che a chiudere sia il capitano, che ha dato tutto in quei 16 minuti in campo e quando è dovuto uscire esausto, le Vu nere conducevano di 9, ha fatto il break nel primo tempo, è stato artefice del recupero nel secondo e ha respinto l'assalto della Scavolini nel finale. In gara 2 il primo tempo termina 44-43, ma l'episodio chiave avviene un minuto dopo nel tunnel dell'hangar di via dei Partigiani, Coldebella cade, sbatte la testa su un gradino e viene ricoverato all'ospedale. Versione Pesaro (McCloud): offese del giocatore della Virtus a McCloud, in un primo tempo si parla di ingiurie razziste, poi di generiche offese, l'americano avrebbe tentato di colpire Claudio, che girandosi per evitare il colpo sarebbe scivolato. Versione Bologna (Coldebella con testimone Binelli): gomitata di McCloud, il play bianconero manda a quel paese l'avversario, il giocatore della Scavolini colpisce con un pugno Coldebella che cade. La cosa certa è che Coldebella non è in campo nella ripresa, nella quale inizialmente la squadra di casa scappa 59-49, la Buckler la raggiunge e supera 63-64, ma poi i pesaresi riescono a prevalere 87-81, risultato che viene omologato nonostante il ricorso dei bolognesi. Nella Virtus su tutti Danilovic, 29 punti, 9 su 10 da due, 1 su 2 da tre e 5 su 6 ai liberi. In doppia cifra anche Schoene con 14 e Moretti con 13. Il verdetto del giudice sui fatti dell'intervallo vede squalificato per tre giornate McCloud, che quindi chiude così il campionato, e per due Coldebella, che potrebbe rientrare per un eventuale gara cinque.

Bianchini sostiene che la Virtus ha perso non solo Coldebella, ma anche Brunamonti, perché il miracolo del sangue che si scioglie, con evidente riferimento a San Gennaro, non si può verificare tutte le volte, in effetti Roberto a Pesaro ha segnato un solo punto, non ripetendo la bella prova di Bologna. Forse però il capitano viene stimolato dalla frase dell'allenatore della Scavolini, perché in gara tre è superlativo. La Scavolini, già priva di McCloud, si è vista nel corso dell'incontro privata anche di Rossi, infortunatosi dopo solo 2 minuti in campo, al posto di Labella, ma l'inizio è stato tutto biancorosso, grazie a Garrett, 10 punti e 10 rimbalzi nei primi 19 minuti (poi sparito, dopo un solo punto e 2 rimbalzi in 5 minuti di gioco). Al 13' Virtus a meno 11, dopo un entrata di Labella che aveva ripreso il suo posto dopo l'uscita di Rossi, ma Brunamonti non ci sta, con la sua seconda tripla segna il 19-27, poi al 14'30" Danilovic realizza il suo primo canestro per il 23-29, cominciando una grandinata che lo vedrà segnare 33 punti in 24' con un 12 su 16 al tiro (in totale 10 su 12 da due, 2 su 4 da tre e 7 su 8 ai liberi). All'intervallo Bologna è già salda la comando, 48-37 e a cavallo dei due tempi mette a segno un parziale di 32-10 suggellato dalla tripla di Schoene del 48-37, trasformando il meno 11 in un più 11. Il parziale diventa poi 40-13 e il punteggio 56-40. Oltre a Sasha sugli scudi San Gennaro Brunamonti, 16 punti, 3 su 3 da due, 2 su 3 da tre e 4 su 5 dalla lunetta, 5 rimbalzi e 5 assist, Moretti, 18 punti con 4 su 6 da due e 3 su 5 da tre, con anche compiti di regia, vista l'assenza di Coldebella, ben assolti come sottolineano i 4 assist; per lui anche 3 rimbalzi e 3 recuperi. Pesaro prova a rientrare, una tripla di Myers corona uno 0-7 per l'81-74, ma Danilovic fa altrettanto con un 7-0 per l'88-74, prima degli ultimi due punti dei marchigiani, 88-76. Gara 4, al 5‘30" 16 a 4 per gli uomini di Bianchini, 3 ganci di Carera ridanno speranze alla Buckler, ma anche a Pesaro Sasha si mette in moto tardi, primo canestro al 14'22", quando si è già 30-22 per la Scavolini e sullo stesso distacco si chiude il tempo, 42-34. In avvio di ripresa subito Bonaventura stoppa Danilovic e quando Myers centra a sua terza tripla Pesaro vola sul 48-36, ma uno 0-8 di parziale bianconero firmato da Danilovic e da 3 liberi di Moretti riporta a galla le Vu nere, che però non riescono mai ad avvicinarsi più del 67 a 64 del 37'30". Finisce 73 a 66 grazie soprattutto al predominio al rimbalzo, 37-25 e al minor numero di palle perse, 7 la Scavolini, 14 gli emiliani. Gara 5 con 57 falli fischiati e tutto il quintetto di partenza pesarese fuori per falli, solo Binelli per Bologna. La Scavolini le ha quindi provate tutte, in particolare Myers, uscito sconfitto ma tra gli applausi in una finale scudetto, come gli accadrà ancora davanti al pubblico della Virtus in maglia Fortitudo 7 anni dopo. Danilovic protagonista con 33 punti, ma é ancora Brunamonti a dare la scossa, entra sul 13 a 18 ed esce al 25' sul 45 a 31 (rientrerà con Pesaro minacciosa a meno 6, 53-47, per respingerla a meno 12), poco dopo il 10 a 0 di parziale a inizio secondo tempo che aveva trasformato il 33-28 dell'intervallo in 43-28. Pesaro ha la forza di tornare a meno 6, ma due tiri pesanti, Schoene e Moretti e un contropiede dopo una palla recuperata, 24 a 11 alla fine il conto, riportano Bologna a +14. Di nuovo Scavolini a meno 7, ma Binelli costringe Garrett al quinto fallo, trasforma i liberi del +9 e la Virtus controlla gli ultimi minuti. Il suggello nel 1993 era stata la tripla finale di Wennington, quest'anno é la tripla finale di Brigo, 79 a 68 e dodicesimo titolo per la Virtus. Grandi feste in città, oltre alle canoniche celebrazioni in comune e provincia, la squadra viene festeggiata ai Giardini Margherita, al Cierrebi, e si assiste anche ad una sfilata cittadina dei giocatori su auto d'epoca.

La Virtus si difende contro i Phoenix Suns all'Open di Monaco (foto fornita da Daniela Ballotta)

Tratto da "Il Mito della V nera 2"

 

L'anno dopo, è la stagione '93-'94, arriva il bis.

Oltre a Savio, prezioso uomo-spogliatoio e tiratore temibilissimo, Cazzola consegna al nuovo coach, Alberto Bucci (proprio l'uomo che aveva vinto lo scudetto della Stella nel 1984), Cliff Levingston, il quale, dopo una brillante carriera nella NBA, aveva militato, l'anno prima, nel Paok Salonicco.

Purtroppo levingston gioca solo tre mesi. A metà dicembre si aggravano le condizioni, già precarie, della sua schiena, la società gli propone di giocare solo in Coppa, per non compromettere l'Euroclub, e lui si irrigidisce nella volontà di farsi operare, peraltro senza garanzia di rientro.

Per il campionato si rimedia egregiamente con Schoene, l'ex di Milano e Verona (e diventerà l'unico straniero in Italia a vincere tre scudetti con due squadre diverse), ma in Europa, ovviamente, le difficoltà sono maggiori, perché non è consentito sostituire gli stranieri. Ciononostante, il 17 marzo ad Atene, senza Binelli, e con Danilovic ancora convalescente, la Buckler (a proposito: salutata la Knorr e il suo ciclo vincente, è la birra analcolica del gruppo Heineken il nuovo sponsor) sfiora l'impresa nella bollente tana dell'Olynpiakos. Alla fine un arbitraggio un po' casalingo e una stoppata di Fassouals sull'estremo tentativo di Moretti vanificano una possibile grande impresa.

14 giorni prima, al nuovissimo Palasport di Casalecchio, gremito di oltre novemila appassionati, in quell'autentica festa del basket che è diventata la Final Four di Coppa Italia, c'era stata la prima delusione: la Glaxo aveva estromesso dalla finalissima la Virtus per un solo punto (73-72). Alla fine sarà terzo posto, dietro treviso e Verona e davanti a Trieste.

Ma torniamo all'inzio della stagione. 30 gare di regular season, 24 vittorie: questo il ruolino di marcia della Buckler in campionato. La Virtus partecipa, in ottobre, al Campionato Mondiale per club, cioè il McDonald's Open a Monaca di Baviera, battendo i campioni del Sudamerica dell'All Star Franca (129-88), quelli d'Europa del Limoges (101-85) e uscendo a testa alta dalla finalissima con Phoenix di Sua Maestà Charles barkley (112-90).

Alla fine della stagione regolare c'è il primo posto, a lungo conteso con Trieste, poi finita terza: nei play-off non è cavalcata trionfale come l'anno prima, semplicemente perché le tre avversarie sono tostissime. Benetton nei quarti, Glaxo in semifinale e Scavolini in finale sono le degne avversarie. Il 28 maggio 1994, al termine di gara 5, Roberto Brunamonti esultante alza le braccia al cielo: è il dodicesimo scudetto bianconero.

C'ERA UNA VOLTA IL BASKET DEI RICCHI

di Walter Fuochi – La Repubblica – 11/08/1993

 

La proposta di ridurre del 50% lo stipendio ad Antonello Riva, avanzata ieri al suo giocatore dall' Olimpia Milano (non a caso, ancora senza sponsor) è solo l'ultimo allarme da un pianeta basket in larga ritirata, e neppure il più vistoso. Più che strapparsi i capelli, avevano già stappato champagne, a Treviso (che ieri ha annunciato Pace Mannion, ex-Cantù) e a Roma, quando Kukoc aveva scelto di andarsene a Chicago e Radja l'aveva seguito a Boston. Erano felicissimi, perché Toni costava 4 miliardi di stipendio l'anno e Dino 3, concessi ai tempi in cui spendere molto, anche più del richiesto, o dello sperato, era un modo per appuntarsi sul petto la medaglia del più ricco fra i canestri, del più pronto a "investire".

Del contrattone di Kukoc resterà una sola clausola: farà in America il testimonial dei maglioni Benetton, anche se Oliviero Toscani probabilmente non sa neppure che faccia ha, e gli vien sempre meglio mettere i preservativi ai cerchi olimpici o effigiare il suo padrone nudo. Radja invece non farà niente per gli hamburger che Roma ha frattanto trovato come sponsor; ma quanto ci tenesse il club a confermarlo, lo dimostra la guerra fredda che gli aveva dichiarato, convocandolo anche ai tornei della parrocchia, per fargli rompere anticipatamente il sontuoso contratto. Kukoc e Radja, ma anche Volkov e Anderson, salutati da un basket che adesso rinnega le grandi firme Nba, e pesca nelle università, nei campionati europei più poveri, o in paesi come Slovenia o Polonia, sono la faccia più cruda di un riflusso che intaccherà altre rendite di posizione.

Tremano gli stipendi dei big italiani, né l'ultima Nazionale dei disastri consente di avanzare pretese. Sono disoccupati parecchi giocatori: quando costi oltre 100 milioni, e non sei indispensabile, a completare le panchine bastano ragazzini di primo pelo. Mancano 16 sponsor alle 32 squadre di A, metà esatta. Sei in A1 (Milano, le due Reggio, Venezia, Bologna 2, Caserta), ben 10 in A2. E la Milano che annuncia austerity a Riva e anche a Pessina è la stessa che, con Meneghin, ha promosso un'operazione bandiera suggestiva, ma pure economica; che con Thomas Jordan ha ingaggiato un americano medio da una media squadra spagnola; che spera nel presidente di Lega, Malgara, per mettersi sulle maglie uno dei suoi marchi (Acqua Brillante). Resistono poche isole e la favola di Bologna è sempre più una parabola. Fuori la Knorr, dentro la Buckler: 10 miliardi in tre anni, più di prima. Fuori Wennington, campione d'Italia gregario, dentro Levingston, ex compagno di Michael Jordan, per puntare all'Europa. E già ora, in agosto, venduti in abbonamento, agli sportelli bancari, quasi tutti i posti del palasport. Dopo essere stata una felice abitudine, sta diventando sempre più un'eccezione. E anche d'eccezioni s'ammala uno sport.

 

DANILOVIC SOLITO LEADER, BOLOGNA VA

di Walter Fuochi – La Repubblica – 08/10/1993

 

Sempre dietro, però mai staccata, collosa e razionale, con quel Bonora che a vent'anni dirige da grande testa, 40' su 40' , Verona s'affaccia alla sua unica parità quando mancano 5 minuti e rotti. Il tabellone stampa 64 a 64, la Glaxo s'è ricucita il match un punticino alla volta, ma non arriva neppure a disegnarsi il sogno: dai gorghi di una partita che sta facendo affannare la Buckler, esce, da solo, Danilovic. Spacca in entrata i veronesi, uno contro 5, una e due volte, la seconda col fallo. Sono 5 punti che riconsegnano la gara ai suoi padroni, anche se proprio Bonora, il registino già finito in Nazionale, la riapre sul 74-71, a 2' tondi. Non lo bracca benissimo Brunamonti, c'è Coldebella sulla sedia dei cambi, pronto ad azzannarlo, come ha fatto fin lì, ma in questa saga di playmaker targati Bologna, di ieri, oggi e domani (pure Bonora è nato virtussino), Brunamonti non accetta la parte dell'ex. Si regala l'ultimo acuto da campione e prima di andarsi a sedere, semplicemente, uccide la partita con un tiro da tre: 77-71, per la bella e coraggiosa Verona non ce n'è più.

La Buckler s'è presa l'anticipo del quinto turno, giocato perché domenica 24 sarà in Germania all'Open, con qualche fatica, dovuta ai meriti di una Glaxo sempre presente, anche se Williams (5/13) l'ha a lungo tradita, se Frosini (4/9) s'è fatto impacchettare da Binelli dopo un bel primo tempo, e se il suo organico è tanto più stretto di quello bolognese. Alla vittoria della Buckler hanno dato ali ora le 'bombe' (6/8 nel primo tempo), ora i rimbalzi (40-30): e quando il conto dei falli, di una partita spigolosa e tenace su entrambe le trincee, ha preteso il saldo, Bucci aveva sempre uomini più di Marcelletti da schierare. Un killer Danilovic (7/9), essenziale e duro anche in difesa. Un'altra bella punta Moretti (13 in 18'). Un martello Coldebella (5/8), quando imponeva il fisico a Bonora. Così hanno recitato le guardie, e pazienza se Levingston sferragliava (4/13, ma 11 rimbalzi) e se Binelli guarisce adagio. Per ora, Bologna comanda così.

BOLOGNA, UNA SERATA BUONA

La Repubblica - 10/12/1993

 

La Buckler vince la partita (85-65), atterrando gli imbattuti turchi, ma forse perde Levingston, atterrato, a sua volta, dal mal di schiena. Intabarrato in uno sciarpone, sulla prima fila del parterre, il pivot nero ripete a tutti d'essere solo raffreddato: ma a Bologna, città di portici e di chiacchiere, si dice che il "problema discale", come fu definito nelle prime visite, s'è aggravato. E anche in società ammettono "nuovi controlli". Levingston vorrebbe farsi visitare in America, forse anche ricorrere a un'operazione che non lo riconsegnerebbe ai campi prima di quattro mesi. In Coppa non è sostituibile, in campionato sì (qualcuno parla di un ritorno di Wennington), ma la Virtus non s'affretta e ne vuole riparlare: anche il contratto, un miliardo e 700 milioni l'anno, è di quelli delicati. Ieri sera, intanto, la Buckler ha provato a farne a meno.

Bellissima e pratica nel primo tempo, addirittura leggera nel secondo. La difesa: una morsa feroce, che costringe i turchi, per 13', a procedere a un punto al minuto. L'attacco: contropiede, e poi, quando l'Efes prova una zona molto statica, tiri sicuri. 46-27 alla pausa, con 4 falli del nero Richard, azzerato da un Binelli maestoso. Morandotti encomiabile da finto pivot (sul 2.10 Oyguc). Moretti, Danilovic e poi anche Savio macchine da punti. E 20 rimbalzi contro 9 (bene Carera). I turchi sono intimiditi e fragili. Secondo tempo. La Buckler allunga, anzi dilaga (+26 al 7'), quando gli arbitri fischiano troppo contro Bologna e poi, per compensare, troppo contro l'Efes. Dettagli, perchè la partita non c'è più. La Buckler ricama basket, volando in allegria a +27. Conta solo definire lo scarto (+20, buono) e riempire le pagelle. Binelli (9/12, 11 rimbalzi, 5 recuperi), Danilovic (7/13), Moretti (6/9), Savio (5/5) i migliori: meglio, i più vistosi.

 

LEVINGSTON: ADDIO BOLOGNA

di L. Br. - L'Unità - 22/12/1993

 

Si profila un vero e proprio «braccio di ferro» contrattuale tra la Buckler campione d'Italia e Cliff Levingston, l'ala-pivot rientrato dagli Usa dove si è fatto visitare da medici di sua fiducia per i dolori alla schiena che gli hanno fatto saltare le ultime due partite di campionato. Levingston - che è lo straniero più pagato del basket italiano ed ha già incassato 525.000 dollari sul milione e 200 mila annuale - ha insistito nella sua scelta di sottoporsi ad un intervento chirurgico: una scelta che lo toglierebbe di squadra fino al termine della stagione ma che non farebbe venir meno, secondo la sua interpretazione del contratto, lo stipendio. Di diverso avviso, naturalmente, il presidente della Buckler Alfredo Cazzola e i medici della società.

La Virtus ha diffuso una nota che prelude a strascichi contrattuali e giudiziari: «Dato che i medici sociali ed i consulenti esterni hanno confermato una indisposizione che non impedisce, né compromette lo svolgimento dell'attività sportiva, ne deriva che il rifiuto totale, dal parte di Levingston, di svolgere qualsiasi attività prevista dal contratto, e non dipendendo per di più il fatto lamentato da incidente di gioco, ne consegue un inaccettabile rifiuto di osservanza del rapporto contrattuale con ogni conseguenza relativa». E questo equivale a dire:  se Levingston non cambia idea verrà «tagliato» e al suo posto arriverà un altro americano. Tutto con il reale rammarico di tifosi e dirigenti della Buckler visto che questa rottura con lo statunitense rischia di compromettere tutta la stagione della Virtus. Nemmeno l'ipotesi di utilizzare l'ex Nba solamente in Euroclub è stata rivisitata. Se prima(Levingston e Buckler) erano vicine ad un accordo di questo tipo, adesso sembrano lontane mille miglia. E Bucci, il tecnico bolognese, si è apprestato a chiudere la vicenda con un appello al suo presidente: «Per la partita contro la Stefanel Trieste vorrei avere il nuovo straniero in campo. Anzi vorrei averlo a disposizione il 27 dicembre, alla ripresa degli allenamenti». Si parla di un possibile arrivo di Shoene. «È il primo nome che mi viene in mente per sostituire Levingston».

La Virtus 2.0, post-Levingston: Frattin, Nadalini, Carera, Binelli, Schoene, Brigo, Orsoni, Bucci

Morandotti, Coldebella, Brunamonti, Danilovic, Moretti, Savio (foto tratta dal libro "3 Volte Virtus")

BUCKLER CON IL RITMO GIUSTO

di Walter Fuochi – La Repubblica – 06/02/1994

 

La Filodoro non può stare senza Esposito, la Buckler può stare senza Danilovic: il derby forse si spiega in una riga, e così si risolve al mattino, quando i medici della Fortitudo dicono che Vincenzino ha ancora i polmoni malridotti e non può giocare. La partita ha ansimato, decisamente brutta, per 13 minuti: 21-18 per la Fortitudo, più orrori che bellezze, finché Brunamonti l'ha spaccata, da capitano che su questi fili di nervi aveva camminato mille volte. Una 'bomba', due di Moretti ad imitarlo, un'altra sua e un'entrata ruggente: la Buckler giocava ora da squadra più grande e grossa, e sicura di sé. Finito a +9 il primo tempo (Moretti 15), la Buckler trovava poi, nel secondo, Schoene: tiri, rimbalzi e assist del Rosso hanno tenuto sempre la Buckler avanti di una decina di punti, malgrado la Filodoro mostrasse finalmente il vero Fumagalli. Spariva però Gay, appariva tardi Comegys, reggeva Dallamora (il migliore) fino ad abbottarsi una caviglia, ma svettava Binelli e la Buckler non rischiava mai. Buckler – Filodoro: 78-70.

 

Dopo il "Grande freddo", il "Grande caldo" (foto tratta dal libro "3 Volte Virtus")

"PROF GRANDI, ORA TOCCA A LEI"

Buckler: in vista dei playoff Bucci passa la squadra al preparatore atletico.
Preparazione personalizzata per lunghi e piccoli. "Bisogna anche ricaricare le batterie psicologiche"

di Stefano Budriesi – Il Resto del Carlino – 08/04/1994

 

L'anno scorso nei playoff la Virtus fece 7 su 7, sbriciolando nell'ordine Kleenex, Cantù e Benetton. La squadra di Messina arrivò in fondo al campionato con la brillantezza di una fuoriserie appena uscita dalla fabbrica. Un po' di merito va ascritto al professor Enzo Grandi. Il preparatore atletico dei bianconeri, che anche quest'anno ha ricevuto il testimone da Alberto Bucci per tirare a lucido la Virtus in questo periodo libero da impegni.  "Stiamo facendo un lavoro di richiamo atletico - racconta Grandi - riprendendo quei concetti sui quali è necessario tornare periodicamente durante l'anno. I carichi sono aumentati rispetto al solito, poiché l'impegno di domenica con la Bialetti non ha una valenza diretta per la classifica e fino al 19 aprile non dovremo più tornare in campo. C'è insomma l'opportunità di svolgere allenamenti intensi". Enzo Grandi lavorò con Bucci già nella stagione della Stella, in occasione del primo scudetto bianconero di Albertone. La fiducia reciproca è consolidata. "Con Bucci - dice ancora Grandi - si può svolgere un lavoro in autonomia e con uno spirito di grande collaborazione.  È così da sempre. Per quanto riguarda i ragazzi della Virtus, li trovo già in ottime condizioni atletiche. Ma soprattutto stanno ricaricando le batterie psicologiche. Quest'aspetto è fondamentale: si può correre e saltare, ma se non si rimane lì con la testa, i risultati poi non vengono".  La Virtus sta affrontando un tipo di preparazione personalizzato, come spiega il professor Grandi: "Gli esercizi di Coldebella non possono essere gli stessi di Binelli e Carera. Non si tratta di fare fiato correndo come all'inizio dell'anno, ma di migliorare alcuni aspetti specifici, sia per quanto riguarda la velocità, che la resistenza, quando la produzione di acido lattico può imballare i giocatori. Il fatto che alcuni uomini siano rimasti fermi per infortuni non deve essere considerato un vantaggio. Sarebbe meglio allenarsi per tutto l'anno, ma è chiaro che quando si è costretti a "staccare", si può lavorare su alcuni aspetti che in altre occasioni si trascurano".

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Ieri mattina la Virtus si è esibita in un apartita di calcio, così tanto per distrarsi un po'. Anche questo è importante. Enzo Grandi ha molta fiducia nella squadra: "Danilovic ormai è recuperato, può già spingere forte sulla caviglia. Un giocatore che ha compiuto un lavoro molto costante e produttivo lungo tutto l'arco della stagione è stato Binelli e il suo rendimento ne ha riesentito positivamente. Con i ragazzi dico sempre che li sto preparando per 8 partite, cioè Montecatini più un percorso netto nei playoff, ma subito tutti toccano ferro... Una cosa è sicura, il basket è un gioco di destrezza. Ce ne sono di atleti che saltano e corrono come i nostri. Ma vince sempre chi è più abile a giocare. Quando sento dire che Moretti sarebbe sovrappeso, gli faccio rilevare i punti che segna". Una Virtus tonica e pronta all'ultimo sprint. Basta che non si distragga, come è successo a Casalecchio. Ma a differenza della Coppa Italia, nei playoff c'è anche il tempo per recuperare.

 

STRANAMORE E LA MURAGLIA (INTERVISTA AD ALBERTO BUCCI) - I

tratto da "3 volte Virtus" di Werther Pedrazzi

 

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Saltiamo pure le vacanze di Natale, del '93, e voliamo direttamente al nido che il cuculo, intanto, stava preparando. Durante la primavera, anche in quest'anno, che siamo giunti al 1994, aveva tirato quell'arietta maledetta, che porta sempre qualche fregatura. In Coppa Italia la Buckler viene estromessa ad opera della Glaxo Verona (71-73) dalla finale. Dispiace alquanto, poiché la tenzone si svolge sotto casa, nel Palasport di Casalecchio. Dispiace veramente? Forse non tanto. Su quella manifestazione infatti incombe una maledizione: chi la vince, alla fine, regolarmente, perde lo scudetto. è una legge implacabile, che a basketlandia sta imperversando senza, almeno per ora, alcuna eccezione. è dunque con un po' di rabbia, ma il cuore in fondo sereno, che la Buckler il 17 marzo si getta all'ultimo assalto dell'Euroclub, cercando di espugnare la tana dell'Olympiakos di Atene.

Un inferno.

Saigon era Disneyland (in confronto), direbbero in coro i simpatici Gino e Michele.

Con un solo straniero, i regolamenti europei, come sapete, non avevano permesso la sostituzione di Levingston, ed anche senza Binelli, con Danilovic non al meglio e Morandotti fuori per cinque falli, i cavalieri della Virtus lottarono da eroi, non volevano morire mai. Lottarono contre le belve assatanate sugli spalti e contro l'arbitraggio. E se fosse entrato l'ultimo tiro di Moretti... erano a posto. Invece fu stoppato da Fassouals, il greco malandrino, lungo come la fame, che mena come cane e se lo guardi in faccia sta sempre lì lì per piangere, lui. Quella drammatica sconfitta, com'è ormai un classico di questa squadra, segnò anche una svolta. Ci mise, in quest'occasione, una mano anche l'intervento del Presidente... Una mano... Al portafoglio.

Entrò Cazzola subito dopo la partita negli spogliatoi.

"Grazie ragazzi, grazie lo stesso. Sono orgoglioso della vostra battaglia. Mi avete fatto sentire l'orgoglio di appartenere a questo gruppo, per come avete lottato in dieci contro diecimila, anzi contro diecimila e due: la muraglia di questi greci assatanati più quei due arbitri caproni. Sono così fiero di voi che io, Cazzola Alfredo, su questa sconfitta ci metto ugualmente il premio concordato. Anzi, ve lo raddoppio".

Dite pure quel che volete, son cose, queste, che lasciano un segno. Abbiamo voluto ragionarci sopra a mente serena. Mettiamo il caso che te fossi un presidente?

Al "grazie ragazzi, avete lottato, pazienza, è andata male, grazie lo stesso", ci saresti, commosso, anche arrivato facilmente. a proprio perché ci sei rimasto frustrato e così male, per l'immane sforzo e l'inutile sacrificio, cosa ti rimarrebbe a parzialissima consolazione, se non il fatto di risparmiare il grano? Quello, cioè Cazzola, invece, sopra alla delusione ha messo giù della pila, e pila doppia. Una bella differenza: come tra le parole e i fatti. Un episodio, questo, che rimase in pegno, pegno d'amore, pegno di vendetta.

Volarono da allora in campionato i Cavalieri delle V Nere.

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STRANAMORE E LA MURAGLIA (INTERVISTA AD ALBERTO BUCCI) - II

di Werther Pedrazzi tratto da "3 volte Virtus"

 

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Si preparava il gran finale. Nei quarti del playoff Bologna fa secca due a zero la Benetton, in semifinale con la Glaxo invece soffre in casa (79-72), perde a Verona (69-72), incarognendosi alle esasperazioni del ritmo lento di Marcelletti e di bonora, ma nella "bella" si scatena, frantumando brutalmente gli avversari (77-55).

In finale trova la Scavolini, che aveva eliminato Reggio Calabria e la Stefanel Trieste. Sta per esplodere la stagione dell'odio più profondo. Pesaro è il nemico storico, l'odio, più che sportivo, ideologico.

Te senti come la monta, Bianchini, 'sta finale.

"Due squadre agli antipodi per il modo di giocare e per come sono state concepite. E qui mi viene da fare un paragone architettonico. La Buckler non è, infatti, altro che una muraglia cinese, una lunga sequenza orizzontale inframmezzata da solidi torrioni di difesa, mentre la Scavolini è una cattedrale gotica, con le sue guglie e la vertigine del picco. Ad una verifica tecnica salta all'occhio che la Buckler è fatta come il Milan - dio, e qui Cazzola doveva essersi già abbastanza imbestialito - cioè da tanti doppioni che ti offrono il vantaggio di vincere sempre un campionato che dura trentaquattro giornate, ma che hanno anche il limite di perdere una corsa sulla breve distanza, come è già successo alla squadra di Bucci in Coppa Italia e in Euroclub, perché a Bologna manca la verticalità che solo i campioni, Myers o McCloud, Gullit - che non giocava più nel Milan o Garrett le avrebbero potuto dare nel momento dell'appiattimento generale".

Mica male. Tanto per cominciare, Valerio grida al mondo, i campioni veri ce li ho io, oppure giocano al calcio, poi ricorda a Bologna tutto quello che ha perso, tanto per tirarle su il morale. Ancora.

"La Buckler è un'Epifania, ovvero l'ultima festa che tutte le altre si porta via. Bucci non è un architetto, come me, a cui piacciono le guglie, e infatti scartò Darren Daye. Né sarà mai il regista che sceglie gli attori sui quali, poi "ritagliare" una storia, ma vuole i "suoi" personaggi per mettere in scena un Kolossal preconfezionato".

E qui, malignità non fu mai pari, perché il Vate si mette a cavalcare, anzi galoppa, sulla tigre dei tifosi pesaresi, ricordando la rinuncia a Darren Daye, che era la cosa che a Bucci non avevano mai perdonato, dimenticandosi che l'Albertone aveva rinnegato Daye solo per sgombrare il cielo al volo di Carlton Myers, la guglia cui il Vate, ora, tanto si vanta... E adesso, a due anni di distanza, quella tigre si sta sbranando proprio Bianchini.

Lo scontro era imminente, Bucci doveva replicare, per non sembrare perdente già in partenza.

"Bianchini blatera perché ha paura. Le sue uscite? Le cose hanno fascino soltanto quando sono imprevedibili, e, con me, Bianchini non potrà contare sull'effetto sorpresa. Potrei soltanto ricordargli, a proposito delle sue teorie, che proprio lui, Valerio, a ottobre dichiarò: mi sono emozionato e commosso vedendo come Bologna ha giocato e lottato nell'Open di Monaco contro i Phoenix di Barkley. Adesso, invece, sta facendo soltanto il suo mestiere... cercando di determinare il risultato".

Al primo atto è subito battaglia, la Buckler vince 85-80, ma Carlton, la pantera nera, graffia e ferisce, con 25 punti, i cavalieri neri, fin sotto la corazza. La partita registra l'episodio che innescherà la reazione a catena delle vendette. Coldebella commette su Labella un fallo ruvido e violento che non gli verrà più perdonato. Anche se Claudio, a mente fredda, lontano dal furore che lo prende sul campo, ci ragiona e, onestamente, ammette la sua colpa e si pente. Per prima cosa, quando scende in campo a Pesaro per la "seconda", Coldebella si avvia verso la panchina della Scavolini per dare la mano a Labella e presentargli le sue scuse. L'inferno biancorosso insorge in un turbine:piovono solo fischi giù dalle tribune. Pietà è morta, in questa sfida.

Si gioca duro, con accanimento. A Pesaro la Virtus no, che no passa. Durante l'intervallo il fattaccio. Coldebella non si ripresenta in campo.

Voci confuse.

È andato all'ospedale. Una ferita sotto ad un orecchio. L'hanno picchiato... Forse McCloud.

Picchiato Coldebella? Figurati un po'... Quello? Al massimo può essere che Coldebella si sia ferito, cercando, lui, di picchiare qualcun altro...

Scoppia l'incendio, che brucia questa sfida. Finisce qui la battaglia sportiva, ed inizia una sporca guerra civile. La Scavolini, intanto vince la partita (87-81), e Carlton la pantera ne sbatte 31 in faccia a Bologna quella sera.

La sera degli inganni. Si riunisce il tribunale del basket itinerante, che durante i playoff emette al volo le sentenze: tre giornate di squalifica a McCould, due a Coldebella. Per il pesarese la finale è finita, il bolognese potrà rientrare, se ci sarà, e ormai si capisce che non se ne potrà fare a meno, nell'ultimo spareggio.

Pesaro insorge. È un tradimento. Grida il patron Scavolini. Me ne vado, lascio questo porco mondo: basket addio, sono stato troppo danneggiato.

Nella rabbia si accavallano le verità, un po' troppe. McCloud voleva dare un cazzotto a Coldebella, ma non l'ha preso, manco sfiorato. Anzi, diranno dopo, non glielo ha proprio tirato. E allora? Il referto medico per quella ferita?

Coldebella scappava, è scivolato.

Scappava, ma da cosa?

Ovvio, scappava di corsa nello spogliatoio, perché uno come Coldebella ha sempre la coscienza sporca, e, se non lo sai tu, lo sa lui, da cosa scappa. Vabbè... Quasi tutta la stampa si schiera dalla parte della Scavolini. Alla fine si completa il quadro delle cause e degli effetti. Quando salta fuori il testimone tanto atteso, un addetto al servizio d'ordine, che giura: ho sentito Coldebella dire a McCloud "sporco negro". La storia continua ancora oggi in tribunale. C'è chi ne parla e chi non ne vuole più sapere.

"Non ne voglio più sapere, se ne parlo ancora finisce che mi richiamano in tribunale a testimoniare e francamente non ne posso più. Dico soltanto - è Alberto Bucci che lo dice - che quando ci sono due tesi esattamente opposte, basta aspettare qualche anno, poi la verità finisce sempre per saltare fuori. Allora qualcuno si dovrà vergognare. Ci sarà pure un responsabile del fatto che ogni volta che andiamo a Pesaro prendono il pullman della Virtus a mattonate? So soltanto che senza l'episodio Coldebella-McCloud quella finale si sarebbe chiusa prima".

Scusate se insistiamo sul tormento, ma questo giallo è appassionante. un giorno, forse, se ce lo consentiranno, andremo anche a Pesaro a cercare la verità, ma adesso siamo a Bologna. Ecco Coldebella.

"lo so che passo per un insensibile, un macellaio, uno che "deve morire", ma quella cosa mi ha ferito dentro. Guardiamo i fatti: ho passato una notte all'ospedale, preso due giornate di squalifica, e alla fine sono passato anche per razzista. E sono costretto a portarmelo dietro. Possono giurarlo in centomila: io so che "sporco negro" non l'ho detto. E se vogliamo andare più a fondo, nemmeno McCloud ha mai direttamente confermato quell'insulto. però c'è qualcuno che lo ha sentito. Mi sono fatto raccogliere dalla società tutta la rassegna stampa di quei giorni, sta in una cartellona che tengo chiusa in un armadio, non l'ho mai guardata, ogni tanto mi capita in mano, e la ripongo. Non l'aprirò mai, per nessuna cosa al mondo, prima di aver smesso di giocare.

Vedi, un giorno a San marino ho incontrato Bianchini e Cosmelli, loro due erano tranquilli e gentili nei miei riguardi. Li posso anche capire: a Pesaro sei schivo dei tifosi. Però io me la sono legata al dito. Un'ingiustizia è un'ingiustizia, e non passa. Almeno fino a quando io passerò per un razzista. Non voglio, però, fuori dal campo, odiare la gente che fa il mio mestiere, allora lascio quegli scheletri nell'armadio. Quando avrò smesso di giocare mi faranno soltanto divertire, adesso mi farebbe solo del male. La vuoi una cronaca di quella giornata? Bene. Sono benissimo di non essere un santo, parlo sempre del campo di battaglia, fuori mi occupo di tutto, poco di basket. In campo, dunque, so di averne fatti di casini, piglia gli scontri con Adrian Caldwell o con Gei-Gei Anderson... ma quello di Pesaro era un giorno diverso da tutti gli altri. Avevo capito di aver fatto a bologna un brutto fallo su Labella. Magnifico mi era saltato addosso, insomma, non mi ero piaciuto, avevo sbagliato. M'aspettavo molta tensione nei miei confronti e proprio per questo niente e nessuno mi avrebbe fatto litigare. Vedrai più avanti che fu questo l'errore "tecnico" che scatenerà il caso. Giochiamo. Prima però vado a scusarmi con Labella. Per tutto il primo tempo George (McCloud) mi tampina. Lui era forse uno stinco di santo? A tre secondi dal termine del primo tempo, con la Scavolini in lunetta, faccio a Savio: Giampiero, prendi tu McCloud, attento, taglialo fuori. E George mi risponde: marcami te, brutto stronzo. Ma io non volevo litigare. Alla sirena, si vede benissimo dai filmati, sono già davanti al tunnel e McCloud ancora sotto canestro, quando si mette a rincorrermi, mi raggiunge e mi spintona. Ecco tutto quel che gli dissi: ma tornatene in America, tu e il tuo amico...".

Quale amico?

Questo è un particolare che conoscono in pochi, uno di quei dettagli che sfuggono, ma il cui incastro è determinante per la comprensione di ogni giallo.

In quei giorni era in Italia Cliff Levingston, quello che aveva asciato Bologna in braghe di tela, e aveva telefonato proprio a Coldebella perché gli procurasse qualche biglietto per le partite di Bologna. Claudio era andato a chiederli in sede. Per chi? Per Levingston? Che stava già succhiando un mucchio di dollari alla Virtus con la causa di lavoro? Coldebella rischia che gli ficchino due dita negli occhi. Negativo: deve rispondere a Cliff, che forse se la prende male. Levingston in quei giorni si era sistemato a Pesaro, proprio in casa di McCloud. Ecco chi era l'amico di George, cui Coldebella alludeva. Quello che dall'America non era tornato, neanche per aiutare la Virtus nell'Euroclub.

"Ti spiego perché proprio la decisione di non voler litigare, a nessun costo, di non accettare lo scontro, si rivelò un errore. Io non ho mai dato la schiena a nessuno, invece quel giorno, dpo aver mandato McCloud e Levingston al loro paese, mi girai per andarmene, george mi rincorse e mentre infilavo i gradini che portano allo spogliatoio mi colpì da dietro. Se non mi fossi girato, ma l'avessi fronteggiato, tutti se ne sarebbero accorti, sarebbero intervenuti in molti per separarci come succede sempre, e tutto si sarebbe risolto in una scaramuccia senza conseguenze. McCloud, faccia a faccia, non mi avrebbe colpito, e nessuno avrebbe dovuto inventarsi il mio razzismo per giustificarlo. Sono venuto a sapere che George aveva tentato la stessa mossa anche con Fucka a Trieste, ma Gregor gli si parò davanti a grugno duro e tutto, in quel caso, finì lì...".

Altro piccolo mistero.

Certamente saprete che tutti i club professionisti hanno il loro regolamento disciplinare interno, con relativa tabella di sanzioni. Siccome Coldebella era stato squalificato, dunque, a norma di regolamento, Cazzola avrebbe dovuto multarlo, ma decise di non farlo, mentre Scavolini appioppò una botta da trenta milioni al signor McCloud. Come mai?

"In tutta questa sporca faccenda - conclude Coldebella - se non altro, ho fatto contento un mio compagno. Prima, su tutti i campi, quando arrivava la Virtus, il coro classico era 'Morandotti, figlio di puttana'. Adesso si sono dimenticati di Ricky ed imperversa solo 'Coldebella deve morire'".

Il 21 maggio a Bologna per "la terza", l'aria era diversa, avvelenata, nessuno pensava più al basket, tranne Danilovic che segna 33 punti e la Buckler, senza Coldebella, batte la Scavolini, senza McCloud, 88-76. Qualcuno ci mette un pizzico d'ironia, che però non serve a sdrammatizzare, anzi ottiene l'effetto contrario, indicando in Antonio Martone il miglior giocatore della serie scudetto, per via delle sue giornate inflitte a Coldebella e delle tre a McCloud, destinate alla fine a rompere l'equilibrio nell'eventuale "bella". Lo scudetto è già stato assegnato dal Giudice Sportivo. Scrivono i seminatori di tempesta. Allora perché dopo tre giorni si deve tornare a Pesaro? Con il basket in stato d'assedio?

Sindrome cinese, a Pesaro: il palazzetto trasformato nella piazza dei taze-bao. Un campo tutto tappezzato di macabri messaggi che annunciano la morte del basket, e, ovviamente, anche quella imminente di Claudio Coldebella. Quando McCloud, il grande prigioniero, va a sedersi in tribuna stampa, si alza tremendo il boato. Alla Scavolini manca anche Pierfilippo Rossi, e Gracis si deve fermare durante l'incontro, perché gli scoppia la testa, forse per le scariche di tensione che attraversano l'aria. Di una Virtus a nervi scoperti, Moretti, anche se lo chiamano Paolo il Caldo, è il più freddo, ma ancora una volta la pantera sbrana la Buckler, Myers 30 punti, Scavolini che vince 73-66. Due a due: la storia finirà al Madison.

Fuori, alla fermata del pullman, pomodori rossi, maturi, che si spiaccicano sulla camicina candida di Gus Binelli, e Sasha come una belva che si lancia uno contro cento. L'avevamo detto, che non bisogna toccargli i compagni... Si fatica a trattenere Nikita: "Non hai sentito che per tutta la partita mi hanno gridato serbo assassino?".

Sgomma via la corriera bianco-nera, inseguito dall'ultimo guanto di sfida del Vate Bianchini: "Bologna è il vecchio, e Bucci il suo maggiordomo. Lui è un prigioniero nel Grande Palazzo, mi ricorda proprio il maggiordomo del film 'Quel che resta del giorno', custode dell'argenteria di casa, preoccupato di mantenere tutto al suo posto nell'aristocratica dimora inglese, senza sapere che era già stata venduta a nuovi ricchi americani, cui nulla importava dei vetusti arredi, e non potevano aveer culto e memoria per un'epoca passata di cui il palazzo era testimone residuo. Dell'ultima sfida so soltanto questo. La Buckler deve vincere: per lei è un imperativo categorico. La Scavolini vuole vincere: per lei è una scelta morale".

Che tremendo nemico Bianchini, che bel nemico però.

Che quando il 28 maggio cala per l'ultima volta a Bologna, sa di aver già detto e dato tutto, e si chiude in un tormentato e cupo silenzio stampa: "Ho parlato anche troppo, adesso è venuto il tempo della riflessione".

Solo alla "quinta" Bologna schianta Pesaro, con Danilovic che dice ancora 33! Senza quei veleni mortali, sarebbe stata questa, nell'anno del Signore 1994, la sfida scudetto più lunga, sofferta e più bella, con quei meravigliosi canti e controcanti tra Sasha Danilovic e Carlton Myers. Purtroppo, invece, fu anche l'anno del Demonio.

Insorge, forse maligna, ma spontanea, la voglia di chiedere a Bucci, se di quello scudetto non gli sia rimasto in bocca il gusto agrodolce della vendetta, verso quella parte di Pesaro che non aveva saputo comprenderlo ed amarlo.

"L'unica cosa che non riesco più a gustarmi sono proprio i risultati. La lotta che mi mangia non è contro gli avversari, ma contro me stesso. E poi, senti, da Pesaro c'è ancora qualcuno che mi scrive spesso, con affetto, e si scusa se, quando vado a giocare in casa loro, non può venire a salutarmi... altrimenti gli altri gli saltano addosso".

 

BUCCI - BIANCHINI BASKET A SCACCHI

di Walter Fuochi – La Repubblica – 14/05/1994

 

Paginate di Bianchini, frasi sparse di Bucci. Alla finale scudetto tra Buckler e Scavolini, che si apre oggi, si può arrivare anche così, esternando in dosi diverse. Metaforico e fluviale, Bianchini si teorizza da sempre: un coach non è una lavagna di schemi, ma un cuore della città, che parla ai fedeli e ai distratti. Ai corsi allenatori spiega che, se un microfono o una penna sono armi improprie, roba che ti può sgretolare, tanto vale toglierle al nemico giornalista: ogni riga tra virgolette è una riga conquistata, altroché silenzio stampa. Pure Bucci lo sa che la vita non finisce in palestra. Magari ne parla a un dibattito in parrocchia: dicendo che i giornali dovrebbero stampare buone notizie, non solo disgrazie, o che lo sport italiano cresce rachitico perché la scuola lo soffoca, due ore strette fra latino e storia, niente doccia, niente igiene. La chiamiamo educazione?

Veterani entrambi. Fuori Peterson, sono i più navigati dei play-off. Per Bianchini è la quarta finale scudetto. Perse la prima ("ero un ragazzo"), proprio contro Bologna, guidando Cantù. Poi vinse sempre: con Cantù, Roma e Pesaro. Pure Bucci è alla quarta: lui vinse la prima (Bologna-Milano) e perse le altre. Di un decimo di secondo a Livorno, di qualcosa di più con Pesaro, contro Treviso. Per la Scavolini è un ex: e la gente non gradì, quando scelse Bologna. Bianchini non è un ex, né la piazza lo vorrebbe mai allenatore della Virtus. Troppi anatemi. Dal parterre delle signore sfiorite a Lucio Dalla, dai tortellini ad Alfredo Cazzola, padrone formato Berlusconi. Eppure, Bianchini è stato bene dappertutto: il posto dove lavorava, nei suoi apologhi, era sempre il migliore. A Cantù, Pesaro, Siena zampillava basket dai sani umori della provincia. A Roma figliava da Cesari e Papi. Ovviamente, è il primo a sapere d'aver vissuto bene vincendo e non raccontando parabole. Anzi, la sua parentesi professionale più grigia coincise col momento più immaginifico, la guida della Roma ferruzziana. Cacciato per mancanza di risultati. Banalmente, come tutti.

51 anni Bianchini: 18 di panchina in A con 4 squadre, più 2 di Nazionale. 46 Bucci: 16 in A con 7 squadre e altra gavetta prima, dentro una vita mai scorrevole. Ma il marciapiede resta un amico: aver vinto tutti i campionati della piramide del basket vale per lui una medaglia olimpica. Entrambi sono tornati dove avevano già vinto. Comodo o brutale: si puzza di minestre riscaldate, se va male. Sono in finale, quel fornello almeno è già spento. All’inizio, Pesaro pareva la scommessa impossibile: vecchio il tronco, slegati gli innesti. Adesso, non si dice più vecchio: esperto, è la faccia lucida della medaglia. E se Myers vince partite da solo (come la "bella" con Trieste), Bianchini conia metafore sulla propria superfluità. "Io, computer in panchina, ho visto accendersi l'off. E ho inserito il pilota automatico". Che la finale l’avranno in mano i giocatori lo pensa pure Bucci. Ma a perderla, per tanta gente, sarà lui. Finora ha vinto più di tutti, malgrado i Levingston e i Danilovic rotti per strada. Ma non ha ancora vinto niente: tante partite, nessun traguardo. Passate Coppitalia ed Euroclub, resta solo lo scudetto. Ansie e destini da coach.

 

  

Gara di forza tra Carera e Corny Thompson della Joventut di Badalona sconfitta a Bologna 73-65 il 20 gennaio 1994

IN DUE PER LO SCUDETTO DELLA VERGOGNA

di Walter Fuochi – La Repubblica – 19/05/1994

 

Uno ha insultato. L’altro ha colpito. Due giornate di squalifica al primo, Claudio Coldebella, playmaker della Buckler. Tre al secondo, George McCloud, ala della Scavolini. Il risultato resta invece lo stesso uscito dal campo: 87-81 per la Scavolini, che pareggia il conto sull’1-1 e si appresta a giocare, sabato a Bologna, la terza partita. Il verdetto sul "giallo" della seconda è uscito dopo le 2 di notte, al palasport, passate 4 ore di interrogatori, riscontri, perfino un sopralluogo nel corridoio del "delitto" da parte della Commissione giudicante, la task force di magistrati scelta dal basket per la "giustizia rapida": reati e pene amministrati subito dopo la gara, con sentenze inappellabili. Per McCloud, dunque, il campionato è finito, anche s’andasse alla quinta; Coldebella rientrerà in quella. Così il fatto è stato ricostruito dai giudici. "Nel rientrare negli spogliatoi al termine del primo tempo i due giocatori, dopo essersi reciprocamente urtati, si sono scambiate frasi culminate in un’offesa di Coldebella a McCloud, provocando la reazione di quest’ultimo, che ha colpito Coldebella causandone la caduta a terra". La Buckler aveva chiesto lo 0-2. Ma la pretesa è stata respinta per il fatto che gli episodi accaduti negli spogliatoi sono equiparati a quelli sul campo: McCloud, se gli arbitri l’avessero visto, sarebbe stato espulso. Invece ha ripreso. Per eventi del genere cioè non viene alterata l’"eguaglianza competitiva", rotta solo da fatti esterni (monete, invasioni). Letta la sentenza, ecco le due verità vendute ieri dalle due società. Talmente opposte, in tutto, da essere pirandelliane.

La Scavolini sostiene che c'era un solo testimone del fatto. Alberto Omiccioli, addetto alla biglietteria, "che mi ha giurato sui suoi figli - dice il manager Santi Puglisi - che le cose sono andate come lui le ha raccontate ai giudici". E cioè. Quando Coldebella e McCloud escono dal campo, a fine primo tempo, parlano forte. Il bolognese gesticola. Sono fianco a fianco quando Coldebella arriva alla scala che porta al suo spogliatoio, tenta di scalciarlo all’indietro, non lo prende e non s’avvede del gradino sul quale inciampa, battendo poi la testa. McCloud ha raccontato ai giudici che poi, a sorreggere il compagno, è arrivato Binelli, e non c'erano altri testimoni. Ha chiarito di non aver dato nessun pugno e che Coldebella l’ha apostrofato così: "Fucking nigger", fottuto negro, più o meno. Nel corridoio, prima, gli aveva detto di tener giù i gomiti. E ancora: "Stasera andiamo 1 a 1. Poi vinceremo lo scudetto". Reazioni, adesso. Walter Scavolini, di notte, appena sfornata la sentenza. "Cazzola me l’ha fatta sporca. è un amico, ma non doveva chiedere il 2-0. Vincere uno scudetto così è scandaloso. Hanno deciso tre testimonianze di parte, proprio un bel lavoretto. Mi squalifichino pure a vita, ma io me ne vado da questo sporco mondo che mi ha già tolto uno scudetto". E il giorno dopo, quando alla Virtus hanno negato la provocazione di Coldebella. "Lo sa benissimo che il suo giocatore ha detto 'negro' ". Valerio Bianchini. "I giudici si sono presi la responsabilità di azzerare la credibilità del basket, la sua faticosa rinascita. Ieri mio figlio mi ha chiesto: perché hanno squalificato McCloud? Perché gli hanno detto la cosa più vile: negro. E lui ha reagito da uomo. Un’offesa poi ancor più avvilente se fatta da un giocatore: se il basket è questo oggi, lo dobbiamo soprattutto, e lo debbono loro, i giocatori, agli atleti di colore. Per fortuna si gioca sabato. Siamo prontissimi, la partita dev'essere la nostra zona franca da tutti i veleni. La Scavolini di oggi nacque proprio a dicembre, quando perse McCloud per infortunio e tutti fecero qualcosa di più. Sarà così anche stavolta". McCloud: "Sono allibito, ho parlato col mio agente per fare causa".

“In questa storia - dice Alfredo Cazzola, presidente della Buckler -, c'è un solo dato certo. E si legge nella sentenza: McCloud ha dato un cazzotto a Coldebella. L’hanno ricoverato a Pesaro, ha passato la notte al Maggiore di Bologna, perdeva sangue dall’orecchio per un’emorragia interna. Ora dovrà star fermo cinque giorni. Mentre a lui capitava tutto questo, il signor McCloud era in campo". "Nego - aggiunge - che Coldebella abbia provocato McCloud. Lo stesso McCloud ai giudici non ha parlato di frasi razziste. Ha riportato solo un 'Fuck-off' : va a quel paese, fottiti. Né "negro", né tantomeno 'sporco' , come a Pesaro sostengono. E poi quella non è stata la prima parola tra i due. Si stavano già beccando, chi sia stato il primo non lo sa nessuno. Quanto alla richiesta dello 0-2, pensavamo che il nostro giocatore all’ospedale e il loro, colpevole, in campo, fossero un’alterazione dell’eguaglianza competitiva. Dicono di no. L’accettiamo". Coldebella è un cocker bastonato, e non per il cerotto sull’orecchio. Nelle ultime tre partite allinea un’espulsione con Verona, un rischio di cacciata per una manata a Labella, il fattaccio di Pesaro. Tre coincidenze pesanti. "Lo so, ma solo con Labella sbagliai. Dunque, 6 secondi all’intervallo, l’altra sera, ci diamo le marcature. Dico a Savio: prendi McCloud. E McCloud: marcami tu. Io zitto. Usciamo, siamo tra i primi, lui mi dà una gomitata. Accelero, non voglio guai. M’ero imposto di star tranquillo. Quasi non difendevo. Nel tunnel lui parla, insulta, spinge. L’ho mandato a quel paese. Tu e il tuo amico Levingston, gli ho detto. E ho sbagliato. Ma negro non l’ho detto. Pensavo fosse finita lì, mi sono girato per salire la scaletta, mi sono sentito il pugno sul collo. Ero di schiena. M’ha preso, mi sono appoggiato ai gradini, avevo le mani insanguinate, non ricordo né la barella né l’ambulanza, solo che ero all’ospedale. Farò causa a McCloud". Detto che Cazzola ha fatto un appello alla pace per sabato, e che il commissario di Lega Allievi ha rivolto a società, allenatori e giocatori un duro invito alla disciplina, restano due verità opposte. Bologna dice che la sua coincide con quella dei giudici.

PESARO RIFIUTA I GIUDICI

di Walter Fuochi – La Repubblica – 20/05/1994

 

Coldebella-McCloud, la polemica adesso prende fuoco. La Scavolini scende in campo, con un comunicato durissimo: 'La sentenza non è stato un atto di giustizia, ma di prepotenza. Si è riconosciuta la maggiore autorevolezza e attendibilità della parola del giocatore esperto in risse, di pelle bianca e di razza ariana, rispetto a quella del giocatore mite, incensurato, di pelle nera e quindi certamente non ariano'. Il fatto: martedì sera, durante l'intervallo di gara 2 per lo scudetto, il pesarese McCloud e il bolognese Coldebella sono protagonisti di uno scontro negli spogliatoi. Coldebella ha la peggio: secondo la versione Buckler, viene centrato da un pugno dell'avversario. Viene portato in ospedale, mentre McCloud torna in campo per il secondo tempo. Pesaro vince la partita (e si porta sull'1-1). Per la Scavolini, Coldebella ha offeso McCloud con frasi razziste. Il giorno dopo, mercoledì, la Giudicante convalida il risultato ma infligge due giornate di squalifica a Coldebella e 3 a McCloud. Per l'americano, i playoff sono finiti.

Ieri la reazione della Scavolini. Il presidente, Valter Scavolini, minaccia di voler lasciare la società e un gruppo di tifosi annuncia un esposto alla magistratura ordinaria contro Coldebella per frode sportiva (avrebbe cioè mentito). Ma, soprattutto, arriva il comunicato pesarese. Nel quale, tra l'altro, si legge: 'Davanti a risultanze istruttorie di pari peso e di referti medici compatibili con entrambe le versioni, si è accreditata quella di Coldebella, il giocatore di pelle bianca e di razza ariana. Che ha precedenti nelle partite Benetton-Buckler (nessuna sanzione), Buckler-Glaxo, in cui senza apparente provocazione colpì Sandro Boni e Buckler-Scavolini (una gomitata al viso di Labella, fischiata come fallo intenzionale)'. E poi, ancora: 'Martedì scorso il giocatore di pelle nera McCloud, nell'angusto spazio di un corridoio che porta agli spogliatoi del palasport pesarese, viene offeso proprio a causa della sua pelle da Coldebella, che in violazione dell'uguaglianza competitiva è presente in campo, pur avendo compiuto in precedenza atti che quasi automaticamente dovevano comportarne la squalifica per due giornate".

McCloud, per aver 'colpito l'avversario, causandone la caduta, si vede comminare tre giornate di squalifica con l'attenuante della provocazione, venendo escluso dai playoff, mentre il giocatore bianco di razza ariana, che per le sue precedenti condotte avrebbe dovuto ricevere squalifiche per almeno 6 o 7 giornate, potrà giocare ancora una gara dei playoff'. Infine, la Scavolini chiede che il giudice Martone, presidente della Giudicante, non eserciti più questa funzione: 'Nel regolamento del basket non è prevista la ricusazione dei giudici. Tuttavia è previsto che il giudice ha l'obbligo di astenersi quando ricorrono gravi ragioni di opportunità e convenienza'. L'invito alla rotazione dei giudici, dice Pesaro, intende 'evitare ulteriore discredito al nostro movimento'. Di male in peggio. Il comunicato della Scavolini getta benzina sul fuoco. E se vuol fare della pesante ironia sul giocatore "bianco e di razza ariana", non fa altro che usare una terminologia cara ai nazisti. Un atteggiamento identico a chi usa frasi razziste.

 

Festa scudetto (foto tratta dal libro "3 Volte Virtus")

BIANCHINI 'UN TITOLO NATO DAL SOPRUSO'

La Repubblica – 29/05/1994

 

Chi perde accusa. Bianchini, l'indignato, attacca Bologna e il suo scudetto. "Non posso essere così ipocrita - spiega al mondo - da festeggiare questo scudetto della Virtus nato dal sopruso e dalla prevaricazione". Ogni riferimento sinceramente voluto è al caso Coldebella-Mc Cloud, "una sentenza che avrebbe ucciso anche il mostro di Scandicci", chiosa Bianchini, sostenendo che la magistratura sportiva ha falsato i play off. E ribadendo che "di tutti questi play-off quel che resta è solo la vergogna".

Tutto molto discutibile, il coach della Scavolini non è ancora uscito, evidentemente, dal tunnel dei veleni. Ma direttamente non gli replica nessuno. Solo Alfredo Cazzola, il presidente della Buckler, ribadisce che "alle parole abbiamo preferito rispondere con il risultato. Dimostrando che si può vincere con bilanci solidi e senza i soldi di Stefanel e Benetton". Bucci, il tecnico, si limita a festeggiare: "Per me lo sport unisce, quindi non ho nessuna intenzione di far polemica". Tra spumante e abbracci, ognuno racconta il suo scudetto: quello di Danilovic, stella di Bologna, ha una dedica speciale, oltre a quella per i tifosi: "Al mio paese, la Serbia". A margine della finale con consueta invasione (e con Schoene che ha difeso le mutande con un cazzotto contro un tifoso sgarbato), ci sono pure le storie di mercato. Prima fra tutte la questione della comproprietà di Myers, tra Pesaro e Rimini, dietro cui potrebbero esserci i soldi di un grande club o addirittura un lungo giro: la Stefanel che si trasferisce a Milano portandosi appunto Carlton. Si preannuncia battaglia alle buste (martedì in Lega), ma Scavolini arretra: "Pesaro dovrà contenere le spese e quindi la trattativa potrebbe fallire".

QUANDO MCCLOUD ALZÒ IL GOMITO

L'amarcord di un match che torna stasera al PalaDozza. Le sfide con la Victoria Libertas non sono mai state banali. Come nel 1994, con Coldebella che crolla a terra nel tunnel e finisce kappaò... Dopo il brutto episodio McCloud prese tre giornate e Coldebella due. Nel 1994 il protagonista di gara uno è Brunamonti con 22 punti.

di Ezio Liporesi - Corriere dello Sport - Stadio - 01/02/2020

 

Grandi scontri tra Virtus Bologna e Victoria Libertas Pesaro. Per lunghi anni fu una sfida tra squadre di diverso livello, bolognesi, solitamente, da alta classifica, pesaresi lontano dai quartieri alti; vincere a Pesaro, però, era evento rarissimo. Poi, con l'avvento della famiglia Scavolini, Pesaro è diventata grande, ha vinto due scudetti, due Coppe Italia, una Coppa delle Coppe, ha partecipato alla Coppa dei Campioni, poi all'Eurolega (nella quale Virtus e Pesaro ebbero anche modo d'incontrarsi), al torneo Open con i professionisti americani. E, naturalmente, ha incrociato la strada della Virtus, anche in sfide molto importanti. L'antipasto ci fu negli ottavi di Coppa Italia nel 1970-71, a novembre: due sconfitte di una Virtus, occasionalmente molto debole, che, a fine stagione si sarebbe salvata solo agli spareggi. Nel 1981, una Sinudyne che aveva perso per infortunio McMillian ed era reduce dalla sconfitta a Strasburgo, in finale di Coppa dei Campioni, eliminò i pesaresi nei quarti dei playoff: vittoria a Pesaro di un punto, con canestro allo scadere di Villalta e successo a Bologna, 2-0; poi le V nere si sarebbero arrese in finale a Cantù, dopo avere perso anche l'altro straniero, Marquinho. L'anno successivo ci fu la rivincita in semifinale: dopo le rispettive vittorie in casa, nella bella disputata nelle Marche, Fredrick, con canestro più aggiuntivo, firmò il +1 Virtus a dieci secondi dal termine ma Domenico Zampolini allo scadere ribaltò il punteggio ed escluse per la prima volta dalla finale playoff i bolognesi. La Scavolini si sarebbe poi arresa in finale all'Olimpia Milano. Nel 1985/86, quarti di finale di Coppa Italia Bologna vince 93-90 il 26 dicembre in casa ma perde 94-90 a Pesaro, una settimana dopo, il 2 gennaio 1986; la Scavolini vincerà poi la coppa. Nella stagione seguente, ma sempre nel 1986, ancora quarti di Coppa Italia, gara secca a Bologna ed è ancora un solo punto a favorire Pesaro, 81-82. Nel marzo 1992 la Virtus cede in semifinale di Coppa Italia, nella final four di Forlì, contro una Scavolini che poi si aggiudica, anche in quest'occasione, il trofeo; in aprile la semifinale playoff esprime lo stesso verdetto: 2-1 con la Knorr incapace di sovvertire il fattore campo, nonostante il rientro di Morandotti, che era stato fermato per problemi al cuore. Nel 1994 lo scontro si ripete, avanzando ancora di un turno, quindi nella finale scudetto, stavolta al meglio delle 5. Un grande Brunamonti è il protagonista di gara uno, 3 su 5 da due punti, 3 su 3 da tre, 7 su 7 ai liberi, 26 di valutazione e 22 punti in 16 minuti. E' una gara per combattenti, oltre al capitano, spiccano i 20 punti di Danilovic e i 18 di Schoene, con 10 rimbalzi. Binelli invece ha tre falli dopo 4'30", molto nervoso Coldebella, in campo dopo avere pagato la penale per annullare la squalifica susseguente all'espulsione nella bella di semifinale: commette un fallo intenzionale di reazione dopo aver subito un fallo da Labella, quasi ne nasce una rissa con Magnifico. Il primo tempo si chiude sul 40-33, ma la Scavolini reagisce e sorpassa, 42-45 al 25'. Al 29' pesaresi avanti 50-55 quando Myers da sotto sbaglia il +7. Sul 78-78 McLoud fallisce due triple, poi a 30" dalla fine Morandotti realizza l'1+1 importantissimo dell'82-78; i marchigiani si riportano sull'82-80, poi non commettono fallo e così Brunamonti può scoccare la tripla dell'85-80 che chiude definitivamente i giochi. In gara due il primo tempo termina 44-43, ma l'episodio chiave avviene un minuto dopo nel tunnel dell'hangar di via dei Partigiani: Coldebella cade, sbatte la testa su un gradino e viene ricoverato all'ospedale. Versione Pesaro (McCloud): offese del giocatore della Virtus a McCloud, in un primo tempo si parla d'ingiurie razziste, poi di generiche offese, l'americano avrebbe tentato di colpire Claudio, che girandosi per evitare il colpo sarebbe scivolato. Versione Bologna (Coldebella con testimone Binelli): gomitata di McCloud, il play bianconero manda a quel paese l'avversario, il giocatore della Scavolini colpisce con un pugno Coldebella che cade. La cosa certa è che Coldebella non è in campo nella ripresa, nella quale inizialmente la squadra di casa scappa 59-49, la Buckler la raggiunge e supera 63-64, ma poi i pesaresi riescono a prevalere 87-81, risultato che viene omologato nonostante il ricorso dei bolognesi. Nella Virtus su tutti Danilovic, 29 punti, 9 su 10 da due, 1 su 2 da tre e 5 su 6 ai liberi. Il verdetto del giudice sui fatti dell'intervallo vede squalificato per tre giornate McCloud, che quindi chiude così il campionato, e per due Coldebella, che potrebbe rientrare per un eventuale gara cinque. Bianchini sostiene che la Virtus ha perso non solo Coldebella, ma anche Brunamonti, perché il miracolo del sangue che si scioglie, con evidente riferimento a San Gennaro, non si può verificare tutte le volte, in effetti, Roberto a Pesaro ha segnato un solo punto, non ripetendo la bella prova di Bologna. Forse però il capitano è stimolato dalla frase dell'allenatore della Scavolini, perché in gara tre è superlativo. La Scavolini, già priva di McCloud, si è vista nel corso dell'incontro privata anche di Rossi, infortunatosi dopo solo due minuti in campo, al posto di Labella, ma l'inizio è stato tutto biancorosso. Al 13' Virtus a meno 11 ma Brunamonti non ci sta, con la sua seconda tripla segna il 19-27, poi al 14'30" Danilovic realizza il suo primo canestro per il 23-29, cominciando una grandinata che lo vedrà segnare 33 punti in 24' con un 12 su 16 al tiro (in totale 10 su 12 da due, 2 su 4 da tre e 7 su 8 ai liberi). All'intervallo Bologna è già salda la comando, 48-37 e a cavallo dei due tempi mette a segno un parziale di 32-10 suggellato dalla tripla di Schoene del 48-37, trasformando il meno 11 in un più 11. Il parziale diventa poi 40-13 e il punteggio 56-40. Oltre a Sasha sugli scudi San Gennaro Brunamonti, cuore e cervello della squadra, 16 punti, 3 su 3 da due, 2 su 3 da tre e 4 su 5 dalla lunetta, 5 rimbalzi e 5 assist, Moretti, 18 punti con 4 su 6 da due e 3 su 5 da tre, con anche compiti di regia, vista l'assenza di Coldebella, ben assolti come sottolineano i 4 assist; per lui anche 3 rimbalzi e 3 recuperi. Vince la Virtus 88-76. Gara quattro, vede Pesaro sempre avanti e la Virtus che al massimo arriva a meno tre. Finisce 73 a 66. In gara cinque é ancora Brunamonti a dare la scossa, entra sul 13 a 18 ed esce al 25' sul 45 a 31 (rientrerà con Pesaro minacciosa a meno 6, 53-47, per respingerla a meno 12), poco dopo il 10 a 0 di parziale a inizio secondo tempo che aveva trasformato il 33-28 dell'intervallo in 43-28. Pesaro ha la forza di tornare a meno 6 ma due tiri pesanti, Schoene e Moretti e un contropiede dopo una palla recuperata, 24 a 11 alla fine il conto, riportano Bologna a +14. Di nuovo Scavolini a meno 7 ma Binelli costringe Garrett al quinto fallo, trasforma i liberi del +9 e la Virtus controlla gli ultimi minuti, 79 a 68 e dodicesimo titolo per la Virtus. Tra gli sconfitti un grande Myers, uscito tra gli applausi del pubblico bolognese. Senza storia la finale di Coppa Italia del 2001, un +25 per il primo alloro della Kinder del Grande Slam. Nel 2002 i pesaresi, nei quarti di finale playoff, lottano ma perdono 3-0. Nel 2008, in semifinale della coppa nazionale vince Bologna 88-80, ma poi perde in finale.


 

31 MARZO 1994: QUARTO SUCCESSO VIRTUS CONTRO CANTÙ E POI LA CAVALCATA VERSO LO SCUDETTO

di Ezio Liporesi - 1000cuorirossoblu - 31/03/2020

 

Quattro sono gli incontri tra la Knorr e la Clear Cantù nella stagione 1993/94. Il 16 dicembre, in Eurolega, la Virtus vince 71 a 60 in trasferta, trascinata dai 27 punti di Danilovic. Passano sei giorni e, sullo stesso campo, le due squadre si ritrovano in campionato: Sasha mette a segno un identico bottino, Moretti ne fa ventuno e le V nere passano ancora, 86 a 81. Il 17 febbraio, a Bologna, passeggiata bianconera nel turno europeo, 88-57, con 20 punti di Moretti. Infine il 31 marzo gara del girone di ritorno del massimo campionato italiano. La Buckler è reduce dalla vittoria di Milano e i sei punti di vantaggio sulla coppia Scavolini-Glaxo, a tre giornate dal termine, le garantiscono la matematica certezza della prima piazza al termine della stagione regolare: infatti, la vittoria in tre dei quattro confronti diretti contro i due successi di Pesaro e l'unico di Verona farebbero prevalere Bologna in un arrivo a tre, mentre nelle possibili parità tra due squadre le V nere sarebbero davanti alla Glaxo e anche alla Scavolini per il più nove del ritorno contro il meno otto dell'andata. Come in coppa, sono i brianzoli a partire meglio, allora 0-6, in quest'occasione 0-5, ma anche questa volta, è un fuoco di paglia; la Buckler risponde con un parziale di 26-9 e all'intervallo conduce 54-40. Piccola reazione della Clear a inizio ripresa, fino al 59-52, poi cavalcata bianconera che si conclude sul 98-76. Per la Virtus un ottimo 10 su 16 da tre e gli uomini di Bucci segnano da vicino solo in contropiede o sui rimbalzi d'attacco di Schoene e Carera. L'allenatore bolognese dà fiducia a Savio per 13', in cui mette a segno due triple, e a Brigo, canestro più addizionale senza errori, in 4' giocati. Ottima gara di Schoene, dopo quella pessima di Milano dove segnò solo due punti in 27 minuti; in quest'occasione, invece, 7 su 12 da due, 2 su 2 da tre, 4 su 4 ai liberi e 8 rimbalzi, per 24 punti totali. Meglio di lui Danilovic, che invece conferma il suo ottimo momento dopo la grandissima prestazione in Lombardia, 7 su 10 da due, 2 su 2 da tre e 5 su 6 ai liberi, 25 punti. Capitan Brunamonti si fa notare per i cinque assist, ma alla fine è tutta la squadra che gira, 56% al tiro, 24 recuperi, 13 assist, senza neppure sforzarsi troppo. Dopo avere dominato la stagione regolare, chiusa con sei punti di vantaggio, le V nere si aggiudicarono il titolo, il dodicesimo, in un playoff molto difficile. Due a zero contro Treviso, ma dopo due partite sofferte: a Bologna gara decisa solo negli attimi finali, 86-82; a Treviso, dopo essere stati a lungo sotto, fu decisiva la tripla di Danilovic a otto secondi dalla fine, 75-76. Dopo Pistoia 1993, per il secondo anno consecutivo Sasha fissa il 2-0 dei quarti con il canestro finale. La semifinale contro la Glaxo fu vinta grazie alle due vittorie in casa, ma dopo avere sofferto tanto in gara uno: Buckler sotto anche di undici punti nel corso del primo tempo e stanca nel finale, quando i veneti si erano avvicinati a meno due, ma con ancora le risorse per chiudere vittoriosi. In finale una complicatissima e nervosa serie contro Pesaro, decisa solo a gara cinque, con successi, non sempre agevoli, della squadra di casa. In particolare la Buckler vinse gara uno solo negli ultimi secondi, il terzo confronto dopo essere stata sotto di undici punti nel primo tempo e la sfida decisiva contro una Scavolini mai doma, sorretta da un Myers indomabile: la bacheca bianconera era ormai pronta ad accogliere il trofeo del dodicesimo scudetto.

TANTO PER CAMBIARE... DANILOVIC DECISIVO

di Ezio Liporesi per Virtuspedia - 27/04/2020

 

Nel 1993 e nel 1995 Virtus - Benetton fu la finale scudetto, con due perentori 3-0 a favore dei bolognesi. In mezzo a quelle due annate, nel 1994, le due squadre s'incontrarono, invece, nei quarti. Le V nere avevano vinto la prima fase con ampio margine, più sei sulla seconda, i trevigiani erano invece rimasti attardati, solo ottavi a diciotto punti dai bianconeri. Naturalmente per Bologna non un cliente facile. Già in gara uno arrivò un successo non facile, 86-82, dopo che la Benetton era andata avanti di quattro punti poco oltre la metà della ripresa, erano stati, nel finale, una palla rubata di Brunamonti e i due liberi della sicurezza di Schoene a proiettare la Buckler sull'uno a zero. Sofferto successo delle V nere ma uno dei tanti a Bologna contro Treviso: la Benetton è tornata infatti a mani vuote dalle trasferte contro la Virtus, nei suoi primi 19 viaggi sotto le Due Torri. Solo nell'aprile del 1996 avrebbe raccolto il suo primo successo. A 8'46" dalla fine del primo tempo Rusconi commette il terzo e il quarto fallo gli è sanzionato con un tecnico (due dei quattro falli commessi in attacco); il punteggio è di 17-17, ma la Benetton ne ricava la forza di reazione per allungare: Al 15' sul quarto fallo di Binelli conduce 32-26 e chiude il tempo sul 41-34.  I veneti hanno prevalso in questa prima frazione andando poco in area e segnando soprattutto dal perimetro, infatti dei primi 37 punti 20 sono stati realizzati da Iacopini e 17 da Garland. Inizio ripresa e al 30" Pittis schiaccia il 43-34, ma Bologna con Brunamonti e Schoene reagisce e proprio con un canestro dell'americano completa un parziale di 1-11 si porta sul 44-45. I padroni di casa tornano però subito in controllo del match e allungano 68-59, ma la Virtus ha la forza per rientrare e giocarsi il finale punto a punto di una gara nervosa, con Vianini, Rusconi, Morandotti e Carera fuori per falli. Dopo un coast to coast di Coldebella con canestro sul rimbalzo d'attacco di Brunamonti per la Buckler e per la Benetton una tripla di Pittis a 40" dalla fine che sembra decisiva, sul 75-73 i bolognesi hanno il pallone per pareggiare o vincere. Nella ripresa le Vu nere non hanno realizzato tiri pesanti e Danilovic, braccato da Pittis, ha tirato 5 su 10 da due e 0 su 4 da tre ed è quindi a secco di triple in tutta la partita, ma a 8" dal termine Sasha realizza quella decisiva, Treviso non riesce a replicare e Bologna vince 75-76. Per il secondo anno consecutivo gara due dei quarti sancisce la qualificazione della Virtus con un canestro finale di Danilovic, dopo Pistoia, Treviso.

IL 16 OTTOBRE 1993 LA VIRTUS VINCE IL TERZO DERBY IN 35 GIORNI

di Ezio Liporesi - 1000cuorirossoblu - 16/10/2020

 

1993, non è ancora il tempo delle sbornie da derby, quando si arrivò nel 1997-98 a giocarne dieci, sei l'anno dopo, otto nel 2000/01, spesso anche ravvicinati; quindi i tre che si giocarono tra il 12 settembre e il 16 ottobre 1993 rappresentavano all'epoca una novità. Si comincia con gli ottavi di Coppa Italia e l'andata è in casa della Fortitudo. Sontuoso primo tempo delle Vu nere, 31-47 al 18'30, poi la F piazza un parziale di 5-0 e chiude il tempo 36-47; continua la rimonta nella ripresa, opera il sorpasso e al 34' è sul 72-67, con un parziale a cavallo dei due tempi di 41-20. Reagisce la Virtus, guidata da Moretti, 24 punti con 7 su 10 dal campo e 7 su 8 dalla lunetta: parziale bianconero di 3-16 e Virtus di nuovo al comando 75-83. La Fortitudo non ci sta e finisce con un 6-0, fissando il punteggio sull'81-83. Vince la Virtus, ma la qualificazione resta da giocarsi nel ritorno, quattro giorni dopo, quando troviamo una Virtus straripante: per le Vu nere è una cavalcata trionfale. 20-4 al 10', con la Fortitudo che ha segnato un solo canestro dal campo con Esposito, l'unico a provare a limitare la disfatta, ma ottimamente marcato da Danilovic e, soprattutto, Morandotti; 35-12 al 15', 56-23 all'intervallo, più 40 nella ripresa con un libero di Brigo, più 44 al 36', sul 93-49 e più 41, 101-60 alla sirena, massimo distacco mai registrato in una stracittadina. Tutti i giocatori della Knorr su ottimi livelli, una citazione per Savio, 4 su 5 e un'azione da 5 punti. Strapotere bianconero, tecnico e fisico, ben evidenziato anche dai 24 rimbalzi offensivi. Esattamente un mese dopo, il 16 ottobre 1993 si gioca la quarta giornata di campionato. Coldebella, Moretti e Binelli sono reduci dalla nazionale: Gus si è infortunato in una prova da sforzo e non può giocare il derby; Moretti gioca una stracittadina deludente, un po' meglio Coldebella, ma la settimana azzurra è stata deleteria. Parte fortissimo la Filodoro, 38-26 al 16'; primo vantaggio Virtus 50-52 al 28'30", dall'arco lo firma Danilovic. La squadra di Scariolo torna avanti 64-59 e a 6'28" dalla fine sul 66-62, Morandotti e Carera sono già scesi per falli, Bucci affianca Brigo a Levingston, ma gli avversari non ne approfittano e invece di servire Comegys e Gay, tirano a salve da fuori e la Buckler fa subito un parziale di 6-3, poi si porta avanti 73-69 con Danilovic dalla lunetta. La Fortitudo segna un altro canestro, la tripla di Esposito (29 punti) a 2'48" dalla sirena, poi arriva una lunga serie di errori. Danilovic sbaglia l'1+1 (comunque per lui 14 su 18 dalla linea del tiro libero, 4 su 8 da due e 3 su 6 da tre, per 31 punti totali), ma dall'altra parte prima e dopo commettono lo stesso errore Casoli due volte, Comegys e Dalla Mora; a 1'51" dalla fine c'era stato il sorpasso di Gay, ma l'arbitro Reatto aveva annullato fischiando il quinto fallo a Dan. A non fallire i liberi a 8" dalla fine è Brunamonti conducendo le Vu nere al sofferto successo 72-75. La Virtus vincerà poi anche il derby di ritorno completando il poker.

Piccola nota personale: quando scrivo di storia sportiva, lo faccio basandomi su tanti anni di ricerche accurate, ma per quanto riguarda gli ultimi cinquant'anni inserisco molto spesso anche ricordi vissuti di persona. Non è il caso di quel 16 ottobre 1993: non ero presente al Palasport, ero al mio matrimonio.

LA ZAMPATA DI SASHA

Le V nere hanno incrociato i trevigiani nei playoff molte volte. Per esempio nel 1993/94, quando a otto secondi dal termine Danilovic bombardò da tre

di Ezio Liporesi - Corriere dello Sport - Stadio - 13/05/2021

 

La Virtus ha incontrato Treviso nei playoff molte volte, ma solo due volte a livello di quarti di finale. la prima volta fu nel 1994, curiosamente tra due annate in cui la sfida tra bolognesi e trevigiani aveva assegnato lo scudetto con due secchi 3-0. Anche quel quarto di finale vide un netto 2-0 delle V nere, identico punteggio dell'ottavo di finale del 1985. Insomma Treviso iniziò le sfide contro la Virtus perdendo i primi dieci incontri. Né le serie avrebbero potuto aver diversa sorte considerando che la Virtus godeva del fattore campo e a Bologna contro i bianconeri la squadra di Treviso perse i primi venti incontri ufficiali, arrivando a vincere solo nel 1995. Tornando al quarto di finale del 1993/94, in gara uno Virtus a più sette dopo cinque minuti, poi avanti di nove punti, ma dall'11' al 17', quando Iacopini pareggia, 37-37, Bologna segna solo 2 canestri. Coldebella fornsce la spinta per riportarsi a più nove, con una tripla di Schoene, prima di chiudere il tempo sul 46-39. Le Vu nere però perdono troppi palloni, tirano solo con il 46%  e devono fare i conti con la precisione della squadra veneta nei tiri da lontano, 12 su 27, e così, nonostante un Danilovic da 29 punti (9 su 17 dal campo, con 6 su 11 da due e 3 su 6 da tre, e 8 su 9 ai liberi), 17 dei quali nei primi 11' di ripresa, la Benetton sorpassa per la prima volta e si porta sul 56-60. A questo punto la Buckler chiude la difesa e con Binelli, autore di 12 punti con 5 su 7 al tiro e attento guardiano di Rusconi,  Coldebella, che oltre a frenare Garland, tira con un buon 4 su 7, e gli ultimi sprazzi di Danilovic torna a guidare la gara. Nel finale una palla rubata di Brunamonti e i tiri liberi della sicurezza di Schoene permettono ai bolognesi di vincere 86-82. La Virtus si è fatta preferire nell'arco dell'incontro, ha tirato meglio i liberi, 87% contro 64% e ha prevalso al rimbalzo, 43 a 30. Ritorno a Treviso. A 8'46" dalla fine del primo tempo Rusconi commette il terzo e il quarto fallo gli è sanzionato con un tecnico (due dei quattro falli commessi in attacco); il punteggio è di 17-17, ma la Benetton ne ricava la forza di reazione per allungare: Al 15' sul quarto fallo di Binelli conduce 32-26 e chiude il tempo sul 41-34.  I veneti hanno prevalso in questa prima frazione andando poco in area e segnando soprattutto dal perimetro, infatti dei primi 37 punti 20 sono stati realizzati da Iacopini e 17 da Garland. Inizio ripresa e al trentesimo secondo Pittis schiaccia il 43-34, ma Bologna con Brunamonti e Schoene reagisce e proprio con un canestro dell'americano completa un parziale di 1-11 si porta sul 44-45. I padroni di casa tornano però subito in controllo del match e allungano 68-59, ma la Virtus ha la forza per rientrare e giocarsi il finale punto a punto di una gara nervosa, con Vianini, Rusconi, Morandotti e Carera fuori per falli. Dopo un coast to coast di Coldebella  con canestro sul rimbalzo d'attacco di Brunamonti per la Buckler e per la Benetton una tripla di Pittis a 40" dalla fine che sembra decisiva, sul 75-73 i bolognesi hanno il pallone per pareggiare o vincere. Nella ripresa le Vu nere non hanno realizzato tiri pesanti e Danilovic, braccato da Pittis,  ha tirato 5 su 10 da due e 0 su 4 da tre ed è quindi a secco di triple in tutta la partita, ma a otto secondi dal termine Sasha realizza quella decisiva, Treviso non riesce a replicare e Bologna vince 75-76. Per il secondo anno consecutivo gara due dei quarti sancisce la qualificazione della Virtus con un canestro finale di Danilovic, dopo Pistoia, Treviso. Arriva anche la bella notizia del rinnovo per un altro anno di Danilovic, alle stesse condizioni della stagione in corso.

GARA UNO DI FINALE IL 14 MAGGIO 1994: UN GRANDE BRUNAMONTI

di Ezio Liporesi - 1000cuorirossoblu - 14/05/2021

 

Il 14 maggio 1994 si gioca gara uno di finale scudetto. C'è Coldebella, grazie al pagamento della penale dopo l'espulsione in gara tre di semifinale contro la Glaxo Verona. Brunamonti recupera dai malanni muscolari e dall'altra parte Magnifico gioca con nove punti di sutura. Il capitano bianconero è il protagonista di gara 1, 3 su 5 da due punti, 3 su 3 da tre, 7 su 7 ai liberi, 26 di valutazione e 22 punti in 16'. E' una gara per combattenti, oltre al capitano, spiccano i 20 punti di Danilovic, anche se con medie inferiori alle solite, ma con la giustificazione di problemi alla caviglia, tanto da aver passato molta parte del riscaldamento nello spogliatoio, i 18 di Schoene, 3 su 5 da due, 3 su 6 da tre e 3 su 4 ai liberi, con 10 rimbalzi, i 9 di Morandotti con 5 rimbalzi e gli 8 rimbalzi di Carera. Binelli invece ha tre falli dopo 4'30" e alla seconda palla a due, persa, commette il quarto fallo dopo soli 8". Clima elettrico, Coldebella commette un fallo intenzionale di reazione dopo un fallo di Labella, quasi ne nasce una rissa con Magnifico. Ancora nulla, rispetto a quello che succederà in gara due. Il primo tempo si chiude sul 40-33, ma la Scavolini reagisce e sorpassa, 42-45 al 25' dopo un parziale di 2-12. Al 29' pesaresi avanti 50-55 quando Myers da sotto sbaglia il +7. Sul 78-78 McLoud fallisce due triple, poi a 30" dalla fine Morandotti realizza l'1+1 importantissimo dell'82-78; i marchigiani si riportano sull'82-80, poi non commettono fallo e così Brunamonti può scoccare la tripla dell'85-80 che chiude definitivamente i giochi. Giusto che a chiudere sia il capitano, che ha dato tutto in quei sedici minuti in campo e quando è dovuto uscire esausto, le Vu nere conducevano di nove punti, ha fatto il break nel primo tempo, è stato artefice del recupero nel secondo e ha respinto l'assalto finale della Scavolini nel finale. Le V nere si aggiudicheranno 3 a 2 una serie bella, ma purtroppo ricca di scontri, polemiche, ricorsi, squalifiche, ma in cui alla fine fu sempre rispettato il fattore campo. Bianchini, allenatore dei pesaresi così descrisse il momento in cui il capitano delle V nere, in quel primo anno in cui aveva ceduto il posto in quintetto a Coldebella, saliva sul terreno, diventando un fattore decisivo: "Sembra il miracolo di San Gennaro, ogni volta si scioglie il sangue, ogni volta si rinnova puntualmente il prodigio".

CORSI E RICORSI

Domani, 16 ottobre, andrà in scena la quarta giornata, proprio come 28 anni fa. Le analogie tra i due anni sono diverse, ma in quel sabato fu il "derby di Reatto". Quella stracittadina fu vinta dai bianconeri per un soffio, 72-75.
di Ezio Liporesi - Corriere dello Sport - Stadio - 15/10/2021

 

Campionato 1993/94, sabato 16 ottobre, in anticipo, come anche Benetton - Scavolini, rispetto alle altre gare domenicali, la Virtus gioca la quarta giornata di campionato. In realtà le V nere hanno già vinto quattro partite, perché dopo i primi due turni di campionato hanno anticipato al 7 ottobre la quinta giornata in programma il 24 dello stesso mese, perché i bianconeri erano impegnati dal 21 al 23 nell'Open di Monaco. Le analogie tra il 1993 e il 1994 non si fermano però alla data del calendario e alla disputa della quarta giornata. Quella Virtus giocava come oggi con il tricolore sul petto, frutto di uno scudetto vinto dopo un digiuno di molti anni: ne erano passati nove dal titolo della stella, mentre l'11 giugno 2021 la Segafredo ha vinto un titolo a vent'anni da quello che completò il Grande Slam. Un'altra analogia si trova in panchina: Ettore Messina dopo aver vinto il titolo del 1993 lasciò le V nere per andare ad allenare la Nazionale italiana, sostituito da Bucci, di ritorno dopo aver vinto lo scudetto e la Coppa Italia nel 1984; anche il coach dell'ultimo campionato vinto, Djordjevic, non è più l'allenatore della Segafredo, sostituito questa volta da un coach che proviene da una nazionale, di cui è ancora allenatore, la Spagna, e anche per Sergio, si tratta in un certo senso di un ritorno, perché fu l'allenatore della Virtus nella traumatica estate del 2003, quando alle V nere fu tolta l'affiliazione, anche se in realtà non ebbe mai modo di allenarla. Quello che oggi è diverso, rispetto al 16 ottobre di ventotto anni fa è l'avversario: ora è Trieste in una gara abbastanza di routine, anche se la città giuliana è una delle culle della pallacanestro nazionale e in passato, ai tempi della Ginnastica Triestina, grande rivale della Virtus, tanto che più di una volta le due squadre sono arrivate ai primi due posti del campionato. Curiosamente Virtus e Ginnastica Triestina vantano un numero uguale di primi e secondi posti, 16 per i bolognesi, 5 per i triestini. E Trieste è legata anche all'ultima promozione delle V nere, quella che nel 2017, ha visto la Segafredo guadagnare la massima serie prevalendo su una nuova società, la Pallacanestro Trieste 2004 erede della Pallacanestro Trieste. Bologna e Trieste hanno infatti in comune un amore per il basket che ha portato negli anni tante squadre ed entrambe hanno avuto l'onore di avere contemporaneamente tre squadre nella massima serie. Nel 1993 invece l'avversario era di quelli, sebbene meno storici a livello di massima serie, con i quali la rivalità era ai massimi gradi: la Fortitudo. Dunque il derby, la gara attesissima. Oltretutto, nonostante la stagione fosse agli albori, c'erano già stati in settembre due precedenti per gli ottavi di Coppa Italia. La Virtus li aveva vinti entrambi: di due punti in trasferta il 12 settembre e, quattro giorni dopo, di ben 41 punti in casa, distacco che ancora oggi rappresenta il record nelle stracittadine. Il primo di campionato risultò molto più equilibrato. La Virtus paga le condizioni di alcuni giocatori appena ritornati dalle nazionali e la Fiortitudo parte forte e sta a lungo sopra, anche 38-26 al 16'. Per vedere il primo vantaggio bianconero occorre attendere il 50-52 al 28'30" con una tripla di Danilovic, ma la Filodoro torna avanti 64-59. La Buckler piazza un parziale di 14-5, aperto da una tripla di Sasha e chiuso da due liberi sempre del numero cinque serbo, e ribalta il punteggio, 69-73. Esposito accorcia da oltre l'arco, Gay sorpassa ma Reatto gli fischia sfondamento, resta 72-73. Comegys avrebbe l'1+1 per sorpassare, segna il primo, ma l'arbitro aveva già fermato il gioco per far ripetere il tiro, che questa volta viene fallito e Brunamonti chiude con due liberi, 72-75. Per la Virtus un sospiro di sollievo per la Fortitudo le recriminazioni per una gara che si è vista sfuggire in volate e che verrà ricordata in via San Felice come il derby di Reatto.

 


 

LA RISCOSSA DI DANILOVIC

Dopo le delusioni a Capodanno e alla Befana, il 9 gennaio 1994 Sasha trascinò i compagni nel riscatto contro Montecatini
di Ezio Liporesi - Corriere dello Sport - Stadio - 09/01/2021

 

Un capodanno difficile da dimenticare quello del 1994: la Virtus gioca a Trieste e si affrontano le due squadre che guidano il campionato. C'è l'esordio di Schoene (prende il posto di Levingston): Russ sbalordisce, 30 punti, con 11 su 17 da due punti e 2 su 3 nelle triple, 12 rimbalzi, ma Brunamonti è dolorante a un ginocchio e Danilovic non è in serata. A supportare Russ un ottimo Savio, 13 punti in 28 minuti e così la Virtus sembra avere la partita in pugno al 30' sul 47-56; poi però Trieste rimonta e sorpassa. Pur nella partita infelice, Sasha sprigiona l'acuto, una schiacciata che a 60" dalla sirena porta Bologna avanti 71-70. La Stefanel ha tre occasioni per vincerla, ma le fallisce. Quando sull'ultimo pallone si getta Binelli e lo cattura sembra vinta, ma gli arbitri fischiano un fallo a favore di Gus quando il cronometro segna ancora un secondo da giocare. Liberi per Augusto e Morandotti si fa il campo di corsa per suggerirgli di sbagliare, ordine impartito da Bucci, per fare ripartire sull'errore il cronometro e vincere la gara. Binelli invece cercando di sbagliare infila i liberi; sulla rimessa Gentile riceve e fa un canestro incredibile a tutto campo. Supplementari. La Virtus mette ancora una volta la testa avanti su una tripla di Schoene, ma poi cede 86-93, anche perché concluderà l'incontro senza Coldebella, Moretti, Danilovic, Schoene, Morandotti, tutti fuori per falli. Riccardo e Sasha vengono anche espulsi, il primo sbattendo il pallone a terra per protesta sul quinto fallo di Schoene, il serbo quando era già in panchina per raggiunto limite di falli. Diversa la sanzione del giudice: deplorazione per Morandotti, squalifica per Danilovic, che pagherà la cauzione per esserci la domenica successiva. Dopo un primo dell'anno nero, arriva una befana altrettanto triste, in coppa il Panathinaikos passa a Bologna contro una Buckler priva di Brunamonti e Schoene, quest'ultimo non schierabile in Coppa perché arrivato oltre i termini di tesseramento. Il 9 gennaio arriva a Bologna la Bialetti Montecatini di Mario Boni che ne segna 38. Sempre assente il capitano, la Virtus soffre molto. Il 27-62 al tiro e la lotta ai rimbalzi persa 29-39 nonostante un buon Binelli, ecco come spiegare il fatto che la Bialetti al 24' sia sul 45-60, con un Boni scatenato; dopo i 10 punti del primo tempo, il giocatore toscano trascinava i suoi nella ripresa, segnando 28 punti, 6 su 9 con 4 triple e 12 su 15 ai liberi. Le triple di Savio e Moretti provano a dare la scossa, ma le Vu nere rincorrono sempre,  55-69 al 31'30"  e ancora 66-75 al 35'. L'auto-canestro di Lock a 2'30" dalla sirena (78-80) alimenta le speranze bolognesi, 77-80. Sull'81-83, a 1'10" Danilovic in contropiede prende fallo e segna i liberi della parità. Dalla lunetta verranno segnati anche tutti i punti successivi, fino a quelli dell'85-87 realizzati da Boni a 10 secondi dal termine. Parte in palleggio Danilovic, si arresta dietro la linea dei tre punti e fa partire il tiro che dà la vittoria alle Vu nere, 88-87. Dopo la beffa di sette giorni prima, la sirena premia i bianconeri. Il serbo segna tutti gli ultimi sette punti della Buckler, compresa naturalmente la gemma finale. Sasha 29 punti, Schoene 18, Moretti e Binelli 11, Coldebella 8, Savio 7 e Carera 2; a secco Morandotti. Virtus di nuovo al comando, grazie alla sconfitta della Stefanel Trieste a Venezia, insieme agli stessi triestini e alla Glaxo Verona. A fine campionato arriverà il dodicesimo scudetto.

13 FEBBRAIO 1994 A VERONA SENZA DANILOVIC

Il 13 febbraio 1994, privi del leader Danilovic, i bianconeri vinsero sul campo di Verona anche grazie alle mosse perfette di coach Bucci
di Ezio Liporesi - Corriere dello Sport - Stadio - 13/02/2022

 

Nel successo contro Badalona del 20 gennaio 1994 s'infortuna Danilovic alla caviglia destra. Dai trenta ai 40quaranta giorni il recupero previsto dai medici della Virtus, ma Sasha si affida al 30enne istriano Stanislav Peharec che, tra lo scetticismo dei medici bolognesi, promette di riportarlo in campo entro venti giorni. Le Vu Nere pagano subito dazio perdendo in casa tre giorni dopo contro Reggio Calabria, ma poi reagiscono: il 27 gennaio vincono a Pau la gara di Eurolega, il 30 gennaio vincono a Pistoia, il 3 febbraio strapazzano Lisbona, il 5 vincono il derby, cinque giorni dopo lottano ma perdono a Istanbul 83-77. Va ricordato che nelle gare europee non poteva essere schierato Schoene, l'altro straniero, arrivato in sostituzione di Levingston, quindi in assenza di Danilovic, le Vu nere giocavano in formazione tutta italiana. Il 13 febbraio la Buckler gioca a Verona la sua ultima gara senza l'asso slavo (rientrerà il 17 in Eurolega contro Cantù, a ventisette giorni dall'infortunio). Tanti gli ex in campo: Savio e Schoene nella Virtus oltre all'allenatore Bucci; Bonora e Dalla Vecchia nella Glaxo, dove gioca anche Frosini che in bianconero scriverà pagine importanti. Una grande difesa delle Vu nere, che conducono praticamente sempre, a parte l'attimo nel quale, con due triple, la Glaxo recupera lo 0-5 iniziale. Bucci indovina tutte le marcature, Moretti su Bonora, Coldebella su Williams, Morandotti su Gray, costretto ad un 2 su 16 al tiro. La Buckler ripropone anche la grande precisione nel tiro pesante, 8 su 12, 1 su 1 per Savio, Brunamonti e Coldebella, 2 su 5 Moretti e 3 su 4 Schoene, contro l'1 su 14 dei veneti. All'intervallo il punteggio è 31-35, ma il break decisivo avviene nella ripresa con un parziale di 0-10, merito soprattutto di Morandotti e Moretti, la Buckler raggiunge il 30-41 al 30', poi è Brunamonti con 8 punti a sedare le ultime velleità della Scaligera, portando Bologna sul 54-67 a 2'30" dalla fine; il pressing finale della squadra di casa riduce solo lo scarto, 69-77 il finale di una partita spigolosa con ben 54 falli fischiati. Importante l'apporto della panchina, 21-4 per i bolognesi, la Virtus ha saputo dominare sia contro la uomo che contro la zona, con Coldebella e Schoene nel primo tempo e Savio, Moretti e Brunamonti nel secondo. Migliori realizzatori Coldebella e Schoene con 17 punti. In doppia cifra anche Moretti con 12 e Brunamonti con 10. Tra i veronesi spicca Williams con 31 punti, dopo di lui Bonora con 10. Dal 30 aprile al 7 maggio le due squadre si ritroveranno di fronte nella semifinale playoff: la spunterà, non senza fatica, ancora la Virtus per due vittorie a una, approdando alla finale, nella quale sconfiggerà Pesaro, conquistando il dodicesimo scudetto.

TOCCASANA VENETO

20 marzo 1994. Il successo su Treviso dopo il ko in Europa
di Ezio Liporesi - Corriere dello Sport - Stadio - 20/03/2022

 

Treviso perse le prime 20 gare disputate a Bologna contro la Virtus, interrompendo la serie solo nel 1996; la squadra trevigiana perse anche le prime 10 gare consecutive nei playoff, dal 2-0 del 1985, per poi andare a quell'8 a 0 in tre anni, con le vittorie in finale per 3-0 nel 1993 e 1995 e la vittoria nei quarti per 2-0 nel 1994. In quegli anni, però, la Virtus vinse anche a Treviso e anche non nell'ambito dei playoff. Successe per esempio il 20 marzo 1994. La Virtus è reduce da due gare disputate al Pireo in Eurolega, per guadagnare l'accesso alla Fina Four. Dopo aver vinto gara uno a Bologna 77-64, le Vu nere persero nettamente il 15 marzo 89-69, ma due giorni dopo andarono vicinissimi all'impresa: una bellissima Virtus che, nonostante un solo straniero (Schoene che ha sostituito Levingston non può giocare perché arrivato a tesseramenti chiusi) e l'assenza di Binelli, lotta da pari a pari, subendo un arbitraggio vistosamente casalingo e la gestione del cronometro penalizzante per la squadra ospite, finisce 65-62. Ci si rituffa nel campionato, unico obiettivo rimasto. Bucci, per ovviare alla normale stanchezza dei suoi dopo la doppia gara infrasettimanale fa ricorso più del solito alla zona. A Treviso dopo 10' è Danilovic a lanciare i suoi, che all'intervallo conducono 37-45. Nella ripresa è Moretti a prendere le redini delle Vu nere, segna 14 dei primi 16 punti bianconeri, mantenendo la Buckler saldamente al comando, 52-61 al 29'. La rimonta trevigiana non ha esito, se non quello di limitare il passivo, 79-83. Sono 23 i punti di Sasha, con 8 su 12 da due, 1 su 2 da tre, 4 su 5 in lunetta, 6 rimbalzi, 28 di valutazione, 22 per Moretti con 5 su 7 da due, 2 su 4 da tre e 6 su 6 ai liberi, 10 di Schoene con anche 7 rimbalzi, 9 Binelli, 8 Coldebella, 6 Morandotti, 3 Brunamonti, 2 Carera, a secco Savio e Brigo. Per la Virtus 25 su 42 da due (59,5%), 5 su 9 da tre (55,6%), 18 su 24 ai personali (75%). La Treviso dell'ex virtussino Ragazzi (3 punti), degli ex Fortitudo Iacopini (10) e Pellacani, di Rusconi (14), Pittis (14), Vianini (4), Scarone, degli americani Addison e Garland (17 a testa) deve alzare bandiera bianca. Come detto, circa un mese dopo, le due squadre si ritrovarono nei playoff, ai quarti di finale, con vittoria bolognese in piazza Azzarita, 86-82, il 19 aprile, e successo anche a Villorba cinque giorni dopo, 75-76, con tripla decisiva di Danilovic dopo aver inseguito per l'intera gara. La Virtus ottenne così la qualificazione alle semifinali, sulla strada verso il dodicesimo scudetto.

RICORDO DI BUON AUSPICIO

Il 2 aprile 1994 la squadra allenata da Alberto Bucci sconfisse Trieste centrando la dodicesima vittoria consecutiva in campionato
di Ezio Liporesi - Corriere dello Sport - Stadio - 02/04/2022
 

La Virtus raggiunge la matematica certezza del primo posto nella prima fase vincendo a Milano alla quartultima giornata. Pesaro e Verona non possono più raggiungerla e Trieste e Milano sono ancora più indietro. Il sabato di pasqua arriva la Stefanel Trieste, la gara per i bianconeri non conta, ma i giuliani sono terzi e possono ancora arrivare secondi. Bologna però vuole vendicare la sconfitta dell'andata, quando in trasferta le V nere avevano praticamente vinto sul più uno a un secondo dalla fine con Binelli in lunetta; Gus però non sbagliò il secondo tiro libero per fare scadere il tempo e Ferdinando Gentile pareggiò con un tiro quasi da fondo campo, poi la squadra di Tanjevic vinse al supplementare. Quindi un grande spirito di rivalsa anima la Buckler, ma la Stefanel domina per oltre un tempo; 35-47 alla pausa, avanti di 15 quando Danilovic commette il quarto fallo al 24', 43-59 al 27'. Ai triestini viene concesso molto, Lampley, De Pol e Bodiroga al 30' hanno zero falli, Morandotti, Binelli e Danilovic 4, ma non è solo una questione arbitrale, evidentemente anche i bianconeri non sono molto pericolosi e inoltre perdono molti palloni. Dal 27', comunque nasce la riscossa bianconera: Carera segna 5 canestri su 6 tentativi e ferma Lampley, fin lì dominante, Schoene diventa immarcabile (7 su 7 da due e 2 su 3 nelle triple alla fine), Coldebella infila una tripla, unico canestro della sua gara (1 su 7 complessivo) e a rimbalzo Carera e Morandotti arpionano palloni, mentre Binelli è sparito dopo il 3 su 3 iniziale. Flavio in tap-in segna il 57-63, Moretti la tripla del 62-63 e il libero del 69-68, concludendo un parziale di 26-9. Gentile, un fatto personale con la Virtus nei secondi finali in questa stagione, acchiappa i supplementari con due liberi, ma questa volta è solo un allungare l'agonia triestina e il parziale Virtus che diventa 45-21 sull'88-80. Finisce 92-87. Ancora una grande gara di Danilovic, 7 su 10 da due, 1 su 1 da tre, 11 su 13 ai liberi e 28 punti, ma la Virtus vince anche tenendolo in panchina 9 minuti, a causa dei falli; vince con Moretti e Coldebella che tirano 3 su 16 in due, ma riescono comunque a essere decisivi; vince anche quando i due punti non sono strettamente necessari, ma servono solo ad aumentare il distacco in classifica nei confronti delle avversarie. Dodicesima vittoria consecutiva in campionato per le Vu nere di Alberto Bucci e un largo primo posto nella fase regolare, preludio alla conquista dodicesimo scudetto.

Virtus Buckler: Savio, Brunamonti 7, Carera 12, Morandotti 2, Binelli 8, Coldebella 3, Moretti 10, Brigo, Danilovic 28, Schoene 22. All. Bucci.

Stefanel Trieste: Bodiroga 17, Budin, Calavita, Cantarello 4, De Pol 13, Fucka 8, Gentile 19, Lampley 25, Pilutti, Pol Bodetto 1. All. Tanjevic.

 

28 ANNI FA L'INIZIO DEI PLAYOFF FU CONTRO TREVISO

di Ezio Liporesi - 1000cuorirossoblu - 19/04/2022

 

Il 19 aprile 1994, iniziano i playoff e la Virtus, vincitrice della prima fase si trovò di fronte la Benetton Treviso. L'anno prima era stata la finale scudetto, e sarebbe stao così anche l'anno dopo (due 3-0 indiscutibili), ma in quel 1993/94 i trevigiani erano giunti solo ottavi. Virtus a +7 dopo 5', poi a +9, ma dall'11' al 17', quando Iacopini pareggia, 37-37, Bologna segna solo 2 canestri. Coldebella fornisce la spinta per riportarsi a +9, con una tripla di Schoene, prima di chiudere il tempo sul 46-39. Le Vu nere però perdono troppi palloni, tirano solo con il 46% e devono fare i conti con la precisione della squadra veneta nei tiri da lontano, 12 su 27, e così, nonostante un Danilovic da 29 punti (9 su 17 dal campo, con 6 su 11 da due e 3 su 6 da tre, e 8 su 9 ai liberi), 17 dei quali nei primi 11' di ripresa, la Benetton sorpassa per la prima volta e si porta sul 56-60. A questo punto la Buckler chiude la difesa e con Binelli, autore di 12 punti con 5 su 7 al tiro e attento guardiano di Rusconi, Coldebella, che oltre a frenare Garland, tira con un buon 4 su 7, e gli ultimi sprazzi di Danilovic torna a guidare la gara. Nel finale una palla rubata di Brunamonti e i tiri liberi della sicurezza di Schoene permettono ai bolognesi di vincere 86-82. La Virtus si è fatta preferire nell'arco dell'incontro, ha tirato meglio i liberi, 87% contro 64% e ha prevalso al rimbalzo, 43 a 30. Gara combattuta come nelle previsioni, ma fu ancora più dura vincere gara due cinque giorni dopo. Quasi sempre avanti Treviso, con le Vu nere che nella ripresa, fino a pochi secondi dalla fine, non hanno realizzato tiri pesanti e Danilovic, braccato da Pittis, ha tirato 5 su 10 da due e 0 su 4 da tre ed è quindi a secco di triple in tutta la partita, ma a 8" dal termine Sasha realizza quella decisiva, Treviso non riesce a replicare e Bologna vince 75-76.

 

CHE FATICA CONTRO VERONA IN GARA UNO DI SEMIFINALE NEL 1994

di Ezio Liporesi - 30/04/2022

 

Nel campionato 1993/94, dopo aver eliminato Treviso, la Virtus si trova di fronte la Glaxo Verona. Gara uno è in programma il 30 aprile 1994. Gli scaligeri partono fortissimo, con la velocità e il dominio sotto i tabelloni di Alessandro Boni, Gray e Dalla Vecchia a cui si oppone il solo Binelli con Morandotti troppo impegnato nella difesa su Gray. Verona domina a rimbalzo, 14 a 25 nel primo tempo e 30-37 alla fine. Punteggio di 22-33 al 15', quando Brunamonti rileva Coldebella; il capitano incide fortemente sulla gara: 4 su 4 da due punti, 2 su 2 ai liberi, una stoppata inflitta all'ex Bonora in entrata, 3 recuperi e 3 assist, una difesa che riesce a sporcare un'infinità di palloni, un'intensità che trascina i compagni. Il numero quattro uscirà sul più sette, dopo avere ribaltato la partita, 8 dei 17 punti a cavallo dei due tempi sono suoi, con serpentine verso il canestro, ma anche lanci per Danilovic e Binelli e la marcatura su Bonora e Williams All'intervallo la Buckler ha quasi completato la rimonta, 35-37, con Morandotti secondo lungo e una grande intensità difensiva che le permettono un parziale di 12-2 in quattro minuti. Coldebella ha guidato la squadra nel momento peggiore, moderato nei tentativi di tiro, 3 su 5 dal campo, ma efficace su Bonora, su cui passerà poi il capitano; il play della Glaxo è costretto dai due playmaker bianconeri a un desolante 0 su 8 al tiro e 5 palle perse. Danilovic, braccato ad ogni passaggio sui blocchi dalla difesa scaligera e comunque capace di segnare 20 punti con 6 su 11 da 2, 1 su 1 nelle triple e 5 su 6 ai liberi, 4 rimbalzi e 3 assist, riesce a limitare Williams ad un solo canestro nella ripresa, ma tutta la Glaxo fatica, tanto che nei secondi venti minuti centra il paniere dal campo solo 6 volte. La triple di Morandotti e Savio, per il più nove, sembrano affondare i veneti, che però rientrano a meno tre, allora Bucci negli ultimi cinque minuti fa di nuovo ricorso a Brunamonti. Sul 74-68 a 39" dalla fine un fallo apparso a tutti di Gray su Danilovic a rimbalzo, viene rovesciato dagli arbitri, Sasha s'infuria e prende tecnico, dovendo andare in panchina per raggiunto limite di falli. Segna due liberi Gray, poi i due per il tecnico Williams e Verona torna, minacciosa, a meno due, 74-72. Schoene, fino a quel momento solo tre tiri effettuati e sbagliati in ventisette minuti, segna dall'angolo, prende fallo e realizza anche l'addizionale, per la giocata che vale la vittoria, 77-72, poi a tempo scaduto Moretti segnerà gli ultimi due liberi (23 personali tirati da Verona nella ripresa, solo sette da Bologna, 37 contro 18 in totale) per il 79-72. Per la Virtus è la decima vittoria consecutiva nei playoff, dopo la striscia di sette dell'anno prima, le tre del 1993/94.

 

NEL 1984, 1994 E 1998 TRA IL 23 E IL 24 MAGGIO L'ULTIMA SCONFITTA PRELUDIO DI GRANDI FESTE

di Ezio Liporesi - 1000cuorirossoblu - 24/05/2022

 

Nove sono gli scudetti vinti dalla Virtus in epoca playoff, ma solo tre sono stati conquistati alla bella, il decimo nel 1984, il dodicesimo dieci anni dopo e il quattordicesimo nel 1998. Curiosamente nelle tre occasioni le V nere persero l'ultima gara prima del trionfo lo stesso giorno dell'anno negli ultimi due casi e il giorno prima nell'anno della stella. Andiamo in ordine cronologico: il 23 maggio 1984, dopo aver vinto gara uno a Milano, la Virtus perde in casa, dove non era mai caduta, ma quattro giorni dopo trionferà di nuovo in casa della Simac. Dieci anni e un giorno dopo, il 24 maggio 1994, le V nere sono in vantaggio 2-1 nella serie di finale contro la Scavolini, avendo vinto le due partite in casa e perso gara due nelle Marche. Quel giorno la Buckler cade nuovamente a Pesaro, ma tre giorni dopo vince la bella al Palasport di Piazza Azzarita, non ancora intitolato a Giuseppe Dozza. Esattamente quattro anni dopo, il 24 maggio 1998, la Kinder, campione d'Europa da poco più di un mese, deve affrontare gara tre contro la Fortitudo. Le V nere hanno perso in casa, a Casalecchio, all'ultimo secondo gara uno, ma hanno vinto in trasferta la seconda partita, disputata sempre a Casalecchio. La Fortitudo, quel giorno, ripete il blitz e si riporta in vantaggio, ma la Virtus da quel giorno costruisce il suo "argine sul Piave" e arroccata nella sua difesa a zona compie rimonte memorabili in gara quattro e cinque conquistando il titolo.

 

QUANDO VIRTUS E VERONA SI GIOCARONO L'ACCESSO IN FINALE

di Ezio Liporesi - Corriere dello Sport - Stadio - 29/01/2023

 

Ci fu un tempo in cui Virtus - Verona fu la sfida decisiva per accedere alla finale scudetto. Era il 1994. Verona era una forza emergente; nel 1990/ ottenne la storica promozione nella massima serie e anche una clamorosa vittoria in Coppa Italia. La squadra era allenata da Alberto Bucci e aveva in campo Russ Schoene, Riccardo Morandotti, Giampiero Savio e Paolo Moretti, in quel 1994 tutti sulla panchina e in campo ma dalla parte delle V nere (vestivano gialloblù in quella finale altri due che approdarono in Virtus, Dalla Vecchia nella sola stagione 1991/92 e Alessandro Frosini che scrisse grandi pagine dal 1997 al 2003). L'anno dopo Verona retrocesse per tornare poi immediatamente in Serie A1, raggiungendo subito i playoff e l'anno dopo, nella stagione 1993/94, addirittura le semifinali. La Buckler si aggiudicò a fatica gara uno di semifinale al Palasport di Piazza Azzarita, 77-72; gli scaligeri vinsero 72-69 in veneto (interrompendo una striscia di dieci vittorie consecutive delle V nere nei playoff, le 7 dei playoff della stagione precedente che portarono l'undicesimo scudetto, le due dei quarti di finale contro Treviso e, proprio gara uno di semifinale). Si rese necessaria la bella, da giocarsi il 7 maggio. In campo tanti ex, oltre ai citati Bucci, Schoene, Morandotti, Savio, Moretti e Dalla Vecchia, c'era anche Davide Bonora, cresciuto nelle giovanili della Virtus che lo fece già esordire in serie A1 (Davide tornerà poi a giocare per le V nere dal 1999 al 2002). Bologna prevale ai rimbalzi, 35-29, 11 per Carera contro i 9 di Gray che ne arpiona solo uno in attacco. L'aggressività della Virtus si evidenzia anche nel bilancio attivo di più sei tra palle recuperate e perse e sette sono i contropiedi che finalizza Danilovic (21 punti) aprendo il divario tra le due squadre. Carera surclassa Gray, Bonora, che accusa una contrattura, perde il confronto con Coldebella e Brunamonti e al terzo minuto prende anche un intenzionale. Ma non c'è solo la forza fisica, la Buckler segna anche 26 liberi su 27 (6 a segno per Moretti e Danilovic, 4 per Brunamonti e Schoene, 2 per Coldebella, Morandotti e Carera, l'unico a commettere un errore), Schoene segna da fuori oltre a prendere 8 rimbalzi e a controllare Alessandro Boni e Dalla Vecchia. La Virtus parte 13-4 al 5', al 10' Verona è sotto però di soli tre punti, che diventano sei al 15' e dodici all'intervallo. Nuovo riavvicinamento al 25', 45-39, poi parte la progressione bianconera, 54-43 al 30', 61-47 al 35' e 77-55 il finale. Gara tipica da playoff, con 56 falli fischiati e 56 liberi tirati, espulsi Boni e Coldebella, ma alla fine Virtus meritatamente in finale e avviata verso il dodicesimo scudetto.

 

DODICESIMO SCUDETTO IL 28 MAGGIO 1994

di Ezio Liporesi - 28/05/2023

 

Nella stagione 1993/94 la Virtus vinse la prima fase, per poi eliminare la Benetton nei quarti con un secco 2-0 (a Treviso tripla decisiva di Danilovic), poi la Glaxo Verona in semifinale per 2-1. In finale c'è la Scavolini Pesaro. Gara uno vinta dalla Virtus, con tripla della staffa di Brunamonti, 85-80. Giusto che a chiudere sia il capitano, che ha dato tutto nei 16 minuti in campo e quando è dovuto uscire esausto, le Vu nere conducevano di 9, ha fatto il break nel primo tempo, è stato artefice del recupero nel secondo e ha respinto l'assalto della Scavolini nel finale. In gara 2 il primo tempo termina 44-43, ma l'episodio chiave avviene un minuto dopo nel tunnel dell'hangar di via dei Partigiani: uno scontro tra Coldebella e McCloud con il primo che finisce all'ospedale. Pesaro pareggia la serie poi arriva il verdetto del giudice sui fatti dell'intervallo che vede squalificato per tre giornate McCloud, il quale quindi chiude così il campionato, e per due Coldebella, che potrebbe rientrare per un eventuale gara cinque, che poi effettivamente arriva, perché in gara tre un superlativo Brunamonti trascina alla rimonta  i suoi finiti a meno undici, mentre i marchigiani impattano in gara quattro. Gara cinque si disputa il 28 maggio e vede 57 falli fischiati e tutto il quintetto di partenza pesarese fuori per falli, il solo Binelli invece per Bologna. La Scavolini le ha quindi provate tutte, in particolare Myers, uscito sconfitto ma tra gli applausi in una finale scudetto, come gli accadrà ancora davanti al pubblico della Virtus in maglia Fortitudo sette anni dopo. Danilovic protagonista con 33 punti, ma é ancora Brunamonti a dare la scossa, entra sul 13 a 18 ed esce al 25' sul punteggio di 45 a 31 (rientrerà con Pesaro minacciosa a meno sei, 53-47, per respingerla a meno 12), poco dopo il 10 a 0 di parziale a inizio secondo tempo che aveva trasformato il 33-28 dell'intervallo in 43-28. Pesaro ha la forza di tornare a meno sei, ma due tiri pesanti di Schoene e Moretti e un contropiede dopo una palla recuperata, 24 a 11 alla fine il conto, riportano Bologna a più quattordici. Di nuovo Scavolini, mai doma, a meno sette, ma si va da Binelli che costringe Garrett al quinto fallo, trasforma i liberi del più nove e la Virtus controlla gli ultimi minuti. Il suggello nel 1993 era stata la tripla finale di Wennington, quest'anno é la tripla finale di Brigo, 79 a 68 e dodicesimo titolo in bacheca per la Virtus, secondo consecutivo (arriverà poi anche il terzo di fila l'anno dopo). Grandi feste in città, oltre alle canoniche celebrazioni in comune e provincia, la squadra viene festeggiata ai Giardini Margherita, al Cierrebi, e si assiste anche ad una sfilata cittadina dei giocatori su auto d'epoca.